analisi della poesita "Eros" di Umberto Saba

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Testo

Martina Tomasella cl 5^Bs 24.04.06

COMPITO DI ITALIANO: L’ANALISI E L’INTERPRETAZIONE DEL TESTO

ANALISI DELLA POESIA “EROS” DI UMBERTO SABA

Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,

una marcia guerriera

Il tema del componimento “Eros” è la rievocazione del rapporto adolescenziale di Saba con la madre.
Il poeta descrive un episodio comune: al termine della proiezione di un film in un cinema popolare, una donna inizia a ballare in modo provocante, attirando l’attenzione di tutti. Un adolescente guarda la scena con sentimenti contrastanti; da un lato vorrebbe ammirare la donna, ma dall’altro è spinto da una “legge morale” a non guardare; non volendo far prevalere alcuno dei due stati d’animo, trova un compromesso, ascoltando la musica popolare “da trivio”, quindi evitando di alzare lo sguardo verso la donna, ma concentrando nel ritmo i suoi pensieri vitali.
La descrizione, quasi narrativa, della scena fornisce un’immagine chiara, ricca di colori, e facilmente individuabile nel vissuto di ogni persona.
La poesia è composta da sedici endecasillabi e un settenario conclusivo; Saba, quindi, mantiene il contatto con la tradizione precedente, ma ha un atteggiamento sperimentale e moderno per quanto riguarda la disposizione delle rime all’interno delle strofe e il ritmo.
Il ritmo, infatti, nonostante la semplicità del metro, per mezzo dell’uso di molti enjambements, sembra corrispondere al susseguirsi dei pensieri dell’adolescente che guarda la scena.
Il lessico, come la sintassi, presenta elementi popolari, come “Cine”, “lustrini” ed altri più elevati, come “giovanetto”. Anche in questo componimento troviamo alcune inversioni all’interno della frase, tipiche della poesia Sabiana, come “del loggione in un canto”, anziché “in un canto del loggione”. Molto significativa è la rima tra “leggera, altera, guerriera”, tre aggettivi che possono descrivere con precisione la vita del poeta con la balia, in contrapposizione alla legge morale incarnata dalla madre. Tra il nono ed il decimo verso sono presenti quattro proposizioni interrogative, che hanno un grande significato; rimandano, infatti, alle domande adolescenziali del poeta, che, trasferitosi dalla madre e cresciuto, è combattuto tra i giochi di guerra e la libertà che aveva con la balia, e la legge e l’educazione imposte dalla madre; infatti egli, fino ai tre anni ha vissuto con una balia, che gli lasciava molte libertà e lo intratteneva con canzonette di guerra, mentre la maturità con la madre è vista come un ostacolo, come una privazione delle sue pulsioni; come dice anche nella poesia “Eroica”, con la balia era libero e felice, mentre con la madre ha dovuto sottostare a delle regole che avevano lo scopo di formare la sua buona educazione; la madre incarna, quindi, la “legge morale”; questa scissione interiore è presente in tutta l’opera di Saba.
Il ragazzino che guarda la scena, nella poesia, potrebbe essere Saba stesso, combattuto tra l’ascoltare la legge imposta dalla madre o lasciare liberi i suoi impulsi vitali, come faceva con la balia; il giovane, “mezzo spinto all’infuori”, ha un comportamento ambivalente; all’inizio è in piedi, ma i “severi occhi” e, poi, “lo sguardo severo”, con cui guarda la ballerina, sono gli atteggiamenti che la madre imporrebbe, e quello sguardo è lo stesso della madre; tuttavia egli osserva la donna, con “fascino e disgusto”, ma, ad un certo punto, abbassa gli occhi e non li rialza più; tuttavia nessuno dei due impulsi può vincere e lui non si può arrendere alla volontà della madre, così cerca di trovare un compromesso per lasciare libere le sue pulsioni vitali; abbassa gli occhi, ma ascolta la musica “popolana ed altera”, come la sua infanzia, e la trasforma nella “marcia guerriera”, che ritroviamo, di nuovo, nella poesia “Eroica”, per descrivere i giochi che il poeta faceva nella sua infanzia.
Questo è l’unico modo per trovare un compromesso che “salvi” i suoi ricordi e la sua libertà, ma che non tradisca la madre.
L’influenza della psicoanalisi, che Saba ha conosciuto molto prima di tanti altri autori italiani, essendo nato a Trieste, ed a cui ha attribuito un’importanza fondamentale nella conoscenza profonda dell’interiorità delle persone, è evidente nell’idea dell’ l’eros, come principio del piacere, come pulsione unificante; secondo il poeta, infatti, è proprio l’eros a unire tutti gli uomini, quella verità elementare che rende tutti uguali. L’amore di cui parla Saba non è inteso in senso platonico, ma va letto come impulso naturale dell’essere umano.
Anche la sua visione dell’infanzia ha subito l’influenza della psicoanalisi; egli, infatti, non la disegna come felice e spensierata, ma come fondamento della sua confusione e sofferenza da adulto.
Saba intendeva creare una poesia “onesta”, in quanto aveva l’intenzione di raccontare la vita comune, iniziando con la sua esperienza personale, esplorando la verità profonda dell’esperienza vissuta, all’interno di sé.
Tale idea si contrappone al d’annunzianesimo diffuso in questo periodo; è un deciso “no” all’estetismo, alla costruzione di “imprese impossibili” e all’”eccesso”, ma questo rifiuto viene steso in modo molto sottile, e tende a contrapporre quasi bellezza e verità; anche nella poesia “A mia moglie” tutto ciò è evidente, con i vari paragoni della moglie con animali, non belli e regali, ma comuni, e tuttavia considerati nei loro elementi meno visibili e noti.
In Saba troviamo anche qualche elemento ungarettiano, come l’isolamento di alcune parole all’interno delle poesie.
La poesia di Saba sembra immediata e facile, ma si rivela, poi, complessa, studiata ed estremamente ricca di assonanze e rime anche interne al verso, che la rendono molto moderna.
Anche dalla struttura del Canzoniere si comprende l’intenzione del poeta di dare unità al suo lavoro, come una ricerca profonda di una verità essenziale.

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