Il dissidio petrarchesco

Materie:Tema
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

Un aspetto dominante della vita di Petrarca è il conflitto tra le gioie molteplici che il poeta ricavava dalla vita terrena e la consapevolezza che quei piaceri non fossero altro che illusioni effimere, che lo avrebbero allontanato dalla salvezza eterna.
Illustra come questo dissidio interiore del poeta viene rappresentato nel Canzoniere.

Il Canzoniere può essere letto come un diario sentimentale in cui il poeta mette in scena il suo amore tormentato per Laura, figura che diviene, però, un espediente per parlare della sua interiorità. Attraverso la sua storia di amore si mette in luce la dimensione introspettiva del poeta, le più profonde vibrazione dell’animo umano, rappresentando le speranze e le disillusioni, la vana ma intrigante dispersione delle passioni, le inquietudini della volontà e essere altro e la tensione morale verso certezze meno fragili e transitorie di quelle terrene. Ne emerge un quadro tormentato al cui centro troviamo l’io del poeta, la dimensione soggettiva dell’uomo, che si dibatte tra le tematiche della sua angoscia quotidiana: il tempo che passa; il desiderio di fuga dal mondo e la contemporanea attrazione che le cose degli uomini esercitano sull’animo del poeta e il sogno impossibile di conciliazione tra cielo e terra.
Nel sonetto Movesi il vecchierel canuto et biancho Petrarca instaura un parallelismo e una confronto per contrasto fra lui e il vecchio pellegrino: la ferma decisione del pellegrino, pronto ad abbandonare tutti i suoi affetti e sopportare le più ardue fatiche per soddisfare il desiderio che lo spinge a tutto, serve a evidenziare l’incapacità del poeta di sottrarsi al fascino di una donna con il conseguente riconoscimento della potenza della passione e della debolezza della propria volontà. Da una parte abbiamo un uomo vicino alla fine della sua vita che cerca nelle sembianze di Cristo la salvezza per la sua anima; dall’altra un uomo ancora giovane incapace di fare le scelte giuste per la sua salvezza spirituale e che si perde dietro a un’immagine dalla quale non riesce a staccarsi.
I contenuti di Solo et pensoso i più deserti campi riassumono il nucleo essenziale di tutto il travaglio che anima il Canzoniere, cioè la ricerca di un superiore equilibrio e di un’armonia contrastata dall’assillante pensiero d’amore per Laura. Tematiche principali di questo sonetto sono il desiderio di solitudine e il bisogno di fuggire dai luoghi frequentati per paura di mostrare a tutti l’ardore della sua passione amorosa, il tentativo di trovare rifugio nella natura la sola, secondo il poeta, che può davvero lenire le ferite del suo animo. La descrizione del paesaggio campestre nel quale si muove il poeta resta del tutto indeterminata, accennata in alcuni versi con generici termini al plurale (deserti campi, monti e piagge, fiumi e selve). Per questo si sostiene che non si tratti di un evento esteriore quanto piuttosto di uno interiore, collocato fuori da ogni riferimento spazio- temporale, attribuendo all’esperienza un valore quasi assoluto e non occasionale. Un'altra assenza molto significativa di questo sonetto, che ha contribuito ad assegnargli il nome di “sonetto delle assenze”, è che manca del tutto, anche per via metaforica o sottintesa, la figura di Laura, rendendo vago il motivo di tanta angoscia.
Continua nel sonetto Io son sì stanco sotto ‘l fascio antico il tema della contrizione dell’animo oppresso dal sentimento di colpa per i peccati commessi e ossessionato dall’impossibilità di trovare una via di salvezza. Inoltre si riscontra in questa lirica la presenza di un altro tema molto caro al Petrarca quello dello scorrere inesorabile del tempo e conseguentemente dell’avvicinarsi della morte: ecco che l’uomo non può e non deve rimandare il momento del suo pentimento perché non sa quando morirà. Il tono finale, volutamente accentuato dall’uso di un interrogativo, sottolinea l’angoscia e la volontà di riscatto, ma anche la consapevolezza della propria debolezza di peccatore.
In Pace non trovo et non ò da far guerra Petrarca costruisce i primi tredici versi basandosi sulla figura retorica dell’antitesi per sottolineare il suo animo lacerato da una crisi perenne e la sua incapacità di reagire. Per capire al meglio le tematiche dobbiamo “smontare” il testo e analizzare attentamente le singole quartine e terzine. Nella prima quartina l’antitesi del primo verso tra pace e guerra indica un comportamento assurdo e irrazionale; cominciano così la serie delle opposizioni che divengono addirittura due per ogni verso e procedono fino alla fine della quartina. Nella seconda quartina compaiono la cause di tanta angoscia: Laura imprigiona il poeta, ma non fa nulla né per tenerlo, né per lasciarlo libero; mentre Amore non lo uccide né lo salva. Il comportamento di Laura e di Amore fa capire a Petrarca quale è la reale causa della sua crisi interiore e cioè la natura del suo animo. Nella prima terzina vengono ancora descritti i contrastanti aspetti psicologici dell’animo sofferente del poeta. Nella terzina finale l’opposizione tra gioia e dolore porta a quella molto più forte tra vita e morte, si chiude così il cerchio con un evidente riferimento all’antitesi iniziale tra pace e guerra.
Nell’ultima canzone del Canzoniere, Vergine bella, che di sol vestita, Petrarca dimostra la sua profonda e sincera devozione per i valori cristiani, che non aveva mai abbandonato tenendoli sempre in considerazione in opposizione con le sue vicende terrene. Petrarca utilizza lo stesso linguaggio amoroso usato per cantare Laura, morta da tempo, per lodare la Vergine, il linguaggio assume un valore totalmente differente ora divenendo quasi sacrale. L’amore per Laura e quello per la Vergine, contrapposti sul piano morale, tendono a fondersi nella dimensione della lirica, sottolineata appunto dall’uso del linguaggio. Il desiderio ultimo del poeta è infatti quello di innalzare l’amore terreno all’amore spirituale: la conciliazione tra umano e divino sarà il sogno perseguito dagli intellettuali umanistici e rinascimentali che avevano ereditato tale problematica proprio da Petrarca. L’amore per Laura serve quindi da un lato a sottolineare la caducità delle cose terrene, dall’altro diviene un riflesso dell’amore per la Vergine e si celebra in esso permettendo al poeta di trovare la pace spirituale che tanto desidera e che costituisce, in contrapposizione con l’attrazione per le cose umane, uno degli elementi fondamentali del Canzoniere.

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