Egitto

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Testo

L’EGITTO

Superficie: 1.001.499 Kmq
Popolazione: 58.819.000 ab.
Densità: 58,7 ab/Kmq
Capitale: Il Cairo
Lingua ufficiale: arabo
Unità monetaria: sterlina egiziana
Fuso orario: 1 ora avanti rispetto all’Italia
Analfabeti: 51,6%
Forma di governo: Repubblica presidenziale

L’Egitto, in arabo Misr o Masr, ufficialmente Repubblica Araba d'Egitto, è situato nell'Africa nordorientale, eccetto la penisola del Sinai che appartiene geograficamente all’Asia.
È bagnato a nord dal mar Mediterraneo e a est dal Mar Rosso, e confina a nord-est con Israele, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La sua storia risale al 3200 ca. a.C.

TERRITORIO:
L'Egitto si estende in un territorio in gran parte desertico, fertile e coltivato soltanto in corrispondenza della valle del Nilo e delle numerose oasi. A ovest della valle del Nilo si estende il deserto libico, a est il deserto arabico. Il Deserto Occidentale, o Deserto Libico, meno accidentato, copre i due terzi dell'Egitto e si estende fino alla costa del Mar Rosso e al canale di Suez, raggiungendo un’elevazione media di circa 600 m; è formato da un tavolato aridissimo, sbarrato spesso da dune: un erg difficile da superare orla il confine occidentale. Tuttavia nelle depressioni affiora l'acqua e le popolazioni sedentarie vi coltivano datteri, cereali, legumi. Nella fascia costiera settentrionale, dove d'inverno si ha qualche precipitazione, i nomadi, poco numerosi, allevano dromedari, ovini e caprini. Nel Deserto Orientale, o Deserto Arabico, e nella penisola del Sinai, invece, i massicci ricevono precipitazioni più abbondanti.
Salvo qualche piccola diversità causata dall'altitudine, i deserti Libico e Arabico hanno il medesimo clima, che diviene sempre più caldo e arido man mano che si procede verso sud. La fascia settentrionale risente dell'influenza del mare.
Nell'estremo sud, al confine con il Sudan, si trova il deserto di Nubia, vasta regione di dune e di pianure sabbiose. Infine la penisola del Sinai, compresa tra il golfo di Suez e di Aqaba, è in prevalenza montuosa e culmina nel Gebel Katrina (2637 m), la cima più elevata dell'Egitto; la regione comprende inoltre il monte Sinai dove, secondo l'Antico Testamento, Mosè avrebbe ricevuto le tavole della legge.

IDROGRAFIA:
La rete idrografica dell’Egitto è dominata dal Nilo, che entra nel paese dal Sudan e sfocia nel Mar Mediterraneo. Ogni anno, da maggio a settembre, le sue acque crescono al punto di uscire dal letto e di inondare il territorio circostante. Queste inondazioni rappresentano la vita dell’Egitto, infatti senza il Nilo l’Egitto non sarebbe che una parte del Sahara: piove raramente, nei mesi invernali e solo nel nord del paese; nelle altre regioni le precipitazioni sono scarsissime e in alcuni punti, come a Luxor, quasi inesistenti.
Il Nilo riversa nel territorio egiziano le acque che raccoglie lungo il suo cammino all’interno dell’Africa e il beneficio è tanto più grande in quanto le piene del fiume si verificano nella stagione secca, che va dai primi di giugno agli inizi di novembre.
Ciò è dovuto alla particolare conformazione geografica del fiume, formato, nel suo alto corso, da due rami principali: il Nilo Bianco, il ramo più lungo che nasce dai laghi dell’Africa centrale, e il Nilo Azzurro, che scende dalle montagne dell’Etiopia.
Le piene del Nilo, cariche di limo fertilissimo, sono prolungate e regolari proprio perché questi due rami hanno un diverso regime: il Nilo Bianco convoglia le piogge dell’Africa centrale, particolarmente abbondanti in inverno, il Nilo Azzurro raccoglie le acque dell’Etiopia, dove piove soprattutto in primavera e in estate.
Grazie alla fertilità procurata dalle sue acque, gli egizi avevano sviluppato fin dall’antichità una civiltà basata sull’agricoltura intensiva.
Oggi l’Egitto per nutrire e dar lavoro ad una popolazione in continua crescita, chiede al Nilo non solo le acque per irrigare i campi, ma anche quelle destinate a rifornire di energia elettrica le industrie.
Senza dubbio l’opera di maggiore impegno, costruita in dieci anni di lavoro (1960-70) con l’assistenza tecnica e finanziaria dell’URSS, è stata la costruzione della nuova diga di Assuan; essa ha elevato le acque del fiume Nilo dando origine al Lago Nasser.
Questa gigantesca opera, oltre a produrre energia elettrica e a regolare il flusso delle acque del Nilo, migliorando la navigazione, ha consentito di estendere le coltivazioni a quasi un milione di ettari di terreno una volta improduttivo.
Non mancano però effetti negativi causati dallo sbarramento del grande fiume: la diga trattiene il limo e ciò comporta maggiori spese per fertilizzanti chimici;
la grande estensione del lago artificiale produce un’evaporazione più intensa e quindi una perdita di acqua a valle non indifferente.
Nei pressi del Cairo la valle si unisce al delta, formando un’estesa pianura che è la parte più fertile del paese.
L’Egitto ha quattro laghi salati, poco profondi, come il Birkat Qarun ed è diviso in due regioni, l’Alto e il Basso Egitto.

