Fede e ragione, evoluzionismo e creativismo.

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Testo

FEDE E RAGIONE, EVOLUZIONISMO E CREATIVISMO

Rivista scientifica

Recentemente, in seguito alle dichiarazioni di un illustre uomo di fede, il cardinale Schonborn, si è riaccesa la vecchia controversia che oppone scienza e fede.
Mario Gargantini, nell’articolo “Come è nato il mondo?”, si vuole inserire in questo gigantesco dibattito con un’analisi critica delle due principali opzioni ideologiche sulla comparsa del mondo vivente, evidenziandone i rispettivi limiti , anche nelle più recenti teorizzazioni di Schonborn.
Cerchiamo di illustrare, semplificandoli, i complessi temi toccati dall’ autore.
Il punto di vista della Fede
Fin dalla notte dei tempi l’uomo si è sempre interrogato sull’origine di sé stesso e dell’universo, cercando di spiegarsi nascita e finalità della multiforme vita che ci circonda.
I primi tentativi dell’intelletto umano in tale ricerca furono ovviamente frustrati dalla mancanza di conoscenze scientifiche. Per secoli l’uomo occidentale ha tentato di colmare tale “ignoranza” con l’approccio religioso e col pensiero filosofico: Dio era il creatore di tutte le cose e la Bibbia era la cronaca rappresentativa del suo operato. Non basandosi su prove concrete ma solo sull’atto di fede, questa ideologia, che nell’800 prende il nome di Creazionismo (in contrapposizione al nascente Evoluzionismo), resta un’ipotesi indimostrabile che vuole interpretare le sacre scritture come fonte di scienza. Il rigido integralismo religioso, tentando di evitare la nascita nei laici di pericolosi dubbi sull’autorità della Chiesa, portò persino alla lettura della Genesi come un indiscutibile trattato scientifico. Tale posizione, intransigente ed esasperata, fu per secoli di grande ostacolo al progredire della scienza, e giunse a far condannare ogni dimostrazione in contrasto con le Sacre Scritture. (esemplare fu la condanna di Galilei e del suo “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”,scritto nel 1632).

Questo approccio insostenibile esiste ancor oggi, sebbene in una posizione minoritaria, in alcune Chiese Protestanti americane. Tuttavia tali interpretazioni, che considerano ciecamente la creazione come atto divino concluso e immutabile, non rappresentano il pensiero ufficiale della Chiesa Cattolica. Quest’ultima, infatti, più saggiamente e fin dai tempi di S. Agostino, riconosce la creazione divina come un divenire: essa cioè si realizza nel tempo, secondo il preciso progetto del Creatore già presente nelle cose al loro nascere.
Per contro, col passare dei secoli, il faticoso ma incoraggiante progredire del metodo scientifico, introdotto da Galileo, cominciò a dare spiegazioni dimostrabili a molti fenomeni un tempo ritenuti opera del soprannaturale; la conoscenza iniziò a ripagare gli scienziati laici e gli scettici delle tante frustrazioni subite a causa dell’integralismo religioso.
Il punto di vista della Scienza
Quando C. Darwin , per primo al mondo, descrisse nel 1859 l’evoluzione delle specie come un fatto dimostrato da evidenze fossili e genetiche, la Chiesa , opportunamente non rilevò alcun contrasto tra l’ideologia religiosa di S. Agostino e questa nuova scoperta sulla storia della vita. Nonostante ciò, il fronte laico, preso dall’euforia nei confronti dell’evoluzione biologica, esasperò questa teoria dando origine a un nuovo fondamentalismo: quello scientifico, da contrapporre a quello creazionista. La nascente convinzione dell’onnipotenza della scienza nello svelare i misteri della natura, portò i seguaci di Darwin ad affermare la superiorità della ragione sulla fede. Questa nuova scuola di pensiero, chiamata Evoluzionismo, spiegava la presenza delle varie specie come dovuta a mutazioni genetiche operate dal banale caso, e per la prima volta nella storia spiegava “il creato senza ricorrere al sovrannaturale”! Come tutte le ideologie si fondava su scarse dimostrazioni indiscutibili e, sebbene fu subito adottata dalla comunità scientifica, non tardò a manifestare alcune falle, come infatti evidenziarono le nuove ricerche nei campi della biochimica e della genetica molecolare.
L’Intelligent Design: un creativismo di ritorno
Proprio per cercare di colmare le falle dell’evoluzionismo darwiniano nascono, sul finire del 900, nuove ipotesi i sul processo evolutivo, definibili come Neodarwinismi.
Tra i loro ideatori, alcuni scienziati, stupefatti o forse scoraggiati dalla “irriducibile complessità” dell’universo, vogliono intravedere in un Progetto Intelligente (Intelligent Design) la “miglior spiegazione” del fenomeno vita. Su queste ultime argomentazioni si basa il Cardinale Schonborn per riproporre l’idea di un ” Creatore buono che continua a sostenere e guidare la sua creazione”.
Gargantini, ritiene quest’ultimo intervento un ennesimo errore di prospettiva perché non ci si può porre dal punto di vista razionale della scienza per giungere all’esistenza di Dio: si crede ad un Disegno Intelligente solo quando si crede in Dio.
Gargantini sostiene che Dio non si può dimostrare su base sperimentale né tanto meno , come vorrebbe Schonborn, sottolineando le lacune che ancora permangono nelle attuali teorie scientifiche. Si finirebbe col ridurre Dio al ruolo di riempitivo delle falle lasciate dalla scienza, dimenticandosi poi che, essendo creatore di ogni cosa, Dio avrebbe creato anche quello che la scienza ancora non spiega, compreso il tanto disprezzato strumento del caso.
Non si può che concordare con Gargantini nel ritenere non necessario criticare le teorie evoluzioniste o ricorrere alla scienza per credere in Dio: in pratica l’approccio ai “misteri” scientifici deve restare laico, cioè non ricorrere alla religione. Ragione e fede viaggiano su piani paralleli ben distinti, senza comportare reciproche invasioni di campo, per il bene di entrambe.

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