De Brevitate Vitae, (3, 4-5)

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Testo

De Brevitate Vitae – Seneca, (3, 4-5)
Orbene cosa è al centro del dibattito? Vivete come destinati foste a viver per sempre, giammai la vostra umana fragilità vi è d’aiuto, non osservate quanto tempo è trascorso omai; ne impiegate come se molto ne aveste e in abbondanza, piuttosto che come se, quello stesso giorno che regalate a questi o a quell’altra cosa, l’ultimo vostro fosse. Tutto quanto possa apparirvi seco voi destinato a condivider la morte, da voi è temuto; tutto quanto ritenete ne sia immune è da voi bramato.
Sentirai i più dire: «Dal cinquantesimo anno mi ritirerò a vita privata, il sessantesimo anno mi dispenserà dai senatori uffici ». E quale uomo ascolterai che ti garantisca una vita più lunga? Chi permetterà che queste cose procedano secondo le tue disposizioni? Non ti vergogni di riservare a te stesso gli avanzi della vita tua e di dedicare al benessere del tuo spirito solo il tempo che in null’altra cosa possa essere impiegato? Quanto è tardi orbene per iniziare a vivere dovendo finire!Quale stoltissima dimenticanza dell’esser mortali è il rimandare ai cinquanta e sessanta anni la realizzazione dei buoni propositi e poi voler incominciare la vera e propria vita, laddove pochi arrivano!
AMEDEO ARENA
N.B.: mi scuso per l’ampolloso stile e classicheggiante della mia traduzione, ritengo tuttavia che unico sia degno ed il solo che lustro possa dar nel volgar nostro all’aforismatico periodare, all’icastica eloquenza senecana.

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