lavandare

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

TEMA
DESCROZIONE DI LAVANDARE
"Lavandare", una delle più celebri poesie pascoliane, è compresa nella raccolta "Myricae" di cui fanno parte cento sessanta cinque componenti e i cui temi principali sono gli aspetti famigliari e la vita in campagna. Apparentemente questa poesia può sembrare un semplice quadro autunnale ma svela invece significati simbolici: E' questa una delle caratteristiche fondamentali della poetica pascoliana, riuscire a trarre, anche dalle situazioni più comuni e dai paesaggi più tranquilli, elementi inquetanti che diffondono sentimenti malinconici. Non è un caso infatti che Pascoli abbia intitolato la sua raccolta "Myricae" che in latino significa "tamerici", cioè umili piante che sono una degna testimonianza di come effettivamente Pascoli tratti temi semplici e modesti. A livello metrico, invece, la poesia è formata da due terzine e una quartina di endecasillabi. Nella prima terzina prevalgono le sensazioni visive, ciò si deduce dai colori di "un campo mezzo griggio e mezzo nero" che non a caso il poeta introduce. Nella seconda terzina invece, alle sensazioni visive penetrano quelle uditive, infatti Pascoli parla della gora e descrive il rumore prodotto dalle lavandaie che sbattono con forza i panni sulle pietre con tonfi frequenti accompagnando il loro lavoro con lunghe e monotone cantilene. Nell'ultima strofa Pascoli più che descrivere, riporta la cantilena delle lavandaie: una cantilena carica di malinconia, di tristezza e di abbandono che riprende il motivo dell'aratro dimenticato, solo, in mezzo al campo descritto nella prima strofa, creando così un forte legame con le due prime terzine che sembravano indipendenti l'una dall'atra. Ma l'ultima strofa è importante soprattutto per il significato che attribuisce all'arattro che diventa simbolo della solitudine e dell'afflizione della donna, la stessa lavandaia autrice della cantilena, che ha visto partire senza ancor tornare un suo caro. Pascoli, in questa poesia, oltre a descivere il dolore di una donna paragonandola a quello dell'aratro dimenticato in mezzo al campo, fa dei chiari riferimenti autobiografici. Tutte le opere pascoliane, non solo questo componimento, sono un chiaro agancio alla sua vita personale, ai suoi dolori, alla sua solitudine, causata principalmente da due fattori: la tragedia familiare, che vide morire uno dopo l'altro i suoi genitori e tre dei suoi fratelli e in secondo luogo la crisi di fine ottocento, di cui Pascoli con la sua poetica decadente diventò espressione riconoscendo l'impotenza della scienza nel risolvere problemi umani e sociali.

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