La pioggia nel pineto

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Testo

SPIEGAZIONE: LA PIOGGIA NEL PINETO (G. D’Annunzio)

Il poeta dice alla donna immaginaria che l’accompagna di tacere, perché lui vuole immergersi nella natura e ascoltarne tutti i suoni.
Successivamente il poeta le dice di ascoltare il suono che la pioggia, caduta da un cielo con poche nuvole, produce sui pini ruvidi, sulle tamerici bruciate dal sole, sui mirti (considerati sacri dalla dea Venere), sui mazzetti di fiori dorati, sui ginepri pieni di bacche profumate; la pioggia non cade solo sulla natura, ma anche sui loro volti silvestri (al poeta sembra di star diventando della stessa natura degli alberi del bosco), sulle loro mani nude, sui loro vestiti leggeri, sui sentimenti che riaffiorano come nuovi e sulle illusioni della giovinezza che hanno illuso sia Ermione (la donna che l’accompagna) che D’Annunzio.
L’autore chiede alla donna se sta udendo la pioggia che cade sulla vegetazione, con un crepitio che si protrae e varia a seconda delle chiome degli alberi più rade o meno rade.Lui chiede di nuovo l’attenzione della donna per ascoltare che al pianto del cielo (la pioggia: qui D’Annunzio personifica la natura) risponde la cicala, che non si impaurisce né con la pioggia portata dai venti del sud, né con il cielo grigio cenere.
Mentre la pioggia cade, ogni albero produce un suono diverso, sembrando strumenti suonati da tante mani. Così, al poeta, sembra di essere talmente immersi nella vegetazione da diventare partecipi alla vita del bosco, quasi come fossero piante. Il volto della donna Ermione è gioioso, bagnato di pioggia come una foglia, e i suoi capelli profumano come le bacche delle ginestre menzionate da poco.
Continuando a chiederle di ascoltare, si ode il canto delle cicale che comincia a svanire, ma a esso si unisce il canto delle rane proveniente dalla parte più lontana e umida del bosco; anche esso svanisce, e si sente solo il rumore dell’acqua che cade sulla terra. Non si sente alcun rumore del mare, ma è chiaro lo scrosciare della pioggia che pulisce tutto. Mentre la cicala non canta, la rana si ode da lontano, e non si riesce a capire dove sia.
D’Annunzio, guardando Ermione, si accorge che la pioggia cade anche sulle sue ciglia, e sembra che lei pianga di piacere; lei sembra verdeggiante ed appare come una ninfa che esce dall’albero.
Il poeta pensa che la loro vita è fresca e profumata, il cuore è come una pesca, gli occhi bagnati dalla pioggia sono come sorgenti d’acqua nel prato, i denti sono come mandorle acerbe.
Loro vanno da cespuglio a cespuglio, un po’ stretti per mano e un po’ sciolti (i rami degli arbusti gli stringono le caviglie e gli impediscono di camminare), senza una meta precisa.
Intanto continua a piovere sui loro volti silvestri, sulle loro mani nude, sui loro vestiti leggeri, sui sentimenti nuovi e sulle illusioni della giovinezza che hanno provato i due protagonisti.

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• In quale luogo il poeta immagina di trovarsi?
Il poeta immagina di trovarsi in una pineta.

• La lirica inizia con un invito al silenzio: “Taci”. Il poeta a chi rivolge questo invito? Perché?
Alla donna immaginaria che l’accompagna, Ermione. Perché vuole ascoltare i suoni della natura e immedesimarsi con essa.

• Man mano che la pioggia aumenta d’intensità, quale meravigliosa sinfonia silvestre si diffonde nell’aria?
Il suono che la pioggia produce a seconda di dove cade.

• Al suono della pioggia fa eco il canto di due animali. Quali?
La cicala e la rana.

• Il poeta e la donna, immersi nella vegetazione, si sentono come trasformare, divenire parte integrante della natura.Come viene descritta la donna? Quali sensazioni prova? Le varie parti del corpo del poeta e della donna in quali aspetti della natura si trasformano?
La donna ha volto silvano ed ebro, le mani nude, veste con abiti leggeri; i suoi capelli profumano e le sue ciglia sono nere e bagnate dalla pioggia. La donna gioisce e par che pianga di piacere. Il cuore è come una pesca intatta, gli occhi sono come sorgenti d’acqua tra l’erba e i denti sono come mandorle acerbe.

• Che cos’è la “favola bella” che illude?
La vita con i suoi sogni d’amore e le sue speranze.

• Perché il poeta in questa lirica canta la natura?
Per immergersi in essa e diventarne parte viva.

• Considera la terza strofa: quali sono le parole che, con il loro suono, riproducono l’aumentare d’intensità della pioggia?
“Si fa sotto il pianto che cresce me un canto si mesce più roco/ Più sordo e più fioco s’allenta, si spegne. Solo una nota ancora trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Or s’ode su tutta la fronda crosciare.”

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