Il Positivismo, gli Antipositivisti, Verga e il Ciclo dei Vinti

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Testo

IL POSITIVISMO E VERGA
POSITIVISMO
Il Positivismo è un indirizzo di pensiero nato in Francia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Il termine venne coniato dal filosofo utopista de Saint Simon per indicare il metodo seguito dalle scienze positive (matematica, fisica e scienze naturali) fondato sull’osservazione reale dei fenomeni, sulla sperimentazione, la verifica della teoria e la prova dei fatti.
Questa cultura nasce dal bisogno di rappresentare la realtà in maniera concreta ed oggettiva, delineando le problematiche sociali e politiche affrontate con metodo scientifico e sperimentale da uno scrittore scienziato attraverso la sociologia, la psicanalisi e la teoria dell’evoluzione.
FRIEDRICH NIETZSCHE
A confutare la tesi di una società orientata al miglioramento si schierò il nichilista Friedrich Nietzsche , che in risposta all’assoluta fiducia nella ragione negò l’esistenza di qualsiasi valore e verità (nichilismo = nulla). Il superuomo è un uomo libero, incondizionato da idee e leggi imposte dall’alto, impegnato a realizzare totalmente sé stesso, disposto a superare gli ostacoli della morale a costo di reprimere desideri ed aspirazioni individuali.
SIGMUND FREUD
Il neurologo Sigmund Freud ipotizzò l’esistenza dell’inconscio, una zona oscura tra il subconscio e il conscio, capace di condizionare l’attività cosciente degli individui. Analizzando ciò che rimane appunto sotto la soglia della coscienza, Freud fondò la psicanalisi, volta a tentare la cura dei disturbi mentali. Freud scoprì inoltre la sessualità (libido) nella vita psichica e il complesso di Edipo e di Elettra, ovverosia un forte sentimento di gelosia del bambino nei confronti del genitore dello stesso sesso e la lotta per il possesso del genitore prediletto di cui è innamorato. Queste affermazioni misero fortemente in discussione la morale comune e portarono a violente reazioni.
Freud riconosceva tre livelli nella vita psichica: Es, Io, Super Io. Es corrisponde all’inconscio ove risiedono istinti, paure e traumi rimossi dalla coscienza; l’Io è la coscienza propria fatta di ricordi e volta a raggiungere un equilibrio con ciò che lo circonda; il Super Io è l’insieme di norme morali e insegnamenti dettati dalla società ed impartiti fin dall’infanzia. Il Super Io controlla la coscienza e reprime ciò che la morale non permette; in mancanza di questo equilibrio si genera la nevrosi. Metodo fondamentale per la psicanalisi era l’interpretazione dei sogni.
HENRI BERGSON
Il filosofo francese Henri Bergson tentò di recuperare la tradizione spiritualistica abbandonata dal Positivismo operando una fusione tra scienza e religione. La sua concezione del tempo era distinta di due livelli: il primo vede nel tempo una successione di momenti statici rappresentati nello spazio come una linea, nell’immaginario standardizzato comune (distinzione passato, presente, futuro); il secondo vede il tempo come durata pura non in relazione con lo spazio in cui l’Io vive il presente, il passato ed il futuro nello stesso istante.
Secondo Bergson vi sono due metodi distinti di conoscere le cose: la prima consente di conoscerle dall’esterno in modo superficiale, la seconda, che lo stesso definisce “intuizione”, è capace di andare al cuore della cosa e coglierne totalmente la vera essenza spirituale.
VERISMO E NATURALISMO
In concomitanza con la nascita del Positivismo, in Italia nasceva il Verismo e in Francia il Naturalismo. L’espressione letteraria che accompagna queste correnti di pensiero entrambe tendenti a rappresentare la realtà in maniera concreta e oggettiva è il romanzo, il quale ha le seguenti caratteristiche: è lo specchio della mentalità borghese e dei suoi valori; soddisfa e esigenze dei lettori di media cultura del tempo; era strumento di analisi della realtà sociale. I più grandi esponenti del Naturalismo furono HONORE’ DE BALZAC, GUSTAVE FLAUBERT, F.lli EDMOND e JULES DE GONCOURT ed EMILE ZOLA.
F.LLI GONCOURT
I f.lli Goncourt scrissero in collaborazione numerosi romanzi ambientati nella Parigi del tempo descrivendo storie di vita quotidiana delle classe inferiori, vittime del processo di industrializzazione, anche negli aspetti più degradanti, brutti e deformi. I loro scritti sono manifesto del Naturalismo, e descrivono le caratteristiche del nuovo romanzo, che dovrà essere vero, raccontare fatti raccolti dalla strada e sconvolgere e turbare il pubblico con vicende tristi e violente.