CLIMA:
Il clima è caratterizzato da una stagione calda, da maggio a settembre, e da una stagione fresca, da novembre a marzo. Le temperature in entrambe le stagioni sono influenzate dai venti che soffiano da nord. Nella regione costiera le temperature medie variano da un massimo di 37 °C a un minimo di 14 °C. Nei deserti invece si verificano marcate escursioni termiche che variano da una media annua di 45,6 °C durante il giorno, a una media minima di 5,6 °C dopo il tramonto. Durante l'inverno le temperature nel deserto scendono spesso fino a 0 °C. Le zone più umide si trovano lungo la costa mediterranea.
Scendendo verso sud, le precipitazioni diminuiscono rapidamente e in molte zone desertiche si possono verificare lunghissimi periodi di siccità.

FLORA E FAUNA:
La vegetazione del paese cresce perlopiù nella regione del delta e nelle oasi, dove si trovano in prevalenza palme da dattero; nelle regioni aride si incontrano specie tipiche delle regioni desertiche, soprattutto arbustive, mentre il papiro, un tempo diffuso lungo le sponde del Nilo, oggi cresce soltanto nelle estreme regioni meridionali del paese.
La fauna del paese è limitata a causa dell'aridità del clima. Nelle aree semidesertiche vivono numerose gazzelle, mentre nei deserti si incontrano rettili, vipere e lucertole. In alcune zone, principalmente nel delta e nelle aree montuose lungo il Mar Rosso, si trovano volpi del deserto, iene, sciacalli, topi delle piramidi e manguste. I coccodrilli e gli ippopotami, un tempo comuni nella parte bassa e nel delta del Nilo, attualmente si trovano solo nell'alto Nilo. Nelle sue acque vivono anche numerose specie ittiche.

POPOLAZIONE:
La quasi totalità della popolazione dell'Egitto forma un gruppo notevolmente omogeneo, in cui i caratteri fisici dominanti sono il risultato della mescolanza dell'originaria popolazione camitica con gli Arabi, perciò la carnagione è relativamente chiara.
L’Egitto è il paese arabo più popolato, infatti la densità media della popolazione è di oltre 50 ab. per km², ma è questo un dato assolutamente irreale, in quanto circa il 99% della popolazione vive concentrato nella valle del Nilo e nel Delta, che rappresentano all'incirca il 5% del territorio nazionale.
L'esplosione demografica, dovuta alla Rivoluzione Verde che portò benessere, nonostante la propaganda del governo a favore del controllo delle nascite, non accenna a rallentare, e l'intensa urbanizzazione, alimentata in particolare dal massiccio afflusso di profughi conseguente alle guerre con Israele, hanno provocato, tra l'altro, un'acuta crisi degli alloggi, che, al momento, non sembra presentare via d'uscita. La popolazione è quindi molto giovane, infatti solo il 5% degli abitanti ha più di 60 anni.
Nonostante gli sforzi compiuti, la situazione sanitaria rimane assai carente e si riflette nell'elevatissima mortalità infantile (93%) e nella relativamente breve durata della vita media: 58 anni per gli uomini e 61 per le donne.

