Rosseau

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
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Testo

Rousseau (1712-1778)

Rousseau nacque a Ginevra e vide le grandi riforme dal punto di vista religioso di Calvino e di Zuiglio. Non appoggiava le loro teorie sociali e politiche (non voleva lavorare). Sfuggì da Ginevra e andò a Parigi ed ebbe contatti con molti esponenti dell'illuminismo. R. lesse su un giornale un concorso che l'accademia di Ghiglione aveva proposto: il progresso delle scienze e delle arti, ha contribuito al costume? Il suo scritto fu un successone tanto che i più grandi salotti parigini gli si aprirono, ma lui non aderì. Conobbe una donna che sposò, rimase con lei fino alla sua morte e i suoi figli finirono in orfanotrofio. Fu un esponente della pedagogia ma non fu all'altezza di educare un figlio. Scrisse la Nova Eloisa, il Contratto sociale e l'Emilio, queste opere sono tutte collegate perché secondo lui una società va cambiata alla base, quindi dalla famiglia e dall'educazione. Non si può considerare un vero e proprio illuminista perché per molti aspetti è un precursore del romanticismo, infatti secondo lui l'essenza umana non consiste nella ragione ma nel sentimento, che è un impulso spontaneo non razionale che rende l'uomo buono. I mali attuali (egoismi, disti tra ricchi e poveri, passioni) che affliggono l'umanità derivano dalla degenerazione che l'uomo ha subito allontanandosi dal sentimento originale che coincide nello stato di natura per dar luogo alla società civile. Secondo R. l'incivilimento della società comporta la moltiplicazione dei bisogni (il progresso non è positivo, la società primitiva è perfetta, tutto è di tutti) e si ha la necessità di nuove ricchezze e quindi si ha il trionfo dell' ipocrisia delle convenzioni e l'approfondirsi dell'abisso tra ricchi e poveri. La società civile porta alla divisione del lavoro, alla riduzione dell'individuo a semplice ingranaggio di un enorme meccanismo. Le città diventano luoghi di corruzione morale e fisica, per sfuggire a tutto ciò all'uomo non occorre altro che tornare al sentimento originario, a quello Stato di Natura, che , solo è capace di assicurare la felicità. Per "ritorno alla natura" in un primo tempo significava "il ritorno al sentimento istintivo ed immediato" , il ritorno a quello stato di "beata innocenza". Il R. cambia idea perché la società non può annullare la cultura che è l'espressione migliore di quest' ultima e quindi non è possibile ricondurre l'uomo alla primitiva condizione selvaggia. Lo Stato di natura diventa il metro x far capire in che senso va cambiata la società.
La Vita Sociale minaccia di spegnere quella dignità dell'uomo con il materialismo della civiltà moderna (nascita industria). Con la vita sociale si riferisce a quel momento che lui aveva osservato. Questo gli serve per dare una nuova organizzazione sociale. La società (l'uomo) deve essere liberato da tutto ciò che è artificioso e deve essere salvato tutto ciò che vi è di positivo. Facendo ciò si ridona all'uomo la sua primitiva freschezza. Nn si può pensare di tornare ad una civiltà primitiva.
Nella Nova Eloisa si esamina la famiglia, il R. sostiene la tesi che la famiglia può ritornare alla condizione naturale ponendo come basi della propria organizzazione l'istinto e gli effetti naturali (riprende Platone).
Nell' Emilio l'educazione serve a salvaguardare ciò che nell'uomo vi è di naturale contro ogni tipo di "deviazione artificiale". L'educatore deve impedire che "agenti esterni" turbino lo sviluppo naturale e spontaneo del fanciullo. La religione non può essere che naturale l'esistenza di Dio, concepito come creatore e provvidenza. L'immortalità dell'anima, premio e castigo ultraterreno sono principi che sorti in maniera naturale nella mente del bambino devono guidarlo per tutta la vita. Al bambino ad una certa età verrà spontaneamente di chiedersi queste cose e rimarranno parte della sua vita. I principi religiosi nascono spontaneamente nel bambino che si comporterà all'interno di essi.
Nel Contratto Sociale R. determina le condizioni a cui la società deve guardare x salvaguardarsi dalla decadenza e tornare alla primitiva felicità naturale, le condizioni x attuare ciò sono: Libertà ed Uguaglianza, principi che porteranno allo sconvolgimento politico dell'Europa. Questi concetti sono già presenti nello Stato di Natura ma vengono xò soppressi nella società. Lui si chiede com'è possibile ripristinare questa libertà ed uguaglianza, se la società ne ha segnato la fine? Secondo R. è possibile, x' la società nasce da un Contratto Sociale, in base al quale ciascun associato trasferisce i suoi diritti di libertà e di uguaglianza non ad un individuo(Hobbes) o ad un gruppo (Locke) ma a tutta la comunità. In tal modo la società forma un io comune, sorta dalla fusione dei vari io individuali e si basa su un Patto di Unione (Pactum Unionis) che esclude il Patto di Assoggettamento di Hobbes (Pactum Subgectum). Nell'organizzazione sociale i cittadini mantengono i propri diritti di libertà e di uguaglianza in quanto essi come individui sono sudditi solo di se stessi intesi come collettività. Il cittadino diventa una figura in primo piano nella società. Ogni cittadino non ha più i propri diritti quando è contro la legge. (riprende il concetto di polis greca, poiché Ginevra è piccola). Questa collettività che rappresenta il popolo è sovrana e la sua volontà detta Volontà Generale è legge. La Volontà Generale:
non è la volontà di tutti, intesa come somma delle singole volontà, essa non si basa sulla quantità ma sulla qualità. La volontà generale è la volontà che merita di essere generale per il fatto che mira al bene della comunità. Essa può vivere anche nella coscienza di un singolo individuo, il quale solo nel contrasto tra i vari egoismi particolari, riesce a scorgere e quindi ad attuare l'utilità comune, al popolo spetta la sovranità x' si esprime nella volontà generale. La Sovranità è:
- Una, Indivisibile, Inalienabile. Il popolo non può delegarla agli altri o condividerla con altri ( democrazia diretta) ma deve esercitarla direttamente. Quando il territorio è più vasto il popolo può affidare l'esecuzione della propria volontà a dei funzionari o a dei magistrati.
I tre fondamentali Principi del Pensiero Politico di R. sono: "Contratto Sociale, Sovranità Popolare, Autorità intesa come esecutrice di questa Volontà" secondo lui devono essere considerati come la "voce della nostra coscienza come l'espressione di quel sentimento naturale che costituisce l'essenza dell'uomo". L'uomo ha bisogno di vivere in una organizzazione politica, e quindi in ognuno ci deve essere coscienza, ognuno deve dare un contributo, ognuno di noi deve interessarsi.

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