La prefazione del loro più celebre romanzo, Germinie Lacerteux, gli autori informano il lettore dell’operazione culturale che hanno intrapreso nella stesura del romanzo. Il lettore, che può coincidere con un appartenente delle classi inferiori dato che in un modo di uguaglianza ha diritto al romanzo, è abituato a leggere storie false, piene di illusioni e a lieto fine, mentre le loro raccontano pure e crude realtà.
EMILE ZOLA
Dopo una serie di racconti di ispirazione romantica, Emile Zola pubblicò Teresa Raquin, un romanzo naturalista che i critici definirono osceno ed immorale; ne seguirono i crudi romanzi Il Ventre di Parigi, L’ammazzatoio e Il Germinale. Ne Il Romanzo Sperimentale, Zola espose il programma letterario dello scrittore naturalista, il quale deve seguire determinati principi: lo scrittore deve fare proprio il metodo sperimentale delle scienze per applicarlo ai fenomeni morali e spirituali, deve osservare precisamente caratteri e comportamenti degli individui del suo romanzo e calarli in precisi contesti ambientali per sperimentarne i cambiamenti. Il romanzo diventa dunque un verbale dell’esperimento, e come tale deve essere totalmente impersonale ed oggettivo. Se tutti i principi verranno rispettati, allora questo potente strumento contribuirà al miglioramento della società (funzione sociale della letteratura).
Il romanzo L’Ammazzatoio, parte integrante di Teresa Raquin, narra di Gervasia, una lavandaia parigina abbandonata dal marito con due figli a carico; la donna si sposa nuovamente con un operaio che ben presto rimane vittima di un incidente sul lavoro e successivamente spende tutti i risparmi della moglie in una losca osteria del luogo, l’Ammazzatoio appunto, a bere ed ubriacarsi con gli amici. Stremata e avvilita Gervasia si abbandona anch’essa all’alcool, degradandosi senza possibilità di rimedio, fino alla prostituzione. Alla morte del marito, Gervasia è ridotta a vivere in un sottoscala, dove morirà poco dopo di fame e di stenti.
CHARLES BAUDELAIRE
Charles Baudelaire era un poeta, critico e studioso dei problemi estetici, profondamente contrariato dalla società borghese ed industriale ma allo stesso tempo abituato ad uno stile di vita all’insegna della sregolatezza. Egli sosteneva che la suggestione delle parole e dei simboli potesse essere oggetto di ispirazione: la sua opinione decretò la nascita del Simbolismo. Inoltre Baudelaire definì la poesia dalla morale e dalla filosofia, elaborando il concetto di poesia pura ed inaugurando la poesia moderna.
Riflettendo sulle condizioni dell’uomo, della natura e sulla funzione del poeta, Baudelaire teorizzò la poetica delle corrispondenze, per il quale solo l’uomo che vive in sintonia con la natura ne può percepire profumi, colori e suoni che tra di loro hanno delle corrispondenze. Attraverso l’intuizione e l’immaginazione il poeta può scoprire e celebrare queste corrispondenze, che la natura, luogo sacro del mistero, cela. L’opera più celebre di Baudelaire è I Fiori del Male, raccolta poetica che destò polemiche e la condanna alla soppressione di alcune poesie.
VERGA
Nato a Catania nel 1840, Verga era un nobile liberale patriottico favorevole all’Unità d’Italia. Si iscrisse senza successo a legge all’età di 18 anni, dedicandosi alla lettura di romanzi francesi e mediocri produzioni letterarie storico-romantiche, senza mai interessarsi ai classici. All’età di trent’anni si spostò nella capitale del Regno d’Italia, Firenze, dove strinse amicizia con un teorico del Verismo; a Milano, pochi anni dopo, sebbene frequentasse gli Scapigliati, aveva passione per i romanzi di Balzac, Flaubert, Zola, Moupassant e i f.lli Goncourt. Nel 1874 iniziò la conversione al Verismo con Nedda, conversione che si concluse solo con la stesura di Vita da Campi, raccolta che include Rosso Malpelo, prima vera produzione Verista. Successivamente pubblica i Malavoglia, le Novelle Rusticane e progetta il Ciclo dei Vinti senza mai concluderlo. Muore nel 1922 a Catania dopo una crisi creativa e scarse produzioni letterarie.
ECLISSI
Visione oggettiva della situazione, priva di interventi e giudizi dell’autore, il quale descrive con gli occhi del popolo, allo scopo di dare la sensazione al lettore di far parte del romanzo stesso.
REGRESSIONE
Il narratore non è onnisciente, ma al contrario si cala di panni del popolo e usa lo stesso suo linguaggio regredendo dal proprio, più corretto e acculturato. Nel testo sono presenti detti, proverbi e dialetti popolari, a dimostrazione della loro saggezza, esperienza e cultura.
STRANIAMENTO
Inserimento di valori assurdi e strani tipici del pensiero popolare, riconosciuti normali solo dal narratore e dal popolo stesso, ma non dal lettore, allo scopo di mettere in luce il divario esistente tra narratore (popolo) ed autore (lettore).
