Seneca: De brevitate vitae (10, 1-2)

Materie:Appunti
Categoria:Latino
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Testo

De brevitate vitae, 10, 1-2
Se volessi suddividere il mio pensiero in sezioni e argomenti, mi verrebbero sottomano molte prove, con cui dimostrare che la vita degli occupati è brevissima.
Fabiano, un filosofo non di questi cattedratici di oggi, ma di quelli veri e antichi, soleva dire che contro le passioni si deve lottare con impeto, non con sottigliezza, e volgere in fuga il loro schieramento non con minuscole ferite, ma con un attacco frontale;si deve, infatti,colpire con forza, non punzecchiare. Tuttavia, per rinfacciare a quegli occupati il loro errore, occorre ammaestrarli, non solo darli perduti.
La vita si divide in tre parti: ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà. Di queste quella che stiamo vivendo è breve, quella che vivremo è dubbia, quella che abbiamo vissuto è certa; questa è infatti la parte sulla quale la fortuna ha perso ogni diritto, che non può essere ridotta in potere di nessuno.E’ questa che perdono gli uomini occupati;essi non hanno tempo per volgersi indietro al passato, e, se anche l’avessero, è sempre sgradevole ricordare una cosa di cui si ha rimorso.

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