ISTRUZIONE:
La scuola elementare è gratuita e obbligatoria fino ai dodici anni di età. Dopo la scuola dell’obbligo gli studenti possono accedere a istituti di formazione professionale oppure a scuole a indirizzo umanistico e scientifico.
Il tasso di analfabetismo è elevato (57%); tuttavia, pur essendo ancora un paese in via di sviluppo, grazie alla sua politica nel settore dell'istruzione l'Egitto è in grado, con la sua dozzina di università, di “esportare cervelli” nei paesi arabi produttori di petrolio, i quali necessitano di personale qualificato

lINGUA e RELIGIONE:
La lingua ufficiale è l’arabo, sono però diffusi nel settore commerciale e turistico l’inglese e il francese. Il copto, invece, viene impiegato quasi esclusivamente nelle cerimonie religiose.
La religione ufficiale dell’Egitto è quella islamica di rito sunnita, praticata dal 90% della popolazione. La principale minoranza religiosa è quella copta, cioè una forma antichissima di cristianesimo che nega l’esistenza in Cristo delle due nature, affermandone solo una, quella divina.

ECONOMIA:
Dall'inizio del 1961 molti settori dell'economia passarono sotto il controllo statale.
Il governo impose severi controlli su di essi. Lo sviluppo economico del paese fu tuttavia ostacolato dall'applicazione di una serie di piani quinquennali inadeguati e dalle perdite sofferte durante il conflitto arabo-israeliano nel 1967.
Il crollo dei prezzi del petrolio e la guerra del Golfo nel 1990 lasciarono il paese in una condizione finanziaria molto difficile e dipendente dagli aiuti stranieri, soprattutto statunitensi. Il governo rispose a questa situazione con la privatizzazione di più di trecento compagnie statali e con una serie di riforme strutturali. Nel 1992 il prodotto nazionale lordo fu di 34,5 miliardi di dollari USA, corrispondenti a 630 dollari pro capite.

AGRICOLTURA:
L'Egitto è un paese principalmente agricolo: il settore occupa infatti circa il 40% della forza lavoro. Nel 1952 la riforma agricola limitò la dimensione massima di ogni singolo possedimento terriero. Le terre requisite dal governo furono distribuite tra i fellahin (contadini), ma questa misura non bastò a colmare il divario tra i contadini e i più ricchi proprietari terrieri. I programmi governativi hanno incrementato le superfici arabili, promuovendo opere di bonifica e irrigazione delle quali la più imponente fu la costruzione delle dighe di Assuan.
L’introduzione della coltura del cotone di cui l’Egitto è il più importante produttore mondiale, comportò una vera e propria “Rivoluzione Verde” e nel giro di mezzo secolo questa nazione passò dall’agricoltura di sussistenza all’inserimento sui mercati mondiali registrando uno sviluppo economico senza precedenti. Altri prodotti agricoli sono mais, frumento, canna da zucchero, riso e pomodori. Si coltivano inoltre miglio, orzo, ortaggi e frutta, quali agrumi, datteri, fichi e uva.

INDUSTRIA:
I primi tentativi di sviluppare industrialmente il paese risalgono al XIX secolo, ma furono ostacolati dalle potenze europee, in particolare la Gran Bretagna, interessate a tenere l'Egitto come mercato per i propri beni industriali. Agli inizi degli anni Cinquanta, dopo il rovesciamento della monarchia, il governo diede priorità all'espansione industriale. Nel 1965, al completamento del primo piano quinquennale, il valore totale della produzione industriale, compresa quella dell'energia elettrica e la produzione mineraria, raggiunse i 3 miliardi annui di dollari e, verso la metà degli anni Ottanta, fu superiore ai 13 miliardi di dollari.

