Due di due di Andrea De Carlo

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
Download:530
Data:04.04.2006
Numero di pagine:10
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
due-due-andrea-de-carlo_5.zip (Dimensione: 10.82 Kb)
trucheck.it_due-di-due-di-andrea-de-carlo.doc     37.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Autore: Andrea De Carlo (Milano, 1952)
Libro: “Due di due” (1989 ed. Arnoldo Mondatori, Milano)
Genere: romanzo di formazione
Argomento: due ragazzi diventano compagni di banco in un liceo classico e da allora nasce un rapporto di amicizia altalenante: infatti, vivono momenti magici e meno lieti ma talvolta sentono il bisogno di allontanarsi per cercare la propria strada. Se Mario la trova nonostante grosse difficoltà, Guido non accetterà la propria esistenza e non troverà mai una risposta alla sua ricerca.
Trama: il romanzo ha inizio durante gli anni in cui Mario e Guido frequentano il liceo classico, più precisamente nel periodo in cui si accendono le rivolte contro il sistema scolastico da parte degli studenti; qui si rende evidente l’attitudine di Guido a protestare contro tutto ciò che è incluso in uno schema o che è manipolato al raggiungimento di tale obiettivo. Questi anni trascorrono veloci, finchè Guido decide di lasciare la scuola e anche l’amico, mentre Mario conosce Roberta e termina la scuola. Scampato il servizio militare con uno stratagemma, Guido si riavvicina a Mario e insieme decidono di compiere una vacanza in Grecia, su un’isola dove costituiscono con altri giovani turisti un gruppo eterogeneo che vive magici momenti di puro divertimento; tuttavia, le loro strade si separano nuovamente: Guido segue una ragazza conosciuta a Lesvos prima a Londra, poi a Boston negli USA, poi si trasferisce in Norvegia, mentre Mario frequenta l’università e conosce Aurelio e una depressione talmente profonda che alla morte del patrigno lo fa diventare finalmente adulto. A questo punto, Mario decide di cercare un luogo che gli facesse “vibrare il proprio diapason interiore” e lo trova nelle Due Case nei pressi di Gubbio. Dopo quasi un anno dal suo insediamento, Mario conosce Martina e decidono di mettersi insieme per costruire una famiglia che si concretizza nell’arrivo di due gemelli. A causa del parto, Mario viene a conoscenza di Chiara ed ristabilizza il proprio rapporto con la madre. Insieme a Werner, Mario mette su una vera e propria azienda d’agricoltura assolutamente biologica che si evolve dal punto di vista quantitativo e qualitativo in misura sempre maggiore e si rende via via più indipendente. Nel frattempo, Guido decide di recarsi in Australia e qui vive il periodo più deludente della sua vita, che culmina con “l’allucinato viaggio” insieme a Laurie: durante questo periodo, Guido scrive sempre più spesso a Mario cosicché il loro rapporto man mano si intensifica. Dopodiché, Guido torna in Italia e trova alloggio da Mario: qui trova la forza per scrivere un romanzo dai toni aspri e polemici verso il mondo e lo intitola “Canemacchina”; dopo una prima accoglienza piuttosto fredda, Guido si trova al centro di un’operazione mediatica per il successo enorme della sua opera. Intanto, Guido si lega a Chiara a scapito di Werner, a tal punto che decidono di lasciare Martina e Mario; dopo un certo periodo Chiara rimane incinta, ma il bambino non avrà mai a fianco la sua figura paterna perché Guido decide di lasciare la moglie e il figlio per andare a Roma, dove girano un film tratto dal suo libro. Al posto di Guido e Chiara, vengono ad abitare le Due Case Livia e Paolo, una coppia di universitari attratti dalla vita agreste; con essi, Mario dà davvero il via al processo di “emancipazione produttiva”. Un giorno, decide di andare a Roma per motivi di lavoro ma anche per far visita a Guido: qui lo trova sempre più alcolizzato e insofferente, ma legato a Blanca, che in qualche modo gli fa rivivere la sua rimpianta gioventù “bruciata”. Nell’estate, Chiara lascia Giuliano alle Due Case e Guido ne approfitta per venirlo a trovare, ma il bambino non lo riconosce: è il segnale che nemmeno un figlio può farlo uscire dalla sua crisi interiore. Così decide di suicidarsi.
