schelling, kant, hegel, schiller

Materie:Altro
Categoria:Filosofia

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Testo

FILOSOFIA, III^E

1.a) Da Spinoza Schelling prende il momento dell’ “amor dei intellectualis”, ovvero la possibilità della conoscenza dell’assoluto e l’idea che nell’assoluto spirito e materia siano uguali.
Da Leibntiz prende la teoria della realtà dinamicae l’esistenza dell’ “armonia prestabilita” tra le monadi.
Da Kant, invece, la teoria secondo la quale nella natura c’è una finalità, che però Schelling ritiene interna alla natura stessa.
b) Schelling vuole dimostrare che spirito e natura sono uguali. Riesce nel suo intento sostenendo che nella natura organica è sottointesa una unità a cui tendono tutte le parti. Unità che non viene fornita da un “intelletto divino” esterno ma da uno interno alla natura stessa, che quindi non è solo materia ma anche forma, forma finalizzata e di conseguenza spirito.

2) Kant vuole cercare di dimostrare che la metafisica può essere una scienza. Analizzando la matematica e la geometria deduce che esse sono delle scienze in quanto sono composte da giudizi sintetici a priori. Una scienza, dunque, per essere definita tale, deve formarsi su giudizi sintetici a priori. “Metafisica” può avere due significati differenti: può essere intesa come insieme delle conoscenze a priori sul noumeno (=realtà in sé) oppure come insieme delle conoscenze a priori sul fenomeno (=realtà per noi). Se la si considera nella sua prima accezione risulterà impossibile trovare le basi per definirla una scienza, in quanto l’uomo nemmeno a posteriori può avere una qualche conoscenza sul noumeno (=realtà in sé); se la si considera, invece, nella sua seconda accezione, la metafisica risulterà essere una scienza, in quanto del fenomeno (=realtà per noi) possiamo avere delle conoscenze a priori, che sono le forme pure con cui l’intelletto struttura la realtà.

3) Fiche vuole trovare un sistema filosofico che dia un fondamento alla libertà. Ci riesce ponendo il primo principio della realtà come attività pratica, che in quanto tale non può che essere libera. Se infatti, il principio ontologico della realtà è libero, la realtà non può che essere libera. L’io finito deve affermare questa sua libertà tentando di tornare all’io infinito, e per riuscirci deve eliminare il non-io. Questo compito, tuttavia, risulterà infinito e mai completamente realizzabile dal momento che l’io infinito continua a produrre il non-io e l’io finito non riesce mai ad eliminarlo completamente. Ma se l’io finito non avesse un ostacolo (=non-io) non potrebbe agire moralmente. Per questo l’idealismo di Fiche viene definito etico.

4.a) Per entrambi i filosofi il non-io è un prodotto inconscio dell’io. Tuttavia nell’assoluto di Fiche il non.io viene eliminato completamente e ridotto a io, mentre nell’assoluto di Schelling la presenza della natura (=non-io) viene considerata come unità inscindibile dello spirito (=io).
b) il trincio metafisico di Fiche è interpretato come attività che si muove secondo determinate regole: tesi

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