Particolarmente fiorente nel paese è l'industria tessile, che produce filati di cotone, di lana e tessuti di iuta. Altre importanti produzioni sono zucchero raffinato, acido solforico, fertilizzanti, carta, cemento, pneumatici e apparecchi televisivi. Le attività industriali comprendono inoltre la manifattura del ferro e acciaio, l'assemblaggio di automobili e la raffinazione di petrolio. Industrie di piccola scala, ma significative per l'economia del paese, sono rappresentate da concerie, birrifici, stabilimenti per la produzione di ceramica, profumi, olio di semi, farina e altri prodotti alimentari. I principali centri industriali si trovano nei distretti del Cairo e di Alessandria.
L'Egitto possiede una grande varietà di giacimenti minerari, alcuni dei quali, come i giacimenti d'oro e di granito, sono sfruttati fin dall'antichità. La risorsa mineraria attualmente di maggior rilievo è il petrolio, i cui giacimenti si trovano nella regione costiera sul Mar Rosso, a el-Alamein e nella penisola del Sinai. Altre risorse importanti sono i fosfati, il manganese, il titanio e il minerale di ferro. Nel 1991 si è iniziata l'estrazione di uranio nella regione circostante Assuan.

TURISMO:
L'industria turistica, sostenuta dal mite clima invernale e da varie località balneari sulle coste del Mediterraneo e del Mar Rosso oltre che dall'eccezionale patrimonio archeologico del paese, occupa un posto di tutto rispetto nell'economia egiziana, fornendo un introito intorno ai 1000 milioni di dollari.

UNITA’ MONETARIA E COMMERCIO:
L'unità monetaria è la sterlina egiziana, emessa dalla Banca centrale dell'Egitto, fondata nel 1961.

I principali prodotti importati riguardano i settori agricolo e alimentare, dei trasporti, chimico e dei macchinari per l'industria mineraria; questi prodotti sono: tessuti, carbone, legname, ferro, caffè e tabacco in foglie.
I prodotti esportati sono invece il petrolio greggio e i suoi derivati, il cotone grezzo, i filati di cotone, i tessuti e i prodotti alimentari come uova e ortaggi, pelli, fosfati, sapone e sigarette. Il suo principale cliente sono gli Stati Uniti, seguiti dall’Italia e dalla Francia, i quali sono anche i maggiori fornitori.
La bilancia commerciale registra un forte passivo e il paese ha un pesantissimo debito estero: fattori negativi per il futuro dell’economia egiziana sono lo sfrenato incremento demografico e i continui abbassamenti del prezzo del petrolio; fattori positivi sono comunque gli aiuti che l’Egitto continua a ricevere dai paesi occidentali e dal Giappone e l’aver recentemente ottenuto un aiuto finanziario anche dal Kuwait.
Le principali fonti di valuta estera derivano dall'industria turistica ed estrattiva, in particolare sviluppo dopo la riapertura del canale di Suez, la conclusione degli accordi di pace con Israele e la restituzione dei territori occupati del Sinai. A metà degli anni Novanta il debito estero dell'Egitto ammontava a 14 miliardi di dollari.

COMUNICAZIONI:
L'Egitto dispone di una rete ferroviaria di quasi 10.000 km e di una rete stradale di quasi 50.000 km (la metà circa dei quali asfaltati); data la particolare configurazione del paese ha notevole importanza, soprattutto per il trasporto dei carichi pesanti, la navigazione interna, che dispone di oltre 3.000 km di vie d'acqua, circa la metà dei quali lungo il Nilo. Porti principali sono Alessandria, Porto Said e Suez. Importanti sono anche i trasporti aerei e la compagnia aerea dell’Egitto è la Egyptair, che garantisce collegamenti nazionali e internazionali

ORDINAMENTO DELLO STATO:
L’Egitto oggi è una repubblica presidenziale. In base alla Costituzione dell’11/9/1971, il Presidente della Repubblica, che dura in carica 6 anni, è eletto dal corpo elettorale e la sua candidatura è proposta dall’Assemblea Nazionale. Presidente della Repubblica è oggi Hosni Mubarak, rieletto il 4/10/1993.