Tempo: la storia ha inizio nel novembre del 1966, quando i due ragazzi si “scontrano” per caso e termina nell’autunno del 1986, in cui, dopo la morte di Guido, Mario tenta di ritornare alla sua vita benchè gliene manchi ormai una sua parte fondamentale. Come eventi storici, possiamo rintracciare la rivoluzione a livello socio-scolastico attuata dai giovani negli ultimi anni Sessanta, la diffusione di macchine (automobili, trattori, …) e sostanze chimiche (principalmente nell’agricoltura) che è avvenuta dagli anni Settanta. In ogni caso, soprattutto dalla seconda parte, il libro presenta note riguardo gli anni, i mesi o le stagioni, data la presenza di ellissi temporali più o meno estese. La scelta di questa collocazione temporale è funzionale alla vicenda, perché il rifiuto che ha Guido della vita ha origine proprio dalla degenerazione ambientale e socio-culturale che avviene in quel periodo nelle città industriali come Milano e che si scosta dal passato, quando “gli abitanti ricchi e potenti si davano da fare per il luogo nel suo insieme”, mentre “adesso…cercano solo di blindarsi e impermeabilizzarsi più che possono dall’orrore che hanno prodotto, scapparsene lontani alla prima occasione”.
Struttura: la struttura del romanzo è caratterizzata da una pressoché totale linearità, raramente alterata dal ricordo del passato nella mente dei due protagonisti (“abbiamo parlato della vecchia Dratti e di Ablondi e Farvo e del piccolo gruppo anarchico e del viaggio in Grecia, dei vestiti che ci mettevamo e le musiche che sentivamo, i discorsi e i programmi e le immagini che avevamo in testa”), ma non si tratta che di sommari di vicende comunque trattate nel romanzo in precedenza. Non sono presenti prolessi per la configurazione interna del narratore; l’ellissi, invece, è parte integrante della narrazione per dare spazio alle vicende più salienti dell’intero arco di tempo (la presenza è segnalata dalla doppia “riga bianca”, che evidenzia anche la successione degli avvenimenti).
Luogo: l’intreccio delle vicende dei due protagonisti fa in qualche modo differire le diverse ambientazioni. Si parte da Milano, (“…un incubo vecchissimo ma ancora vivo…lungo un viale percorso da fiumi di mezzi meccanici che grattavano e laceravano e centrifugavano l’aria, se la vomitavano alle spalle ancora più difficile da respirare. Il marciapiede era sporco di chiazze d’olio e polvere nerastra ed escrementi di cane e catarro umano; ingombro di macchine parcheggiate a cavallo e di sghembo e di muso fino ai muri degli edifici, in modo da costringermi a scendere nel viale dopo pochi passi. Faceva un freddo viscido e malato; i pochi alberi visibili erano stati capitozzati nella maniera più barbara, lasciati come pali viventi a separare due corsie di traffico”) in cui si verifica quasi tutta la prima parte, e dove i protagonisti ritornano saltuariamente per motivi diversi; l’isola di Lesvos (o Lesbo) nel Mar Egeo, e principalmente la cittadina di Mithymna (“era un posto molto diverso dagli assembramenti caotici di brutti edifici…ogni angolo sembrava rivelare un’ombra diversa, un orientamento diverso rispetto al sole e al mare”), dove i protagonisti trascorrono un’estate indimenticabile; le “Due Case” immerse nelle colline che circondano Gubbio (“su un pianoro circondato da boschi di querce e carpini che si alternavano a campi abbandonati c’erano due vecchie case di pietra. Erano divise da forse cinquanta metri di prato, tutte e due orientate a ponente; una ampia e squadrata, l’altra più stretta e alta”) che, dopo una lenta restaurazione, diventano la residenza fissa per Mario e tutta la sua “famiglia estesa”; l’Australia che diventa per qualche anno la patria di Guido, benchè rappresenti il luogo del suo esilio da una società che rifiuta: anche qui, in ogni caso, Guido ritrova una situazione da cui pensava di essersi allontanato, anzi disprezza Sydney per il suo “finto cosmopolitismo” e Melbourne per la sua “britannicità artificiale”, finchè non intraprende un viaggio con Laurie alla ricerca di qualcosa che non sa cosa sia e che non riesce a trovare (come un’“emozione interrotta”); la villa sul mare a Lerici (“c’era una vista bellissima sul mare e una discesa privata a una spiaggetta di sassi, un vero giardino mediterraneo con ulivi e lecci e allori e corbezzoli e aranci e limoni”) dove Guido e Chiara vivono il loro matrimonio; a Roma (“aveva la sensazione di essere in Italia, per tutta la mollezza ambigua e dolciastra del luogo”), Guido trova un rifugio per le sue frustrazioni con Chiara e con la vita.
