De coniuratione catilinae, libro XXXI

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Libro XXXI
"La cittadinanza era scossa dalle quali cose e l'aspetto della città era mutato . Improvvisamente la tristezza prese tutti dopo la somma gioia e spensieratezza che la lunga pace aveva prodotto : si agitavano trepidavano , non si fidavano abbastanza nè del luogo nè di alcun uomo , non facevano guerra nè godevano la pace , ciascuno misurava il pericolo secondo il suo timore . Inoltre le donne , nelle quali un timore inconsueto della guerra , a causa della grandezza dello stato era entrata , si affliggevano , supplicando levavano le mani al cielo , commiseravano i pericoli , i figli , chiedevano notizie , temevano ogni cosa , messe da parte superbia e divertimenti , diffidavano per sè e per la patria . Ma l'animo crudele di Catilina agitava le stesse cose , sebbene le difese preparate ed egli stesso fosse chiamato in giudizio da Lucio Paolo secondo la legge Plauzia . Infine si presentò in senato , per nascondere o difendersi , come se fosse provocato da una ingiustizia."