CITTÀ:
 IL CAIRO:
Questa città, la capitale, è situata sulle due rive del Nilo, non lontano dalla costa, e si estende per una lunghezza di circa 20 Km.
E’ oggi una città immensa, creata per ospitare al massimo 3 milioni di abitanti, ma che ne deve sopportare più di 14 e per questo ci sono dei gravi disagi: le condizioni igieniche sono pessime, l’acqua potabile è concessa solo qualche ora al giorno, il traffico è caotico.
La città è divisa in due parti: vi è un nucleo più antico sulla riva destra del fiume e una città più moderna tutto intorno che porta i segni di uno sviluppo troppo rapido: infatti la fame di alloggi ha fatto si che i palazzi siano cresciuti senza stile, le case siano state costruite con materiali poveri e già in rovina, le strade presentino enormi buchi nella pavimentazione.
Il Cairo nei suoi diversi quartieri abbraccia gruppi religiosi diversi come musulmani ed ebrei.
Fu eretta nel 1176 dal sultano Salah-Addin sulla cima di una collina; a nord di essa si estende la cosiddetta “Città dei Morti”, un quartiere che si è trasformato da antico cimitero di origine mamelucca in una delle zone più affollate della capitale, poiché molte famiglie si sono trasferite a vivere nelle vecchie tombe.
Il tratto del Nilo che scorre lungo la zona centrale ospita due isole: quella di Gezira e quella di Roda, sulla quale si trova il Museo Archeologico, uno dei più importanti e affascinanti del mondo, con resti e testimonianze della civiltà e dell’arte dell’antico Egitto.
Appena fuori dalla città vi è la zona delle grandi piramidi.

 ALESSANDRIA:
Fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C., è stata nell’antichità una delle più importanti città del Mediterraneo; oggi è il primo porto egiziano e un notevole centro industriale.
I più celebri monumenti della sua storia non sono sopravvissuti, ma ciò nonostante la città possiede molti luoghi interessanti da vedere come quelli romani, tra cui l’Anfiteatro e le catacombe.

 LUXOR:
E’ la principale meta turistica, infatti oggi la città sorge dove una volta c’era l’antica Tebe.
Sulla riva destra del Nilo sorgevano i templi e i monumenti della “Tebe dei vivi”, mentre sulla riva sinistra un vasto territorio ospitava la “Tebe dei morti”, le grandiose necropoli dei sovrani.
La città di Luxor ospita un grandioso tempio, costruito da Ramses, che è il più grande d’Egitto.
Vicino a Luxor sorge il Tempio di Karnak, formato da molti colonnati e da un grande cortile.

 IL MAR ROSSO: SHARM EL SHEIKH e HURGHADA
Il Mar Rosso è uno dei luoghi privilegiati per chi cerca un mar cristallino, sole e spiagge bianche.
Sharm el Sheikh è situata nel golfo di Aqaba nel sud del Sinai e il nome significa “Approdo del Principe”.
Hurghada si affaccia sul golfo di Suez, quasi di fronte alla punta estrema del Sinai e offre fantastici fondali marini con barriere coralline tra le più importanti del mondo.

STORIA:
- Egitto Antico:
Abitato fin dall’epoca paleolitica da gruppi tra loro slegati e la cui origine va cercata nei gruppi di cacciatori che percorrevano il Nord Africa allora ricoperto da foreste e pascoli dove le prede erano abbondanti.
Fu politicamente ordinato in regni dal 4000 a.C. e fu unificato verso il 3100 a.C. da Menes, cui seguirono faraoni di 30 dinastie distribuite in diversi periodi:

 Antico regno (dinastie I-X):
fu in questo periodo che incominciarono a diffondersi le religioni politeiste; tra le principali divinità: il Cielo, personificato dalla dea Nut, il Sole, ovvero Ra che si riteneva percorresse il cielo su due barche, la diurna e la notturna, la Luna, le Stelle e la Terra, sposa di Nut.
Inoltre nell’Antico Regno era praticato il culto degli animali, tra i più noti: il bue Api e l’ariete Amon.
La capitale era Tinis.
Tra i più importanti faraoni Cheope e Chefren, costruttori delle piramidi di El Giza.
Non sembra che i sovrani dell’Antico Regno si siano dedicati ad una costante politica di conquista, infatti si sono limitati a campagne in Asia a scopo di difesa contro le incursioni dei popoli vicini.

 Medio Regno (dinastie XI-XVII):
Ebbe per capitale Tebe e i sovrani regnanti vennero identificati come degli dei che bisognava amare e obbedire.
I faraoni migliorarono l’agricoltura con enormi lavori di ingegneria idraulica. Seguirono un secondo periodo di anarchia e la conquista dell’Egitto da parte di una popolazione asiatica: gli Hyksos, chiamati popoli del mare, che si impadronirono del delta del Nilo e vi si stabilirono per un secolo.

