Lettere a Lucilio (Seneca), Libro V, Lettera 3

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Testo

LETTERA III
LA VERA NOBILTА E' LA VIRTЩ
Tu mi ridiventi un'altra volta piccino. Mi dici che ti ha trattato male prima la natura e poi la fortuna, mentre tu puoi benissimo superare il volgo e salire alla massima felicitа concessa all'uomo. Se qualcosa di buono vi и nella filosofia и questo, che non guarda a stemmi: tutti gli uomini se si riportano alla prima origine discendono dagli Dei. Tu sci cavaliere romano, ed a tale ordine ti ha innalzato la tua solerte attivitа: ma vedi che i quattordici sedili per molti sono chiusi, e vedi che il Senato non accetta tutti, e persino l'esercito accoglie con un certo stento pur coloro che poi manda incontro a fatiche ed a pericoli, mentre la virtщ и possibile a tutti, e tutti per essa siamo nobili. La filosofia non respinge nessuno e non fa speciali scelte: splende per tutti. Socrate non fu un patrizio, Cleante attingeva acqua e impiegт la sua attivitа ad irrigare gli orti. Platone non era un nobile quando la filosofia lo accolse; ma proprio la filosofia lo fece nobile. Qual и la ragione per cui tu disperi di poter divenire uguale a costoro? Essi sono tuoi antenati se tu ti stimi degno di loro: e tale ti stimerai se tu vorrai persuaderti che da nessuno sei superato in nobiltа. Tutti abbiamo un uguale numero di antenati, e l'origine prima di ognuno и al di lа di ogni ricordo.
Platone dice che non vi и re che non discenda da schiavi e non vi и schiavo che non discenda da re. Il lungo variare dei tempi ha mescolato le diverse condizioni sociali e poi la fortuna le ha capovolte a suo capriccio. Chi dunque и nobile? chi и ben disposto da natura alla virtщ. A questo solo valore bisogna tener volto lo sguardo: che se ci si volge a riandare l'antica etа ognuno finisce per riportarsi ad un punto, prima del quale и il nulla. Un'alterna serie di avi nobili e oscuri ci ha portato dalla prima origine del mondo fino a questo nostro tempo.* Non и un atrio pieno di ritratti affumicati che ci dа la nobiltа: nessuno и vissuto per la nostra gloria e non appartiene a noi quello che и stato avanti di noi. La nobiltа и data dall'animo, il quale, in qualsiasi condizione si trovi, ha sempre la possibilitа di sollevarsi sopra la fortuna stessa. Supponi di non essere un cavaliere romano, ma uno schiavo affrancato: ebbene tu potrai fare in modo di essere fra uomini nati liberi tu schiavo affrancato il solo veramente libero. " In che modo?" tu mi domandi. Questo tu potrai fare se saprai distinguere i beni ed i mali senza avere per maestra la moltitudine. Bisogna guardare dove le cose vanno e non donde vengono. Se c'и qualche cosa che possa rendere la vita sicuramente felice puoi giustamente chiamarlo un bene, perchй non puт deformarsi in male. In che cosa dunque si sbaglia quando tutti desiderano la felicitа? Sbagliano in questo, che scambiano colla felicitа i mezzi con cui credono di raggiungerla, e mentre la ricercano se ne allontanano. Infatti, mentre l'essenza della filosofia consiste in una solida tranquillitа dell'animo e nella inconcussa fiducia di conquistarla, essi raccolgono motivi di preoccupazioni e portano, anzi trascinano i loro bagagli per l'insidioso cammino della vita. Cosм si allontanano sempre di piщ dal compimento del fine a cui mirano, e quanto piщ si affaticano nel loro lavoro tanto piщ si creano impedimenti e vengono riportati indietro. Cosм avviene a quelli che si affrettano a camminare entro un labirinto. La stessa loro velocitа li confonde. Addio.

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