scheda libro "castello d'otranto"

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Data:21.12.2005
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Testo

IL CASTELLO D’OTRANTO

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

AUTORE:
Horace Walpole nacque a Londra il 24 Settembre del 1717. Fra il 1735 e il 1739 studiò al Trinity College di Cambridge. Nel 1751 divenne membro del parlamento. Nel 1765 pubblicò il suo unico romanzo, The castle of Otranto, il quale ottenne un gran successo.
Il 2 Marzo 1797 Horace Walpole muore a Londra, in Berkeley Square,
PERSONAGGI:
- Manfredo: è il personaggio principale del romanzo, quello che compare più sovente. E’ un uomo di mezza età, padre di famiglia e principe amato dal popolo. Anche se all’inizio può sembrare un uomo buono, il parere che mi sono fatto io è tutt’altro che positivo. Secondo me è un uomo meschino ed egoista, e ciò lo dimostra il fatto che alla morte di suo figlio non si preoccupa tanto per lui ma per il suo successore, decide così di sposare lui Isabella (che è la moglie di suo figlio) per dare alla luce un bambino maschio, senza pensare a sua moglie Ippolita (donna splendida e pia). E’ un uomo molto loquace e con le sue parole riesce a persuadere molta gente; ad esempio quando parla con padre Girolamo e gli dice: “…io rendo onore alle virtù di Ippolita: la considero una santa, e vorrei che servisse alla salvezza della mia anima stringere ancor più il nodo che ci unisce; ma, ahimè, padre, voi non conoscete la mia più amara pena…da qualche tempo ormai nutro veri e propri dubbi sulla legalità della nostra unione...”. Con questo discorso si può capire benissimo come Manfredo sapesse convincere bene la gente, anche con delle storie assurde (..legalità della nostra unione…).
Manfredo ha un carattere molto irascibile, è una persona impaziente e irragionevole, non sa cos’è la modestia. E’ sicuramente il protagonista del libro, attorno a lui gira tutta la storia.
- Ippolita: è la moglie di Manfredo, una donna sensibile, molto bella e pia. Si preoccupa spesso per suo marito e pur non essendo trattata molto bene da lui, gli è sempre devota. Non compare spesso nel romanzo, ma da quelle poche volte che c’è si può notare che donna generosa e altruista sia. Ha un grande amore per sua figlia Matilda.
- Matilda: è la figlia di Manfredo e Ippolita, una splendida fanciulla anche lei molto pia e devota alla religione. Per sua sfortuna (dico sfortuna perché a causa di ciò verrà poi uccisa) s’innamora di un giovane, il contadino Teodoro. E’ una principessa molto ubbidiente al padre e anche lei, come la madre, non ha un ruolo ben preciso nel romanzo; non si può definire un’antagonista né un’aiutante (pur obbedendo sempre a suo padre, non vuol dire che era sempre d’accordo con lui).
- Isabella: è la “vedova” di Corrado (vedova non con un significato legale, infatti non si erano sposati) una donna molto bella, però anche meno pia di Matilda e Ippolita; infatti non era assolutamente d’accordo sulla decisione di Matilda di ritirarsi in un convento. Isabella può essere considerata l’oggetto del romanzo, è infatti il personaggio desiderato (era desiderata da Manfredo) che mette in moto l’azione.
- Teodoro: è il contadino che aiuta sempre Isabella (si può considerare un aiutante, ma anche un avversario) a fuggire da Manfredo; s’innamora di Matilda e rischia molte volte di essere messo a morte dal principe a causa della sua troppa audacia . E’ un giovane molto bello, coraggioso e sincero, anche se a causa di questa dote rischia troppo spesso la vita. Viene spesso notata la sua somiglianza con un antenato della famiglia: Alfonso.

