Carlo Goldoni

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Testo

GOLDONI
Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese decaduta, il padre è medico e Goldoni lo segue a Perugia dove inizia gli studi.
L’anno dopo viene mandato a studiare filosofia, ma ciò che a lui interessa molto è il teatro, la vita avventurosa e vagabonda degli attori girovaghi, fa amicizia con una compagnia di comici e fugge sulla loro barca.
Dopo questa prima fuga la sua vita fu molto inquieta per via delle sue avventure amorose e spostamenti, intraprende gli studi di giurisprudenza a Pavia, ma viene espulso per aver composto una satira contro le donne pavesi.
Dopo la morte del padre si laurea in legge a Padova (1731) e incomincia a fare l’avvocato a Venezia, ma per svincolarsi da una promessa di matrimonio fugge a Milano e continua a vagabondare. In mezzo a questi continui spostamenti Goldoni conosce una ragazza che sposerà, prende contatto con il capocomico del teatro veneziano di San Samuele e torna con lui a Venezia e scrive varie commedie che avviano alla riforma, come il MOMOLO CORTESAN (1734) , dove si era già ridotto lo spazio all’improvvisazione che nel teatro comico risultava dominante, nel 1743 si giunge infine alla prima commedia interamente scritta LA DONNA DI GARBO.
Mentre nella commedia dell’arte i personaggi erano fissi e c’erano le famose maschere tipiche (pulcinella, arlecchino, pantalone) Goldoni tenta di sfidare i gusti del tempo, anche perché molti andavano a teatro aspettandosi di ridere con le vicende dei personaggi che dovevano ripetere in modo stereotipato ognuno il proprio ruolo. Infatti uno pensava di andare a teatro pensando di farsi quattro risate con le maschere tradizionali, ognuno aveva il suo personaggio e qualunque fosse la situazione che si presentava, recitava quel personaggio.
Goldoni sfida i gusti del tempo perché invece non è affatto d’accordo su questi cliquè, ma scardina un po’ questi modelli tradizionali, Goldoni non era un letterato, era un uomo di teatro, a contatto con il pubblico e con la società del tempo e sapeva bene i bisogni dei clienti, egli si prefigge due obiettivi:
1) scrivere testi che piacciano al pubblico
2) scrivere testi che rispecchiano la realtà, che siano verosimili, per fare questo elimina l’uso delle maschere tradizionali, e si basa sulle concrete esperienze della vita, quello del mondo e quello del teatro. Il mondo gli offre un sacco di argomenti pronti per essere messi in scena: i personaggi, i fatti curiosi, le passioni, i costumi e le mode, i vizi da deridere e le virtù da esaltare. IL teatro gli insegna le tecniche e i trucchi adatti a suscitare nel pubblico la meraviglia e il riso.
Goldoni si ispira alla vita quotidiana e le rappresentava nel mondo teatrale (questioni sociali, morali e psicologiche), questa tendenza a fare della commedia una copia di quanto accade nel mondo è confermata dalla valorizzazione dei personaggi femminili (la locandiera, la donna di governo, la donna sagace) in cui è colto il nuovo ruolo che la donna si sta conquistando nella società.
La sua situazione finanziaria è precaria e i debiti lo spingono alla fuga, nel 1748 firma un contratto con Girolamo Medebac, diventa così uno scrittore professionista che vive del proprio lavoro e per la prima volta la sua ricchezza dipende dal rapporto con il pubblico. In quattro anni scrive una quarantina di commedie di grande successo, che si allontanano sempre di più dalla commedia dell’arte, la sua opera più famosa è LA LOCANDIERA (1753).
Il più accanito rivale di Goldoni è l’abate Pietro Chiari, che gli muove una vera e propria guerra cercando di catturare con ogni mezzo i gusti del pubblico.
Goldoni è diventato ormai una celebrità nazionale, tra il 1756 e il 1762 scrive alcune delle sue più belle commedie ( i rusteghi, la villeggiatura, le baruffe chiozzotte), intanto compare un nuovo e più pericoloso concorrente, Carlo Gozzi ultraconservatore che accusa Goldoni di volgarità, cattivo gusto e spirito sovversivo.
Goldoni non ne può più dell’Italia e tra concorrenza e debiti accetta di trasferirsi a Parigi come autore teatrale presso la Comédie Italienne , mentre a Venezia era riuscito ad avere il consenso del pubblico basandosi sul tipo di mentalità veneziana, sul vialetto veneziano, sulla battuta veneziana, in Francia chiaramente perde tutto questo, innanzitutto il pubblico francese si aspettava la commedia dell’arte, inoltre c’era il problema della lingua, perché una volta tradotte c’era il rischio che magari perdesse il doppio senso o magari il suo significato. Nonostante questo non gli impedirà comunque di avere un grande successo anche in Francia e lo ottiene con una commedia interamente scritta “IL BURBERO BENEFICO” 1771, quando scade il contratto accetta l’incarico di maestro d’italiano della famiglia reale, che gli frutta una pensione di corte.
Goldoni ha la sfortuna/fortuna di capitare alla corte del re prima della rivoluzione francese, dopo la rivoluzione francese le viene tolta la pensione di corte e Goldoni muore in miseria nel 1793, le viene ridata proprio il giorno in cui lui muore perché si erano accorti che il suo essere a corte non era per favorire la monarchia, ma perché il re apprezzava il suo genio e la sua cultura, infatti questo non voleva affatto dire che lui fosse dalla parte della monarchia.
Voltaire aveva scritto onorando l’artista: ogni autore ha i suoi difetti ma Goldoni li rappresentava per come erano.
