Il dissidio petrarchesco

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Testo

IL DISSIDIO INTERIORE DI PETRARCA
IL DISSIDIO NELLA POETICA
➢ LA LACERAZIONE ITERIORE
L’elemento in assoluto più caratterizzante della poetica di Petrarca è rappresentato dal suo dissidio interiore. Esso fu generato dall’esigenza di elevarsi a Dio, allontanandosi dal desiderio proprio della sua esistenza terrena.
Gli anni fondamentali che gettarono le basi per questa lacerazione interiore sono:
- il 1326, anno in cui intraprese la carriera ecclesiastica;
- il 1327, ad Avignone,l’anno in cui vide per la prima volta Laura, figura
Simbolico-allegorica utilizzata poeticamente da Petrarca per dare concretezza a questa Lacerazione.
Nelle sue opere si può cogliere una nuova concezione del mondo in cui la religione non è più il solo interesse dell’uomo, accanto ad essa si affermao altri interessi come la gloria, l’amore, l’interesse per gli antichi autori latini che non erano cristiani ma pagani. Petrarca quindi ha come un senso di colpa e di lacerazione interiore perché si allontana dai precetti religiosi ed è come se fosse diviso e indeciso sulla scelta da compiere tra amore terreno e amore divino. Sente di vivere da peccatore ma allo stesso tempo non riesce resistere alle lusinghe terrene contro la sua coscienza.
Laura infatti con la sua bellezza fisica e spirituale si pose al centro dei suoi pensieri più intimi e dei suoi sentimenti più profondi. Così le due realtà opposte a cui Petrarca tende fanno da catalizzatore a tutte le sue opere. Fu un intellettuale inquieto, acuto critico delle vicende storiche in cui, suo malgrado, visse.
➢ IL ‘ SECRETUM’
Tra il ’42 e il ’43 Petrarca scrisse il Secretum, un’opera volta all’analisi della propria interiorità infatti la traduzione italiana più appropriata del titolo è ‘il conflitto segreto dei miei affanni’.
Ma dal Secretum esce solo uno spietato esame di coscienza, cioè la conferma dell'impossibilità di diventare un uomo nuovo come l’ obbiettivo che si era proposto. Infatti non riesce abbandonare definitivamente lo stato iniziale di contraddizione: perché il divino e l’ umano, di cui tenta una conciliazione (vorrebbe che le cose terrene durassero eterne come quelle divine, e che il piacere terreno, l'amore e la gloria non si tingessero dell'ombra del peccato), restano irrimediabilmente contrastanti. Il testo è strutturato in 3 libri che si svolgono nelle tre giornate in cui Petrarca immagina un dialogo con Agostino, il santo che considera come guida spirituale. Agostino rappresenta la proiezione della sua coscienza che analizza la realtà peccatrice in cui vive Petrarca. Agostino quindi smonta gli alibi morali dietro cui il Petrarca peccatore si nasconde e che è disposto ad imparare la realtà che Agostino tira fuori ma non riesce a staccarsi dalle lusinghe terrene. Un importante passo del libro è nel secondo libro in cui vengono analizzati i 7 peccati capitali, in particolare l’accidia.
‘ L'accidia è il più intellettuale dei peccati. E' il rifiuto della vita, dei suoi pericoli e dei suoi dolori. E poichè non è naturale dire di no alla vita, solo l'intelligenza può portare a una simile distorsione e mantenerla in essere. Ma ciò significa, dire di no alla bellezza e alla gioia della vita, e condannarsi a un polveroso, gialliccio e stantio destino di romitaggio, tanto più odiato e insopportabile, quanto più necesssario e irrinunciabile.’
(Dal Doctor Faust di C. Marlowe)
Questa infatti è la situazione in cui Petrarca si riconosce perché non riesce a reagire al suo stato contraddittorio, infatti l’opera non si chiude con una definitiva soluzione del problema perché, nonostante i buoni propositi, rimane legato ai desideri terreni di gloria e di amore con continui rimorsi religiosi perché mantiene anche un desiderio di conquista di una vita ascetica.
➢ IL ‘CANZONIERE’
Petrarca scrisse un’opera intitolata il Canzoniere, essa è la storia di un’anima , del suo dissidio interiore e delle sue contraddizioni intime. Nell’opera si può cogliere una nuova concezione del mondo in cui la religione non è più il solo interesse dell’uomo, accanto ad essa ci sono altri interessi come la gloria, l’amore, l’interesse per gli antichi autori latini che non erano cristiani ma pagani Petrarca è quindi, come già detto, diviso tra l’amore umane e l’amore divino. Questa frammentarietà dell’anima si riconosce nei versi del Canzoniere, dove il poeta alcune volte appare felice di amare Laura e di essere amato, altre si sente in colpa per essersi allontanato dai precetti della religione, preferendo l’amore di una donna all’amore di Dio. Spesso egli appare triste perché Laura lo rifiuta e così sembra deciso a rinunciare a lei per amare solo Dio .L’incertezza e i dubbi del poeta,quindi, si riscontrano in tutta l’opera: essa infatti è una sorta di diario , di confessione autobiografica del poeta.
L’amore per Laura è, come le altre passioni, un ostacolo al raggiungimento dell’equilibrio interiore. In sintesi Laura è l’amore profano, il relativo, il temporale, mentre Petrarca aspira al divino, all’assoluto e al divino ma non sa frenare il proprio desiderio