Questi che ho appena descritto erano i personaggi principali del libro. Non bisogna però dimenticare padre Girolamo (un frate spesso contrario alle assurde decisioni di Manfredo; ama molto Ippolita e quando può la difende), la cameriera Bianca (donna pettegola e loquace; viene licenziata da Manfredo per aver detto troppe cose al marchese Federico), il marchese Federico (che compare solo alla fine; è il padre di Isabella e vuole portarsi via sua figlia).
La tecnica di presentazione dei personaggi usata da Horace è poco concentrata sulla descrizione; sono, infatti, caratterizzati tramite indizi con cui il lettore deve riuscire a farsi un’idea di loro.

LUOGO:
La storia è ambientata in un luogo non ben precisato
TEMPO:
il racconto è ambientato nel medioevo e la vicenda dura circa due-tre giorni
PUNTO DI VISTA:
Il narratore è esterno

RIASSUNTO:
Manfredo era il principe d’Otranto e la sua famiglia era composta da sua moglie Isabella, sua figlia Matilda e il figlio Corrado che doveva sposarsi.
Il giorno delle nozze, mentre il giovane stava attraversando il cortile fu ucciso da un elmo enorme, molto simile a quello della statua d’Alfredo e questo fu l’inizio di tutti i guai.
Del crimine fu accusato un contadino che passava.
Poco dopo il funerale del giovane, Manfredo parlò con Isabella, la promessa sposa di Corrado, chiedendole di avere un rapporto con lui per generare un figlio maschio per avere un discendente. La giovane, indignata, fuggì nei sotterranei dove incontrò il contadino, che era riuscito a fuggire, il quale la aiutò a trovare il passaggio segreto che conduceva al convento vicino.
Mentre Manfredo era in cerca d’Isabella s’imbatté nel giovane, quando lo vide s’infuriò molto perché questi si mostrò spavaldo e per niente intimorito dal principe; stava per scoppiare una lite quando dei servi, che stavano aiutando il loro padrone nelle ricerche, accorsero gridando di aver visto un fantasma. Questo distrasse Manfredo dal contadino che venne rinchiuso in una stanza inutilizzata del castello.
Il giovane si affacciò alla finestra della camera e conobbe Matilda la quale s’interessò del motivo della sua presenza nel castello.
Manfredo convocò Girolamo, il frate del monastero vicino, per discutere della faccenda d’Isabella e, nel frattempo, chiamò al cospetto il contadino per giustiziarlo.
Il monaco riconobbe in lui suo figlio ed ebbe la grazia dal principe ma il giovane fu rinchiuso comunque in cella.
Giunse al castello un certo Federico, venuto per riprendersi la figlia Isabella; quando questi viene a conoscenza della sua fuga organizza una ricerca, aiutato da Manfredo e i suoi servi.
Il castello rimane praticamente vuoto, solo le donne e il prigioniero restano nella reggia; allora Matilda libera il contadino e gli offre un’armatura per difendersi. Sotto consiglio della giovane il giovane si dirige verso una foresta dove incontra Isabella e decide di aiutarla ancora. I due vengono scoperti dal marchese Federico che viene ferito dal contadino; qui Isabella scopre che questi era suo padre e lo portano al castello per medicarlo.
Nella reggia nasce una discussione perché Federico accusa Manfredo di non essere il legittimo erede del principato d’Otranto; allora Ippolita ha un’idea: dare in sposa Matilda a Federico in modo da salvare, in parte, l’immagine della famiglia.
Mentre Manfredo presentava la proposta al marchese una serva arrivò urlando di aver visto un fantasma.
Quella sera ci fu una festa e al termine tutti si ritirarono nelle proprie stanze; Federico desiderava parlare con Ippolita e andò nell’oratorio dove questa era solita ritirarsi. Quando vi entrò vide uno scheletro incappucciato che gli disse di dimenticare Matilda.
Il marchese s’infuriò, dato che desiderava sposare la ragazza, e si diresse nella sua stanza dove incontrò Manfredo mezzo ubriaco che lo invitava a far baldoria con lui; Federico gli sbatté la porta in faccia, lasciando il conte molto adirato. Questi si diresse verso il monastero dove Matilda e il contadino stavano parlando di un loro matrimonio e qui Manfredo decise di uccidere la figlia.
Dopo questo gesto sconsiderato decise di rinunciare al principato e lasciarlo a Federico.

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