La Locandiera fu rappresentata a Venezia al teatro Sant’Angelo nel carnevale 1753, Mirandolina è un personaggio fuori dagli schemi, prima di tutto per il titolo “ la locandiera” che è il nome del lavoro che fa, Mirandolima ha questa locanda perché il padre gliela l’ha lasciata in eredità, l’unico uomo che lei veramente rispetta e ama in tutta la sua vita è suo padre, mentre con tutti gli altri uomini che le cascano ai suoi piedi, lei non prova assolutamente niente.
E’ una donna fuori dagli schemi per molti motivi, primo è una donna, donna protagonista non solo nel lavoro cosa già particolare per quei tempi, ma una donna che lavora bene e riesce ad usare tutte le arti femminili e tutte le arti maschili racchiuse in lei. Per quanto riguarda le arti maschili, Mirandolina è come se fosse per noi oggi una donna in carriera, perché di fatto riesce a far andare nella sua locanda anche nobili, ricchi, i quali vanno nella locanda non perché ci sia un trattamento particolare, anche perché se andiamo a vedere lei stira meravigliosamente le lenzuola però sono bucate, serve da mangiare, quindi nella sua locanda non è tutto perfetto e impeccabile, però lavora tantissimo, tante ore al giorno e non perde un’occasione per cercare di far ritornare i suoi clienti lì da lei e a questo si aggiungono le arti femminili, quelle della seduzione, cioè lei fa credere di essere interessata a qualcuno e tutti continuano a ritornare sperando che lei prima o poi ceda.
Nel brano IMPARA A RISPETTARE LE DONNE, il Cavaliere le dice che parte e Mirandolina finge di svenire alla notizia della sua partenza per fargli credere che lei è interessata a lui quando invece a lei non importa assolutamente di nessuno, infatti una volta sicura che il Cavaliere è innamorato di lei comincia a torturarlo con la gelosia esibendo verso Fabrizio, il servo una tenerezza che non aveva mai mostrato.
Mirandolina la vediamo nelle due dimensioni, una pubblica e una privata, pubblicamente lei usa un linguaggio ricercato, cerca di servire nel modo migliore, cerca di essere assolutamente accattivante, privatamente invece ad esempio mentre stira, mentre parla con Fabrizio, il servitore che alla fine sposerà o quando parla tra se e se la vediamo molto più terra terra, cioè quando lei è sola è se stessa quindi molto più sguaiata, molto più volgare nel senso di volgo, cioè dice le cose che pensa non certo in quel modo sdolcinato che magari aveva detto poco prima.
Quindi unisce delle arti maschili e delle arti femminili contenendo un personaggio sicuramente nuovo nella letteratura ed è nuovo non solo dal punto di vista del lavoro ma anche dal punto di vista sentimentale.
Dal punto di vista sentimentale ha un po’ questo atteggiamento di poco rispetto verso l’altro sesso, che magari più facilmente si può ritrovare negli uomini che nelle donne, soprattutto nella mentalità di quel tempo, averne tante era prettamente maschile non femminile, lei ne ha tanti ma non le importa di nessuno e per questo motivo siccome siamo nel 1700 è sicuramente un personaggio nuovo, inoltre lei è anafettiva (senza affetto), cioè senza sentimenti, sembra fare tutto solo per la locanda oppure per il ricordo di suo padre.
Lei per rispetto alla memoria del padre fa le cose e le fa per bene, ma non ha sentimenti nei confronti di nessuno, ne nei confronti dei tre nobili, il conte di Albafiorita, il marchese di Forlipopoli, ilo cavaliere di Ripafratta.
Tutti e tre sono dei personaggi diversi e ognuno le promette qualcosa, lei fa credere ad ognuno che potrebbe essere interessata, ma il suo vero scopo è farli tornare nella locanda perché sono clienti.
Sono dei clienti che ritornano perché si sono innamorati di lei, il conte la ricopre di ricchi regali, il marchese che è un nobile totalmente decaduto che non ha più neanche gli occhi per piangere, però tira fuori il fazzoletto divino ricamato che è l’unica cosa che gli è rimasta, le offre la sua protezione.
Addirittura la sfida che lei fa razionalmente è quella di fare innamorare il cavaliere che era misogino, cioè uno che odia le donne, che le disprezza profondamente e vuole farlo innamorare di lei non perché lei sia innamorata di lui, ma proprio come sfida uomo-donna e la sua maggior soddisfazione è quella di esserci riuscita con uno che odia le donne.
Ci possiamo porre la domanda ma lei allora è una femminista?, oppure una che lotta per la classe sociale in modo quasi rivoluzionario?
Assolutamente no, lei non è una femminista, perché non lotta per i diritti delle donne, ma lotta per i diritti di Mirandolina, singola persona fine del rapporto fatto maschio-femmina e non lotta neanche perché la sua classe sociale sia riscattata agli occhi dei nobili, anche perché già si pensava che la nobiltà dovesse sparire completamente oppure con Parini che diceva che peccato questi nobili che potrebbero avere un ruolo sociale così importante, mentre guarda che vita stupida e inutile fanno.
Lei sicuramente nell’evidenziare i personaggi, Goldoni ci fa vedere quanto siano squallidi questi nobili, però Mirandolina in particolare non lotta perché un’intera classe sociale abbia potere, lotta sostanzialmente per sé.
Per quanto riguarda all’amore, l’amore in realtà non dovrebbe essere una cosa calcolata e se una decide di sposarsi dovrebbe essere contenta, sentire che è una scelta, noi abbiamo visto per secoli le donne che non sceglievano nella letteratura anzi non venivano nemmeno consultate. Qui Mirandolina calcola anche il matrimonio e dopo il matrimonio dice “anche questa è fatta”, lei era legata dal punto di vista affettivo solo al padre, lei tratta bene la locanda perché è una cosa legata al padre, gli unici sentimenti costanti sono quelli nei confronti del padre.

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