DISCORSO INDIRETTO LIBERO
Tecnica di regressione ed eclissi volta a sottolineare il punto di vista dei protagonisti. Tramite questa tecnica il narratore esprime i pensieri in terza persona senza l’uso di verbi dichiarativi, punteggiatura e tempi verbali quali imperfetto e condizionale passato.
ROSSO MALPELO
Terminato nel 1878 e pubblicato nella raccolta Vita da Campi, il racconto ha lo scopo di descrivere le misere condizioni di vita in miniera, caratterizzati da solitudine e rassegnazione, ove vige la legge del più forte e il più debole è destinato a perire. La visione pessimistica della condizione umana alla quale non vi è un riscatto, introduce il pensiero espresso da Verga ne Il Ciclo dei Vinti: il giovane protagonista Malpelo, infatti, come il padre e il piccolo amico Ranocchio, è destinato alla sofferenza e alla miseria. Come ogni produzione Verista, il narratore è popolare dunque l’autore si eclissa e lascia spazio alla regressione e allo straniamento.
NEDDA
Bozzetto siciliano steso nel 1874 e prima produzione semi verista di Verga. Il genere, anziché essere un romanzo, è ancora una novella ambientata non in una città, ma in una campagna ove è più presente il degrado socio-economico. Dal tono psicologico sentimentale proprio degli Scapigliati, verga passa al giudizio morale, seppur facendo notare la sua presenza all’interno della narrazione. La presentazione della novella è fantastica, tipica di una fiaba. La presenza del narratore è sentita soprattutto nella descrizione della giovane, vinta protagonista, Nedda, per la quale prova pietà; il tono usato per descriverla mette il lettore nella posizione del narratore instaurando un rapporto complice. Nedda ha capelli neri, folti e arruffati, è vestita di stracci, ha occhi neri ed un sorriso attraente, è timida e rassegnata, il suo corpo è piegato e sfruttato come quello di una bestia, come si può notare dalle sue mani e dai suoi piedi.
IL CICLO DEI VINTI
Sul modello di Zola, Verga descrive uno spaccato della vita moderna passando in rassegna tutti i ceti sociali, dai più umili e semplici ai più ricchi e complicati. La raccolta avrebbe dovuto presentare i seguenti romanzi, i protagonisti dei quali sarebbero inoltre collegati tra loro da un rapporto di parentela.
- I MALAVOGLIA: lotta per i bisogni materiali, mito della famiglia
- MASTRO DON GESUALDO: borghese avido di ricchezza, mito della roba
- LA DUCHESSA DI LEYRA: aristocratica vanitosa
- L’ONOREVOLE SCIPIONI: nobile avvocato con forti ambizioni politiche
- L’UOMO DI LUSSO: artista che riassume in sé tutte le bramosie e le vanità
Nella prefazione ai Malavoglia, Verga presenta, pur esponendo il proprio pensiero, il progetto del Ciclo dei Vinti, che dovrà essere uno studio sincero e spassionato, dettagliato e oggettivo dei comportamenti di determinati individui in determinati ambienti sociali. Il motivo per cui Verga decide di iniziare dalla classe più umile, quella di onesti pescatori, è dato dal fatto che il meccanismo che regola i loro istinti è meno complicato.
Per prima cosa, l’uomo che cede all’ambizione del progresso per migliorare il proprio stato è destinato ad una rovinosa sconfitta.
IDEALE DELL’OSTRICA: coloro che desiderano staccarsi dallo scoglio saranno travolti ed irrimediabilmente vinti dalla fiumana del progresso.
Verga non crede nell’ideologia positivista del progresso, che da lontano sembra la salvezza, colui che trasforma i vizi in virtù, ma che quanto arriva porta sconfitta e perdizione. Nemmeno lo scrittore Verista scampa alla corrente del progresso, e come tutti viene travolto. In questa lotta contro il progresso tutti, a qualsiasi livello sociale, sono perdenti, e i vincitori di oggi saranno i vinti di domani.
L’autore si deve limitare ad osservare a debita distanza e rappresentare la situazione senza giudicarla.
NOVELLE RUSTICANE
Novelle Rusticane è una raccolta scritta tra il 1881 e il 1882 e in seguito pubblicata nel 1883; comprende dodici novelle ambientate in Sicilia riguardanti storie di vita di contadini e piccoli proprietari terrieri, individui dunque con situazioni economiche e sociali più elevate ed orientati all’ascesa sociale. I temi ricorrenti sono l’ingiustizia, l’impotenza ma soprattutto l’ossessione di accumulare roba. La materia infatti è metro di giudizio, nonostante il continuo accumulare non serva a niente; ciò sta a significare che qualunque realtà è dominata dalla legge del più forte, dall’interesse economico e dall’avidità, non dal bisogno di sopravvivenza: ognuno è quello che ha. Questi soggetti, nonostante la classe sociale a cui appartengono, non miglioreranno mai e si trasformeranno in vinti.

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