Biondo era e bello - Mario Tobino

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Testo

BIONDO ERA E BELLO
Di Mario Tobino

Dante mi ha sempre affascinata molto anche se non l’ho mai studiato. Ero molto curiosa di leggere questo libro e di scoprire di più sul poeta novecentesco. Leggendolo si apprendono informazioni sul carattere e su altri aspetti della sua personalità. si ripercorre l’esistenza di Dante attraverso le sue passioni giovanili, egli era una personaggio desideroso di conoscenza delle vicende di cui il suo tempo era ricco per poi imprimerle nella Commedia. La storia è stata descritta molto bene da Tobino ma la scrittura è rimasta in tutto il libro pesante e noiosa.

L’autore, Mario Tobino, nacque a Viareggio il 16 gennaio 1910, dove trascorse infanzia e adolescenza; studiò medicina a Bologna e, in seguito, esercitò la professione di psichiatra in vari manicomi. Scrisse libri riguardanti malati mentali, le suo opere più famose sono :
“Il figlio del farmacista” (1942)
“Il deserto della Libia” (1951),
“Le libere donne di Magliano” (1953),
“La brace dei Biassoli” (1956)
“Per le antiche scale” (1972)
“La bella degli specchi” (1976)
“La ladra” (1984)
“Il manicomio di Pechino” (1990).
Tobino morì l’11 dicembre 1991.

Biondo era e bello, a differenza degli altri libri, non riguarda malattie mentali ma la storia del sommo poeta italiano, questo improvviso cambiamento è dovuto a due grandi passioni di Tobino: La poesia e la forza recondita del linguaggio e Dante è il soggetto che impersona insieme la poesia e la forza recondita delle parole.
Tobino evidenzia nel romanzo il rapporto tra Dante e il volgare (lingua popolana) che portò le opere di Dante a diffondersi più velocemente.
Questo argomento è ben esposto anche perché Tobino era uno dei pochi scrittori italiani che ha conservato il buon uso della parlata viva.

Nel suo libro Mario Tobino tratta la storia di Dante illustrandone ogni particolare minimamente rilevante.
Parla della nascita in una famiglia di piccola nobiltà, dei suoi primi componimenti, dell’amore verso le donne, l’amore verso la sua città, Firenze, la guerra tra guelfi e ghibellini, la politica di all’ora, l’esilio, la chiesa, la necessità di un luogo dove poter meditare e scrivere e gli scaligeri di Verona che lo aiutano, gli spostamenti in altre città, la malaria e la morte a Firenze.
Le vicende vengono narrate nel novecento, prevalentemente in Italia, nelle città più prestigiose di quei tempi, in particolare Firenze la città natale di Dante che lui tanto amava, ma si reca anche all’estero in città come Parigi.

Il protagonista di questa storia è Dante Alighieri, sommo poeta che ha regalato al mondo opere come “La divina commedia” (chiamata all’ora “La commedia”).
Il romanzo è scritto in terza persona, prevale la descrizione ma ogni tanto si notano discorsi diretti.
La scrittura è pesante, si fa fatica a leggere ma la storia è interessante e incuriosisce.

Ho scelto come pagine più significative le pagine dalla 10 alla 14 perché in queste pagine si narra il “duello verbale” tra Dante e Forese, ciò incominciò a far conoscere i versi di Dante.

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