ANALISI DI ‘SOLO E PENSOSO I PIU’ DESERTI CAMPI (XXXV)
➢ LETTURA DEL BRANO
1 Solo e pensoso i più deserti campi
2 vo mesurando a passi tardi e lenti,
3 e gli occhi porto per fuggire intenti
4 ove vestigio uman l’arena stampi.

5 Altro schermo non trovo che mi scampi
6 dal manifesto accorger de le genti,
7 perché negli atti d’allegrezza spenti
8 di fuor si legge com’io dentro avvampi:
9 sì ch’io mi credo ormai che monti e piagge
10 e fiumi e selve sappian di che tempre
11 sia la mia vita, ch’è celata altrui.

12 Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
13 cercar non so ch’Amor non venga sempre
14 ragionando con meco, ed io co llui.
➢ PARAFRASI
Solitario e assorto percorro con lentezza, misurando assorto le località più solitarie,[B1]e volgo attorno lo sguardo per evitare i luoghi segnati da tracce umane. Non trovo altro riparo che mi permetta di sfuggire all’evidente accorgersi della mia situazione da parte degli altri, infatti dai miei atteggiamenti mesti si comprende chiaramente come io arda dentro di me: tanto che io ormai sono persuaso che monti, campagne, fiumi, selve avvertano di quale genere sia la mia vita che nascondo all’indiscrezione degli altri. Ma tuttavia non riesco a trovare vie così ardue né così pericolose tali che Amore non mi segua parlando con me, ed io con lui.
➢ ANALISI
-ASPETTO VISIVO
Sonetto
-PARTIZIONE
3 parti:-prima quartina
-seconda quartina, prima terzina
-seconda terzina
-TEMPI VERBALI
Il tempo nettamente predominante è il presente perché ha un valore di durata, cioè descrive una situazione esistenziale che è sempre attuale.
I due gerundi, “mesurando” al verso due e “ragionando”all’ultimo verso hanno un valore continuativo, mettono cioè in risalto l’aspetto durativo dell’azione.
-ANALISI CONTENUTISTICA
Il tema centrale del sonetto è la solitudine; cioè la solitudine che Petrarca ricerca per alleviare il tormento interiore che gli provoca il dissidio. Tutto ruota attorno allo stato di inquietudine dell’io lirico e non viene menzionata Laura che rappresenta la rincorsa a tutto quello che si desidera. La lacerazione interiore viene messa in risalto dal vagare al verso uno e due, dal fuggire al verso tre e dall’aspetto mesto al verso sette.
Importante ruolo assume il paesaggio in quanto gli elementi naturali partecipi e confidenti dell’interiorità del poeta che fugge dagli uomini. Il paesaggio non ha concretezza fisica, è molto vago e assume una dimensione interiore, rispecchia l’interiorità del poeta.
Ma nonostante Petrarca cerchi di isolarsi in un luogo dove il paesaggio rispetta la sua volontà di solitudine, è perseguitato dai suoi tormenti e in particolare dalle pene amorose, lasciando così il dissidio aperto e senza soluzione.
-ANALISI FORMALE
Livello sintattico
Le 2 quartite sono costruite simmetricamente: Entrambe sono formate da due proposizioni di 2 versi ciascuna. La prima proposizione di tutte e due le quartine sono legate da congiunzioni alla seconda proposizione: relativamente “e” all’ inizio del terzo verso e “perché” all’inizio del settimo. Simmetriche sono anche le due coppie di aggettivi “Solo e pensoso” all’ inizio del primo verso e “tardi e lenti” alla fine del secondo verso, quindi all’inizio e alla fine della prima proposizione.
Altre simmetrie sono l’antitesi “di fuor” e “dentro” all’ottavo verso, e i parallelismi quali “si aspre”,”si selvagge” al verso dodici e tutto il tredicesimo verso: “ragionando meco, ed io co llui”.
Importante è anche da prendere in considerazione il polisindeto “monti e piagge/fiumi e selve” che viene unito ma però anche pezzato dall’ enjambement tra il primo e il secondo verso.
Quindi tutto il sonetto è costruito secondo una simmetria binaria che rimanda conseguentemente al dissidio interiore di Petrarca.
Livello retorico
In questa poesia non abusa di figure retoriche: importante è la personificazione dell’amore e l’ossimoro tra “spenti” e “avvampi” ai versi sette e otto che rispettano la costruzione simmetrica in quanto individuano due campi semantici antitetici.
[B1]

Esempio