Lazarillo de Tormes

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

SCHEDA BIBILIOGRAFICA
AUTORE: Ignoto
TITOLO ORIGINALE: Vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades
TITOLO: Lazarillo de Tormes
COLLANA CUI APPARTIENE: I grandi libri garzanti
LINGUA ORIGINALE: Spagnolo
ANNO DELL'EDIZIONE: 12 novembre 1999
LUOGO DELL’EDIZIONE: Cernusco (MI)
EDITORE: Garzanti
NUMERO VOLUMI: 1
NUMERO PAGINE: XXII - 90
TRADUTTORE: Gilberto Greco
NOTIZIE SULL'AUTORE: Non possediamo alcuna notizia purtroppo sull’autore di questo libro. Il problema dell’autore è ancora molto discusso perché ci sono varie attribuzioni. L’attrobuzione più antica risale già al 1605 da parte del frate geromita Josè de Siguenza, che nella storia del proprio ordine religioso, riporta una voce secondo cui il confratello Juan de Ortega sarebbe stato trovato in possesso del manoscritto di proprio pugno del libro. Una candidatura, questa, non del tutto scartata, tra gli arti, da autorità come Bartillon e Rico. Quasi contemporaneamente, nel 1607, Taxandro attribuiva senza esitazioni il Lazarillo a Diego Hurtado de Mendoza – poeta e diplomatico tra i più colti del tempo – nel suo Catalogus clarorum Hispanie scriptorum. Questa seconda attribuzione ripresa da altri scrittori coevi, ebbe alterna fortuna ed è stata difesa anche in tempi recenti. Altri tentativi di attribuzione si sono spinti in varie direzioni, e così si è cercata una paternità per il Lazarillo, di volta in volta, nei fratelli Valdes, in circoli erasmiani. In Lope Derueda, in Sebastian de Orozco, e altri. Tuttavia, nessuna di queste attribuzioni ha mai potuto essere suffragata da prove certe ed il Lazarillo, a meno di nuovi ritrovamenti tanto fortunati quanto improbabili, è destinato a rimanere per sempre nell’attuale anonimato.
RIASSUNTO DEL LIBRO: Lazarillo de Tormes nasce a Tormes, da due genitori provenienti da Salamanca. Dopo la morte del padre e l’uccisione del patrigno, la madre è costretta ad affidarlo ad un cieco, poiché non può mantenerlo; sin dai primi il giovane capisce che il cieco vive di elemosine e di espediente che nei suoi confronti svolge la funzione del pedagogo e dell’iniziatore sociale. Il protagonista, attanagliato dalla fame, è costretto a raggirarlo portandogli via denaro e vino, e subendone poi le severissime punizioni. Ma alla fine, imparata la lezione, sarà lui a ripagare il cieco con la stessa moneta facendolo sbattere con la testa contro un pilastro e abbandonandolo. L’ammaestramento è completato, il circolo si chiude poiché all’inizio del viaggio con il cieco era stato quest’ultimo a fargli battere la testa contro un toro di pietra. Fuggito dal cieco prende a lavorare con un cappellano, spietato e crudele nei suoi confronti, tanto che alla fine Lazarillo dopo avergli rubato del cibo per vari giorni e dopo esser stato punito severamente, fu costretto a lasciare anche lui. Fuggito dal cappellano Lazzarillo incontra uno scudiero che lo assume come servitore. Ma si tratta di uno scudiero che non è al servizio di nessun cavaliere e quindi povero. Così Lazarillo avrà il compito di sfamare non solo se stesso ma anche il suo padrone. Dopo alcune disgrazie capitate allo scudiero, è costretto a scappare e a prendere servizio da un venditore di bolle, dal cui Lazzarillo rimarrà piacevolmente sorpreso nel vedere l’astuzia del venditore. Dopo aver preso congedo dal venditore di bolle prende servizio da un arguacil, ma è un’esperienza che durerà molto poco. Finalmente Lazarillo trova un impiego come banditore nei pressi del re, questo lavoro gli permetterà di vivere agiatamente fino alla fine dei suoi giorni.

GIUDIZIO CRITICO: La novità del Lazarillo consiste nel fatto che esso narra realisticamente vicende quotidiane nel linguaggio quotidiano; il suo autore lo ha concepito in modo che potesse essere letto come finzione e al tempo stesso rispondesse agli stessi presupposti presenti nella vita quotidiana. Il realismo vigoroso dello stile,l’autenticità e la freschezza satirica lo rendono unico nel suo tempo Esso è il primo dei romanzi picareschi, il creatore di un nuovo personaggio letterario, di un nuovo modo di guardare la realtà; presenta infatti una vasta galleria di tipi umani, abbozzando una visione della realtà sociale che appare completamente nuova per il cinismo dell’eroe appreso ad una scuola di inganni, di fame, di ipocrisie; ed intorno a questo eroe che dà coesione e unità all’opera ruota tutto il mondo narrato che viene interpretato dal punto di vista del protagonista; lui è naturalmente il suo io narrante che interviene dal primo all’ultimo capitolo. E così il genere autobiografico tradizionalmente riservato ai grandi personaggi dà voce ad un Lazaro che spiega, a chi dalla sorte ha avuto alti natali, le ragioni del sopravvivere, in quel tempo e in quella società, di cui contraddice con feroce ironia i codici ufficiali dell’onore e della rispettabilità.

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