 Nuovo regno (dinastie XVIII XXVI):
Il dominio egizio si estese a Cipro, alla Siria e alla Valle dell’Eufrate e per questo fu senza dubbio il periodo più glorioso della storia faraonica.
Ramses II, il successore di Ramses I che ebbe un regno brevissimo, respinse definitivamente gli Hyksos e arricchì l’Egitto di monumenti che rispondono al gusto del colossale.
La nuova religione era praticamente monoteista e più semplice dell’antica: il re era il pontefice supremo da adorare come un dio.

Nel 525 a.C. Cambise, re di Persia, invase l’Egitto annettendolo al suo regno.
Autoproclamatosi faraone fondò la XVII dinastia. Grazie a delle rivolte popolari il paese fu libero per un breve periodo durante il quale regnarono le ultime dinastie indipendenti.
Ma le rivalità per la successione, permisero un nuova invasione persiana nel 343 a.C.
I re persiani imposero al paese dure condizioni, trattandolo come terra di conquista.

Nell’autunno del 332 a.C., il macedone Alessandro Magno entrò in Egitto dove fu accolto come un liberatore.
Qui fondò una nuova capitale: Alessandria, dove venne incoronato re d’Egitto.
Alla sua morte seguirono Alessandro II, suo figlio, e Tolomeo.
L’amministrazione propose di sfruttare più ricchezze possibili per mantenere una flotta e un esercito potenti cui era affidata la difesa della supremazia macedone nel Mediterraneo.
La più celebre sovrana dell’Egitto fu Cleopatra VII nel 35 a.C. che però si suicidò ad Alessandria, che nel frattempo era stata assediata dai romani.
Dopo la sua morte l’Egitto venne inglobato nell’Impero romano di cui fece parte per sei secoli.
Divenuto il granaio di Roma l’Egitto conobbe un periodo di anarchia sociale e di miseria economica. Durante il successivo periodo bizantino (395 d.C.) la profonda corruzione dell’amministrazione pubblica, le pesantissime tasse imposte a tutte le classi promossero un tale odio contro la rapacità romana e i rigori bizantini che gli egiziani opposero solo scarsa resistenza ai conquistatori arabi, arrivati in Egitto nel 640.
Essi diffusero alla popolazione la loro lingua, l’arabo e la loro religione, l’islamismo.
I copti, una minoranza etnica che si differenziava per lingua e religione, però, non furono d’accordo quando gli arabi ebbero l’intenzione di modificare il calendario egiziano che era formato da tre stagioni corrispondenti all’inondazione, alla semina e al raccolto e cominciarono una propaganda nazionalista.
Nel 1250 occuparono l’Egitto i mamelucchi di origine turca, greca e albanese. Si divide la dominazione mamelucca in due dinastie: quella dei Bahriti e quella dei Burgiti, favorevoli alla soppressione del potere ereditario.
Fu un’età di straordinario splendore per le arti e per la cultura, oltre che per l’economia, grazie soprattutto al commercio di spezie con l’Occidente.
Nel 1517 l’Egitto venne occupato dall’esercito ottomano, sotto di esso i mamelucchi continuarono ad amministrare il paese.