Personaggi principali: il protagonista del romanzo è senza dubbio Guido Laremi, sempre magro e pallido, che colpisce sin dall’inizio per il suo sguardo estraneo e riflettente la condizione di disagio interiore che lo caratterizza: la sua psicologia è imprevedibile e difficile da interpretare persino per il suo migliore amico, manterrà questa forma di disequilibrio anche in età ormai adulta, quando non riuscirà a dare sbocco alla sua creativa e fallimentare ricerca del proprio habitat. Il narratore e co-protagonista del romanzo è Mario, il migliore amico di Guido, dal quale si sente sempre condizionato finchè una serie di condizioni non lo porta a scegliere la strada giusta per la sua vita; è interessante la sua evoluzione psicologica, dapprima così vulnerabile e privo di scopi, in seguito trova slancio con l’intervento di Guido, poi una nuova crisi lo riporta “nell’abisso” e da questa esce fuori più forte e determinato che mai.
Personaggi secondari: Ablondi e Farvo sono il prototipo dei capoclasse, primo passo verso la “carriera” di dominatori politici e non (un altro esempio è dato dagli appartenenti al “Movimento degli Studenti”); i vari insegnanti, tra cui la Dratti e la Cavralli, sono gli strumenti per l’assimilazione di una cultura che Guido rifiuta, perché funzionale ad un rigido inquadramento che non lascia spazio alla creatività e alla ricerca; Nina è la ragazza di Guido per un certo periodo: la sua figura è interessante in quanto rappresenta un’antitesi tra la sua oppressa condizione di borghese e l’anticonformismo di Guido; Antonella è l’amica di Nina e la temporanea partner di Mario durante una riunione furtiva; Roberta è l’attraente ragazza con cui Mario si lega per oltre due anni, ma la loro vera storia d’amore dura poco più di un anno, perché il suo attaccamento alla vita materiale e alla routine cittadina va in contrasto con quanto vorrebbe Mario; la madre di Mario è un’artista che dopo la morte del marito si arrende a una vita da borghese che tuttavia non gli si addice: infatti, dopo la morte del secondo marito, ritorna al suo vecchio amore per la pittura e alla sua autonomia; il marito della madre è un affermato avvocato che rende tuttavia piatta la vita dei suoi congiunti proprio per la sua indole dedita esclusivamente a fini professionali; la madre di Guido, vittima dell’egocentrismo del figlio, che si ritroverà abbandonata non appena il figlio decide di partire, e ciò le provocherà un rancore mai represso; il gruppo di giovani turisti a Lesvos (Willie, Tricia, Theo, Rachel, Louise, Anne, Jeannette e Nick) che danno vita, principalmente per mano di Guido, a uno spensierato “scambio” e a una divertente fuga dal mondo; Aurelio, il ragazzo sbandato che Mario conosce all’università e che lo porta sulla “cattiva strada”; Martina, comprensiva e dotata di senso pratico, è la commessa di una libreria di Gubbio di cui Mario s’innamora e con cui costruisce la propria vita; Chiara, dolce e insieme rigida nella sua volontà di garantirsi una vita “normale”, è la sorella maggiore di Martina; i coniugi Quimandissett, figure misteriose e severe nella loro posizione altolocata, sono i genitori di Martina e Chiara, ma con le figlie non hanno un rapporto affettivo che si possa definire tale; Werner, un giovane tedesco fuggito da Francoforte per trovare un contatto diretto con la natura, anche se la sua attitudine per tutto ciò che è meccanico condiziona la sua psicologia e le sue scelte; Marzio, il fratello maggiore di Chiara e Martina, che, nel matrimonio di Guido e Chiara, ha un ruolo di contorno per dare vita a una sorta di party cittadino da cui i residenti presso le “due Case” si sentono totalmente estranei; Laurie, la ragazza di Guido durante il soggiorno a Melbourne, con la quale vive l’apice della sua depressione più totale; Salvatore Podrego, il lettore della casa editrice L’Allibratore (già il nome ne dà una connotazione vorace) che, assieme all’intervistatrice Antonella Salvioni, al presentatore Nanni Tamba e al produttore cinematografico di Roma, è la rappresentazione di un organo mediatico che specula sui talenti creativi per trarne solo vantaggio; i gemelli Chiara e Guido junior, “selvaggi” per la vita agreste ma di intelligenza acuta e pronta a interpretare le situazioni cui assistono; Livia e Paolo, due studenti universitari che decidono di intraprendere la vita contadina e che vengono a sostituire Guido e Chiara nella gestione dell’azienda di Mario; il contadino Raggi, il vicino di casa di Mario e la figura cui può far riferimento in situazioni d’avversità; Blanca, la giovane attrice spagnola che si lega a Guido, attratto dalla sua bellezza acerba e dal suo interesse spensierato verso il mondo; Giuliano, il bambino avuto da Chiara e che non si legherà mai alla figura paterna di Guido.
