Il giorno della civetta

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

NOME DELL’AUTORE: Leonardo Sciascia
TITOLO DEL LIBRO: Il giorno della civetta
CASA EDITRICE: Adelphi
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1993

GENERE DI LIBRO
“Il giorno della civetta” è un romanzo giallo poiché la trama è incentrata su una serie di omicidi.

AMBIENTE
I fatti narrati si svolgono in un paese in provincia di Siracusa. Il luogo è reale ed è accennato appena; tant’è che l’autore non ci fornisce né il nome del paese in questione né il nome di altri che cita, si limita solo a indicare le rispettiva iniziali.

TEMPO
L’autore non ci fornisce il periodo in cui si svolge la storia; tuttavia si presume che sia intorno al 1960 poiché viene messa in rilievo l’epoca della mafia.

PERSONAGGI
Un protagonista vero e proprio non c’è; tuttavia il pilastro è il capitano Bellodi, che conduce le indagini. Giovane, alto e di colorito chiaro. Originario di Parma, per tradizione famigliare repubblicano, è in Sicilia a causa del suo lavoro. Malgrado le pericolosità e le avversità del luogo, non desiste e non compie il suo lavoro imparzialmente come probabilmente qualcun altro avrebbe fatto al suo posto, ma al contrario indaga a fondo. Quindi risulta essere tenace e costante.
Salvatore Colasberna: muratore, presidente della cooperativa edilizia Santa Fara.
Giuseppe Colasberna: socio e fratello di Salvatore.
Calogero Dibella soprannominato Parrinieddu che vuol dire piccolo prete, a causa dell’eloquio facile e dell’ipocrisia che trasuda.
Don Mariano è un boss mafioso, nonostante da alcuni è visto come un galantuomo tutto casa e parrocchia con tanti malanni e croci addosso. Uomo che conosce il mondo, dal suo punto di vista gli uomini sono divisi in cinque categorie.
Il Marchica ha incominciato la sua “carriera” a diciotto anni, arrestato e assolto più volte per insufficienza di prove, si è macchiato di molti delitti. È definito delinquente abilissimo ed accorto, sicario di assoluta fiducia.
Paolo Nicolosi, di cui sappiamo solo che è di mestiere potatore, domiciliato e residente a S., scomparso nel nulla.
La moglie di Nicolosi è una donna dai capelli castani e gli occhi neri, ha il volto delicato e sereno ma nelle labbra il vagare di un sorriso malizioso.
Il brigadiere D’Antona collega del capitano Bellodi.
Inoltre compaiono anche i soci della cooperativa edilizia Santa Fara, i quali vengono soltanto nominati e non ricoprono nessun ruolo importante nella narrazione.

TEMI PRINCIPALI
- Omicidio di Giuseppe Colasberna
- Interrogatorio dei soci Colasberna
- Scomparsa di Paolo Nicolosi
- Interrogatori a vari indiziati
- Ritrovamento del cadavere di Nicolosi
- Omicidio di Dibella
- Il capitano Bellodi torna a Parma

FABULA E INTRECCIO
In questo racconto la fabula e l’intreccio non coincidono poiché la narrazione incomincia in medias res: assistiamo a un omicidio, ne conseguono le indagini e quindi si torna indietro negli avvenimenti per verificare le azioni compiute precedentemente dagli indagati.

PUNTO DI VISTA
IL punto di vista è a focalizzazione zero, conseguentemente il narratore è esterno alla storia (racconta in terza persona)e onnisciente, infatti Sciascia riporta ciò che pensano i personaggi e si sposta da un luogo all’altro.

GIUDIZIO SUL LIBRO
Personalmente ho trovato “Il giorno della civetta” un po’ noioso perché pur essendo un giallo non è stato molto avvincente. Però pur se noioso è un libro significativo e che mi ha lasciato riflettere molto sulle condizioni di disagio della gente siciliana che convive involontariamente con la mafia. L’ho sentita spesso questa parola, ancora oggi spesso sui giornali o alla televisione si parla del flagello della mafia, di boss mafiosi, di pentiti; (proprio recentemente in televisione si è parlato di una mamma della Sicilia che ha convinto a parlare alcuni testimoni per l’omicidio del figlio, evidentemente questi individui si erano costruiti un muro di omertà per timore)con questo racconto ho avuto modo di approfondire la realtà e gli andazzi. Forse sto divulgandomi un pò troppo ma trovo che parlando di malavita non sia giusto che molti vadano con il pensiero direttamente in Sicilia, ci sono molte altre organizzazioni delinquenziali sia in Italia sia altrove.
Tornando a parlare strettamente sull’opinione che concerne il racconto un personaggio degno di ammirazione è senza dubbio il capitano Bellodi che adempie al suo dovere pur mettendo la sua vita in pericolo, al contrario di molti altri che per timore o noncuranza non collaborano nelle indagini.
Secondo me una nota di riguardo dovrebbe andare anche all’autore che ha avuto il coraggio di scrivere un libro su un tema così delicato, considerando poi che è stato pubblicato intorno al 1961, epoca di dominio mafioso. Infatti lo stesso Sciascia dichiara di aver dovuto riscrivere molte pagine per non ferire la suscettibilità di alcuni personaggi influenti.

BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto nel 1921. Insegna nelle scuole elementari fino al 1957 e da questa esperienza trae lo spunto per il primo romanzo, Le parrocchie di Regalpietra (1956), che rappresenta con realismo aggressivo le contraddizioni più stridenti della società siciliana. Dopo i racconti Gli zii di Sicilia (1958) e i romanzi Il consiglio d’Egitto (1963) e Morte dell’inquisitore (1964), Sciascia affronta il tema della mafia in alcune tra le sue opere più mature: Il giorno della civetta (1961) portato sullo schermo da D.Damiani nel 1968, L’onorevole (1965) e A ciascuno il suo (1966). Il procedimento di romanzo giallo caratterizza anche Il contesto (1971) e Todo modo. A La scomparsa di Majorana fanno seguito I pugnalatori (1976), Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia (1977) I Pamphlet, L’affaire Moro (1978) Nero su Nero e il libro-intervista La Sicilia come metafora, Kermesse (1982) raccolta di storie incentrate sui detti siciliani, La sentenza memorabile (1983) la raccolta saggistica Cruciverba (1983) e il repertorio di locuzioni siciliane Occhio di capra (1984). Del 1988 è il romanzo Il cavaliere e la morte, seguito da Una storia semplice (1989). A Sciascia si devono anche acuti saggi letterari (Pirandello e la Sicilia, 1961; La corda pazza, 1971) e tre testi teatrali riuniti in volume nel 1976: L’onorevole – Recitazione della controversia liparitana – I mafiosi. Muore nel 1989 a Agrigento. È una delle grandi figure del Novecento italiano e europeo.

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