- Egitto moderno:
Nel 1798 Napoleone Bonaparte e il suo valoroso esercito marciarono verso Alessandria d’Egitto. Il motivo di questa invasione era quello di colpire gli interessi economici della nemica Inghilterra e interrompere le comunicazioni con l’India.
L’occupazione francese, sebbene di breve durata (1798-1801), bastò per far conoscere all’Europa l’Egitto, grazie alle descrizioni dei dotti che richiamarono in particolare l’attenzione sulla possibilità concreta di scavare un canale tra il Mediterraneo e il Mar Rosso.
Ma la distruzione della forza navale francese ad Abukir a opera di Nelson, costrinse l’Armée a vivere a spese degli abitanti, suscitandone l’ostilità e contribuendo al successo dei britannici che assediavano l’esercito francese e che nel 1801 ne ottennero la resa.
Il creatore dell’Egitto moderno fu Mohammed Ali, giovane ufficiale turco che, dopo aver costretto gli inglesi a reimbarcarsi ottenne l’investitura popolare. Egli era un grande uomo, deciso a fare dell’Egitto un paese forte, moderno e indipendente.
In politica estera si lanciò in avventure espansionistiche annettendo il Sudan e la Siria e minacciando addirittura Costantinopoli, tanto da spingere l’impero ottomano sull’orlo della rovina. Ma le grandi potenze, rese inquiete dalle sue ambizioni, imposero alla convenzione di Londra (1839) di rinunciare a tutte le sue conquiste, a ridurre l’esercito e a sopprimere la propria marina; l’Egitto riuscì a conservare il controllo del Sudan.
I suoi successori, meno prudenti, videro nel taglio dell’istmo di Suez un mezzo per liberarsi ulteriormente dai turchi.
Il progetto del tracciato del canale che utilizzò in parte quello dell’italiano Luigi Negrelli, è del 1856. Gli scavi cominciarono nel 1859 e terminarono dieci anni dopo, tra mille difficoltà economiche e ripensamenti politici, tra sospensioni e riprese, tra difficoltà tecniche e ingegneristiche di ogni tipo.
Il percorso da Porto Said a Suez è di 161 Km.
Ismail, il nuovo sovrano, trascinato il paese alla bancarotta, fu costretto a vendere le sue azioni del Canale di Suez che furono acquistate a bassissimo prezzo dall’Inghilterra.
Nel 1876, le potenze europee misero sotto tutela l’economia egiziana, imponendo un ministro inglese alle finanze e un ministro francese ai lavori pubblici, con il risultato però di provocare la collera popolare.
Al grido “l’Egitto agli egiziani” si sviluppò un formidabile movimento nazionalista che culminò nella rivolta di un gruppo di giovani ufficiali che imposero a Ismail un atteggiamento più fermo.
I britannici bombardarono per rappresaglia Alessandria, costruendo dighe e migliorando il sistema di irrigazione, fecero dell’Egitto un enorme campo di cotone.
Non riuscirono tuttavia a soffocare l’ostilità della popolazione nei loro confronti, né la nascita di una coscienza nazionale promossa dallo sviluppo della stampa e dal sorgere di una nuova classe di proprietari terrieri in seguito al frazionamento dei grandi possedimenti.
Legge marziale, censura e occupazione militare esasperarono l’opposizione agli inglesi che a causa di rivolte, sabotaggi, attentati e scioperi, furono costretti a concedere l’indipendenza all’Egitto con la Dichiarazione del 1922, tuttavia con quattro clausole restrittive, vale a dire garanzia delle comunicazioni con l’Impero britannico, monopolio della difesa dell’Egitto, protezione delle minoranze straniere e mantenimento del controllo del Sudan.
La dichiarazione, malvista dall’opinione pubblica fu seguita nel 1923 da una Costituzione che fece dell’Egitto una Monarchia Parlamentare.
Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939/1945) l’Egitto fu nuovamente una base per l’esercito inglese.
Nel 1945 il contributo alla vittoria alleata valse all’Egitto la creazione, con la benedizione di Londra, della Lega degli Stati arabi.
Intanto, con sempre maggiore insistenza, si domandava l’evacuazione della zona del Canale di Suez e la restituzione del Sudan; davanti ai temporeggiamenti inglesi l’opinione pubblica divenne sempre più accesa, alimentata anche da una grave crisi sociale dovuta alla sovrappopolazione rurale.
Nel 1946 il re issò la bandiera egiziana sul Cairo, restituita dagli inglesi e dal 1947 in poi essi evacuarono progressivamente il territorio egiziano.
La guerra contro Israele gettò lo scompiglio nei paesi arabi e in particolare nell’Egitto che, sebbene sconfitto, si rifiutò di riconoscere il fatto compiuto, accontentandosi di un armistizio (1949): la minaccia israeliana restò così uno degli elementi della politica egiziana.