Istituzioni politiche e sociali: lo Stato e la sua burocrazia sono visti dai protagonisti come qualcosa che intrappola il cittadino e che rende ancora più lontana la libertà collettiva; perciò, il sindaco che sposa Guido e Chiara, il Comune che approva il progetto per il mulino, sono solo particolari di una vicenda che non li prende neanche in considerazione se non per il fatto che la vita dipende inevitabilmente dalla loro presenza. Il giudizio sui politici e sulla condotta di governo è altrettanto impietoso, mentre la società è vista su due piani: sotto sta la massa manipolata e uniformata, mentre al di sopra stanno i ricchi e potenti che tuttavia rimordono le loro scelte passate e sono spaventati dalla situazione che devono fronteggiare.
Temi: è possibile individuare sin dall’inizio che una delle tematiche principali è l’amicizia che intercorre tra Guido e Mario e che, seppur a fasi alterne, li mantiene uniti e nello stesso tempo forti della presenza talvolta consolatrice dell’altro. Proprio questo rapporto li porta a confrontarsi sulla propria vita e ognuno di essi ricerca il percorso che si sente di intraprendere (sono infatti solo “due di due possibili percorsi iniziati dallo stesso bivio”). Un altro tema rilevante è l’amore o, forse meglio, il rapporto che i due protagonisti hanno con il sesso femminile, Mario così prudente e risoluto mentre Guido così seducente e incontentabile. Su un piano più distante dal testo possiamo rintracciare il disagio che la generazione di Mario e Guido ha vissuto a seguito della crescita economica e industriale in Italia come nel resto del mondo; questo li porta quasi a non riconoscersi col mondo in cui vivono e a cercare nuove forme e nuovi valori su cui basare la propria vita. Tutta questa mentalità anarchica e rivoluzionaria si contrappone alla mediocrità dell’italiano medio che non si scosta mai da un’uniformità imposta “dall’alto”.
Rapporto narratore-personaggi: la focalizzazione è interna, impersonata da Mario, che narra in prima persona e ci espone i fatti in ordine cronologico senza alcuna anticipazione. Gli interventi dell’autore sono pressoché inesistenti, così come mutamenti del punto di vista.
Lingua e stile: la sintassi è semplice e poco elaborata, adatta a un pubblico vasto che viene presto coinvolto dalla prevalente paratassi usata nel periodare: questa scelta può essere motivata sia dalla quantità d’informazioni che l’autore deve fornirci della vicenda, sia dalla volontà di accentuare il significato d’ogni singola frase. Non sono presenti termini gergali, né termini difficili o parole straniere di una certa rilevanza, mentre è riscontrabile un’aggettivazione non troppo abbondante ma ricercata e piuttosto ricorrente (l’aggettivo “estraneo” è tra i più utilizzati ed è tra quelli che più rendono la situazione psicologica vissuta da Guido). Il registro linguistico è medio, talvolta si trovano spunti di registro informale nei dialoghi tra Guido e Mario, talvolta formale nelle lettere professionali o nelle citazioni da articoli di giornale, ma il fine di questo libro è quello di rendere la vicenda molto vicina ai canoni tradizionali.
Giudizio: devo affermare che il mio giudizio di questo libro è molto positivo in quanto ho ritrovato spunti di riflessione molto interessante: per esempio, perché rimanere sempre “dietro al vetro” invece che cercare di “romperlo”? Oppure, sono appagato dalle mie scelte o queste sono solo un rifugio per non affrontare qualcosa di nuovo, qualcosa che magari comporterebbe maggiori soddisfazioni per me stesso? Sento che i miei ideali e i valori su cui conto sono giusti o frutto soltanto di una mentalità comune pressantemente forgiata dai mass media? Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato efficace e scorrevole nella sua rigorosa paratassi e nel suo limitato vocabolario che fissa i concetti principali e talvolta li ripete per dargli ancor più rilievo; ho notato che nell’enumerazione di oggetti di qualunque ambito, l’autore fa ricorrente uso della coordinazione per asindeto (“Io e Martina e Werner e Chiara”, “la disperazione e l’orrore e la violenza di ritorno”) che pongono tutti i termini elencati sullo stesso piano, nel caso in cui non voglia esprimere alcuna prevalenza del precedente sugli altri. In ogni caso, sono rimasto molto affascinato dal personaggio di Mario, nel quale in qualche modo mi sono impersonato perché molto vicino a quanto talvolta sento di provare interiormente; lo considero anche un modello perché la sua determinazione gli ha fornito una vita stabile ma mai monotona, di cui essere orgoglioso perché egli stesso ne è stato l’artefice. Chissà se la mia vita sarà ancora più felice e imprevedibile della sua…!

Esempio