Affermazione Di Einstein Sul Mistero

Materie:Tema
Categoria:Italiano

Voto:

2 (2)
Download:561
Data:20.12.2005
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
affermazione-einstein-mistero_1.zip (Dimensione: 5.19 Kb)
trucheck.it_affermazione-di-einstein-sul-mistero.doc     25.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Dice Einstein: “La cosa più bella che noi possiamo provare è il senso del mistero: esso è la sorgente di tutta l’arte e di tutta la scienza. Colui che non ha mai provato questa emozione, colui che non sa più fermarsi a meditare è come morto, i suoi occhi sono chiusi.” Rifletti sul fascino del mistero e sugli effetti che esso produce.

Il mistero. Il mistero è la prima, fondamentale, primordiale emozione che ha accompagnato l’uomo dalla sua comparsa sulla terra. Il passare del tempo, lo scorrere di un fiume, il fragore di un fulmine, la riproduzione, l’amore. Tutto questo è ciò che l’uomo si è trovato davanti senza un perché o una spiegazione. Perché? È la domanda per eccellenza, quella che ha mosso lo spirito umano sin dai primordi, a cercare di oltrepassare quel muro, il mistero per l’appunto. Il mistero è come un banco di nebbia che avvolge ciò che non conosciamo, dalle cose più semplici sino alla verità assoluta, quella che i filosofi vanno cercando da secoli. Il mistero è quella sensazione che ti spinge a continuare, ad andare oltre, a non fermarti fino al momento in cui quel velo, quel banco di nebbia non è sparito completamente. La lotta, la fatica nel districarsi nei misteri della vita è ciò che mantiene in vita ognuno di noi. Tu puoi spendere una vita intera alla ricerca di qualcosa, anche una cosa sola, e la ricerca ti appassiona, ti eccita, ti spinge ad alzarti ogni mattino dal letto. Può essere difficile, faticoso, ma quando la trovi, quando raggiungi il tuo obbiettivo, per un attimo, ti senti realizzato, felice, padrone del mondo. Ma è una sensazione momentanea, perché per un banco di nebbia che hai diradato nella tua mente, altri cento, mille ti attendono, ed è la consapevolezza che non vivrai abbastanza a lungo per diradarli tutti che un po’ ti affascina e un po’ ti abbatte. Il mistero è ciò che crea attrazione, ciò che sta alla base del fascino, umano e delle cose. Nei rapporti umani tra un uomo e una donna, o comunque tra persone dello stesso sesso, è il mistero quella scintilla, quasi magica che, come due calamite di carica opposta, porta due persone ad avvicinarsi, e a volte, ad innamorarsi. L’uomo primitivo e l’uomo moderno hanno in comune la curiosità provata nei confronti della sessualità, del sesso opposto. È questa sensazione che sta alla base della creazione di un rapporto tra due persone che non si limiti all’atto dell’accoppiamento. Se ci chiediamo il perché del fatto che l’uomo sia spinto a creare un rapporto duraturo con una persona del sesso opposto la risposta credo sia solo una: la sensazione di mistero nei confronti di questa persona che ci affascina, ci porta a starle vicino, a cercare di capirla.
Il mistero è ciò che rende l’uomo superiore agli animali, ciò che ci ha permesso di andare oltre l’istinto di base, l’istinto di sopravvivenza. All’ uomo non basta mangiare tutti i giorni, avere un posto dove stare e la possibilità di fare figli per assicurarsi la continuità della specie, l’uomo vuole conoscere, vuole sapere, sempre di più, fino a diradare completamente questo spesso banco di nebbia che ci avvolge, che ci rende in parte ciechi.
Chi meglio di uno scienziato come Einstein può conoscere quella sensazione? La sensazione di cecità, o miopia comunque, rispetto ad una verità assoluta, completa, forse divina, che noi vorremmo comprendere, ma siamo lontani ani luce dal fare.
Le domande sono infinite: chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo? Perché siamo qui? Siamo soli nell’universo? Sono solo degli esempi di domande a cui non riusciamo a dare una risposta, e per le quali ogni mattina ci svegliamo e riprendiamo i nostri studi o il nostro lavoro. Il lavoro di ricerca, il tentativo di spiegare ciò che è avvolto nel mistero è ciò che un po’ ci rende simili, ma ciò che ci rende unici, l’uno diverso dagli altri è la strada che scegliamo di percorrere. All’inizio c’erano i graffiti incisi sulle pareti delle grotte, con scene di vita quotidiana. Poi ci fu il mito, le fantastiche storie sulla cosmogonia e la teogonia, l’origine divina della terra contrapposta alla ricerca di un origine spiegabile in modo razionale. E in questo modo il mito diventò discorso filosofico, la consapevolezza a brevi passi aumentava, ma la filosofia a differenza del mito non evolve in una forma superiore di ricerca, né sparisce, ma è la madre di tutte le altre discipline. La scienza è la diretta conseguenza del pensiero filosofico, e la scienza a sua volta è la madre di tante discipline come l’alchimia prima, la chimica poi, la biologia, la fisica ecc. Un altro ramo originato dalla filosofia è l’arte, il tentativo di dare forma, colore a cose che non conosciamo o a cose che ci affascinano.
Sono tutte strade intraprese dall’umanità per cercare di attraversare proprio quel muro, il mistero. Il mistero però oltre che ragione di vita può essere la ragione di morte. Può capitare che tu spenda tutta la tua gioventù, i tuoi anni migliori, o peggio, la tua intera vita, a cercare qualcosa che forse non troverai mai, o che addirittura non esiste. E allora è lo sconforto, quel senso di caduta nell’oblio, quella sensazione di essere immersi in quella maledetta nebbia che per una vita hai cercato di diradare, sono questi i sentimenti che portano una persona alla depressione, o alla pazzia, o , peggio, alla morte. La cosa più sensata sarebbe la ricerca di un equilibrio che aiuti l’uomo a non andare troppo oltre, senza comunque rimanere fermo. Ma non è possibile, l’equilibrio è un’ utopia quando c’è di mezzo la passione, l’interesse.
Questa continua sfida che l’uomo ha posto a se stesso è ciò che ci ha portato dove siamo oggi, ed è ciò che ci porterà avanti nel futuro, fino al giorno in cui il mistero della vita, che sta alla base della nostra ricerca, non sarà risolto. Sempre che si trovi quell’utopistico equilibrio che garantisca alla nostra specie la sopravvivenza ancora per migliaia, forse milioni di anni. Il tempo necessario per dare una risposta a tutti i perché della vita.
…Utopia pura…

Simone Medas

Esempio