Le metamorfosi di Apuleio

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

Le metamorfosi di Apuleio

AUTORE:
Lucio Apuleio nato verso l’anno 125d.C. e vissuto sotto il principato di Antonino Pio e Marco Aurelio.

TITOLO:
l’opera reca sui manoscritti il titolo di “METAMORPHOSEON LIBRI” (cioè: libri delle trasformazioni) a cui si affianca fin dall’antichità quello di “ASINUS AUREUS” (cioè: asino d’oro). Il termine aureo può avere un duplice significato: o si riferisce all’asino protagonista dell’opera, aureo perché possiede mente e ragioni umane, oppure rivela il pregio intrinseco dell’opera con il suo allegorico messaggio di liberazione dalla materia e di elevazione spirituale.

GENERE:
romanzo (termine che corrisponde alla fabula latina). Si tratta in questo caso della elaborazione latina di un romanzo greco di cui è rimasto solo un compendio e che era privo di elementi a sfondo religioso. È importante notare come l’artificio del romanzo dell’asino venga recepito moltissimo nell’era moderna con le avventure di servitori che cambiando sempre padrone vengono a conoscere gli imprevisti e i rovesci della fortuna. Queste caratteristiche possono far rientrare l’opera tra quelle che vengono identificate nella letteratura come “romanzo di formazione”.

TRAMA:
il racconto principale trova il suo filo conduttore nella storia del giovane Lucio, che, recatosi in Tessaglia presso un ricco usuraio, viene trasformato in un asino per aver tentato maldestramente un esperimento magico. In sembianze asinine, Lucio conserva sentimenti umani e si ritrova assoggettato a svariati padroni. Vivendo un susseguirsi di rapimenti, fughe, passioni ed intrighi, il protagonista vivrà un’intensissima esperienza di vita finché, purificato per intervento di Iside, riacquisterà forma umana e sarà ammesso fra gli iniziati ai misteri della dea. Nella cornice della vicenda delle trasformazione di Lucio, sono inseriti racconti e novelle che appaiono a prima vista legati solo occasionalmente con l’avventura principale, ma che ad un più attento esame rivelano, attraverso una serie di rimandi, un legame con i misteri e l’ambiente esoterico. Tra questi racconti il più esteso è quello che narra la favola di Amore e Psiche (dal 4° al 6° libro): già dal nome della protagonista, Psiche significa anima, è chiara l’allusione ai misteri che poi viene confermata in moltissimi elementi del racconto. Infatti è presente il tema della caduta del divino nella materia (Cupido mandato il terra si innamora della ragazza); inoltre le peregrinazioni della giovane per riavvicinarsi allo sposo perduto e le prove a cui si deve sottoporre rispecchiano quelle dell’iniziando ai misteri che divengono sempre più difficili: psiche infatti dovrà compiere addirittura un viaggio nel regno dei morti.
Nella storia di Carite (8°libro) è invece parafrasata la storia del mito di Iside: Tlepolemo, marito di Carite, viene assassinato con l’inganno tra Trasillo durante una partita di caccia. Alla moglie disperata appare in sogno l’ucciso e le svela chi sia l’assassino. Allorché Trasillo chiede la mano di Carite, questa lo invita ad un convegno notturno e, dopo avergli fatto bere una pozione soporifera, lo acceca. Questa storia ricalca esattamente l’uccisione di Osiride da parte di Seth e la vendetta contro quest’ultimo da parte di Iside. Altri episodi del mito sono riscontrabili nella storia del medico saggio narrata nel decimo libro. Un vedovo che aveva un figlio dalla prima moglie, sposa una giovane dalla quale ebbe un secondo figlio. La nuova moglie è frivola e dissoluta e si incapriccia del figliastro ma, quando questi la rifiuta, il suo amore si trasforma in odio e così decide di avvelenarlo. Fortunatamente il medico a cui aveva chiesto il farmaco prepara solo un forte sonnifero. La pozione è per errore propinata al figlio della giovane che, apparentemente morto, viene sepolto. Per salvarsi la donna accusa il figliastro ma il medico testimonia l’innocenza dello sventurato e si reca con i giudici al sepolcro del ragazzo. La tomba viene aperta e lo stesso padre riporta in vita il figlio che viene accolto festosamente mentre la perfida moglie viene esiliata. Ciò ha un preciso riscontro nel culto del misteri poiché il candidato doveva essere accettato da un tribunale che ne provava la dignità; la stessa procedura veniva nell’aldilà dove il giudizio spettava agli dei. Inoltre tra le prove c’era sia il tentativo di seduzione da parte di una donna, sia un vero e proprio rito sepolcrale che veniva praticato dopo la somministrazione di un sonnifero. Terminata l’azione del farmaco il sarcofago veniva aperto e il “morto” risvegliato a nuova vita da parte del sacerdote.
Nelll’11° libro c’è un netto abbandono della forma esoterica con le allusioni al mito e sono illustrate chiaramente le cerimonie di una iniziazione ad Iside. L’asino Lucio, in una spiaggia presso Corinto assiste al sorgere della Luna; si tuffa poi nel mare e prega la dea Luna sotto i vari nomi di Cerere, Venere, Diana, Proserpina. Addormentatosi un sogno gli chiarisce il significato di ciò che ha visto: dal mare sorge una dea che si fa conoscere come sovrana degli elementi e che afferma di chiamarsi “Regina Iside” anche se i vari popoli la venerano con diversi nomi. Sempre nel sogno la dea annuncia a Lucio che è vicino il giorno della salvezza: l’indomani riprenderà le sembianze umane nel corso di una solenne processione. Il candidato è così chiamato alla devozione attraverso un oracolo onirico. L’indomani infatti, durante la festa di primavera, che celebrava la parte della nave della dea, Lucio riacquista le vere sembianze e riceve la veste di “mista”. Ora è pronto per diventare un seguace della dea, perciò al cospetto della statua di Iside, egli digiuna, medita e compie regolari servizi divini.

TEMATICHE:
il tema che funge da filo conduttore dei vari racconti che compongono l’opera è quello che riguarda i misteri di Iside. Il libro di Apuleio si può considerare, a questo proposito, come una delle poche fonti da cui attingere informazioni su un culto che per molti aspetti rimane tuttora sconosciuto. Iside era una divinità egiziana, ma a partire dal III secolo avanti Cristo, quando l’Egitto era dominato dai Greci, la religione egiziana aveva assorbito molte concezioni greche. In seguito alla vittoria di Augusto su Cleopatra e all’incorporazione dell’Egitto nell’Impero Romano, il culto di Iside si diffuse con rapidità a tal punto che Roma venne considerata la “città santa” dei mistici della dea. Alla metà del II secolo dopo Cristo pareva che questa religione dovesse affermarsi come il culto dominante in tutto l’impero. La teologia di questa religione si avvicina in molte tematiche agli insegnamenti dei filosofi greci, in particolare a Platone. L’anima dell’uomo è precipitata nel corpo ma deve sciogliersi da questo per raggiungere la sua dimora originaria. La causa della caduta risiede nella bellezza del corpo terreno che fa infiammare d’amore l’anima ma la trascina verso il basso. Per ritornare nella dimensione spirituale è necessario pertanto il soccorso della divinità. Le peripezie di Lucio riflettono queste tematiche poiché costui, originario di Patrasso (Patrae, città dal nome che allude alla patria ultraterrena), si innamora di Photis, diventando schiavo della frivola ragazza e dimentico del ritorno in patria. Quando vuole sperimentare un incantesimo che lo dovrebbe trasformare in uccello, la giovane gli porge un unguento sbagliato e così Lucio diventa un asino. Nella religione egiziana l’asino rappresenta l’animale del perfido dio Seth, nemico di Iside. Chi si abbandona alle passioni amorose, cade sotto il potere di tale divinità. Lucio deve infatti percorrere molte peripezie prima di purificarsi e farsi iniziare al culto della dea.

TECNICHE:
stilisticamente l’intreccio del romanzo appare piuttosto complesso perché numerosi temi secondari arricchiscono lo svolgimento di quello principale. Spesso il narratore abbandona il tema principale e apre una digressione costituita da una novella raccontata da altri personaggi che fungono da narratori di secondo grado. Troviamo perciò una mescolanza di elementi verosimili e fantastici in una alternanza di narrazioni di fatti reali e magie. Infine le caratteristiche psicologiche dei personaggi non costituiscono oggetto di specifica indagine da parte dell’autore che preferisce emargano direttamente dal comportamento e dalle azioni svolte.

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