Il 26 luglio 1952 ebbe luogo un improvviso colpo di Stato dei militari: il generale Nagib, eroe della guerra di Palestina, si pose a capo di un gruppo di ufficiali rivoluzionari che costrinsero re Faruk ad abdicare, ritenendolo responsabile della corruzione amministrativa e della disfatta umiliante nella guerra contro Israele.
Il potere fu assunto da un gruppo di ufficiali che soppressero i partiti politici; il 18 giugno 1953 venne proclamata la repubblica in Egitto.
Il 1° gennaio 1956 il Sudan diventò indipendente e nello stesso periodo furono riprese le conversazioni per l’evacuazione inglese dal canale di Suez.
Osteggiato dalla Francia e dall’Inghilterra, visto con un certo sospetto anche dagli Stati Uniti, Nasser ricorse all’URSS, che gli promise gli aiuti e l’assistenza necessari. Egli allora annunciò la nazionalizzazione del Canale di Suez.
La reazione franco-britannica si fece attendere fino a quando Israele attaccò l’Egitto nel Sinai (29 ottobre); dopo un ultimatum, il giorno seguente (30 ottobre) Francia e Inghilterra attaccarono l’Egitto.
Ma l’ONU, forte dell’intesa tra gli USA e l’URSS, ordinò subito il “cessate il fuoco”. Nasser così ottenne subito l’evacuazione del territorio egiziano.
Nel 1967, lo stato di tensione esistente da tempo tra i paesi arabi e Israele sfociò nella “guerra dei sei giorni”: in seguito al blocco del Golfo di Al Aqabah attuato dagli egiziani, le truppe israeliane rientrarono nel Sinai raggiungendo la sponda orientale del Canale di Suez e occupando la striscia di Gaza.
Nel settembre del 1970 morì prematuramente, lasciando una situazione molto difficile che fu ereditata dal vicepresidente Anwar-el-Sadat.
Sadat irrigidì il proprio regime, colpendo soprattutto la sinistra comunista, creando il partito Nazionale Democratico e costringendo i suoi oppositori ad abbandonare la scena politica.
In politica estera sempre più stretti divennero i rapporti tra Egitto e Stati Uniti a seguito dell’intervento diplomatico statunitense per porre termine alla situazione di conflitto tra Egitto e Israele.
Nel mondo arabo la politica di Sadat incontrò un’opposizione dura e il Consiglio della Lega Araba, riunitosi a Bagdad subito dopo la firma del trattato di pace tra Egitto e Israele, prese drastici provvedimenti per isolare l’Egitto, acuendo così la dipendenza economico-militare del paese dagli aiuti statunitensi.
Grave fu in particolare la tensione con la Libia, che fece più volte temere lo scoppio di una guerra. A pagare le conseguenze di tale stato di tensione furono specialmente i lavoratori egiziani che prestavano la loro opera in Libia, dalla quale furono espulsi.
Il 6 ottobre 1981 Sadat fu però vittima di un attentato operato dai Fratelli musulmani. Assunse allora il potere il vicepresidente Hosni Mubarak.
In politica estera, pur mantenendo stretti rapporti con gli Stati Uniti, allargò il dialogo ai paesi europei, riallacciò buoni rapporti con l’Unione Sovietica e cercò di liberare l’Egitto dall’isolamento nel mondo arabo.
Ci furono comunque gravi problemi in campo religioso. Infatti l’integralismo islamico fece sì che alcuni suoi fedeli uccisero degli europei.
L’Egitto è membro dell’ONU, dell’OUA (organizzazione per l’unità africana costituita nel 1963 per combattere i residui colonialistici e razzisti; conta 53 membri) e della Lega araba ( alleanza politico-economica militare costituita dai paesi arabi nel 1945)

cURIOSITà:
- La maledizione di Tutankhamon:
“Ho sentito la sua chiamata, devo seguirlo ...”: queste furono le ultime parole che Lord Carnavon pronunciò prima di morire. Mesi addietro, il suo nome era stato coperto di gloria per aver finanziato e collaborato personalmente alla più grande scoperta archeologica del secolo: la tomba, intatta, di Tutankhamon, il faraone adolescente.
Gli scavi cominciarono nel novembre 1922, la camera funeraria venne alla luce nel febbraio dell’anno seguente.
La fine misteriosa del magnate inglese venne in un certo senso “annunciata” cinque mesi prima, al momento dell’apertura della tomba. Una piccola scritta posta vicino alla mummia diceva chiaramente: “La morte toccherà con le sue ali chiunque oserà interrompere il quieto sonno dei faraoni!”.
E questo avvertimento si avverò, non solo nel caso di Lord Carnavon, ma anche in quello delle altre trenta persone che, in un modo o nell’altro, ebbero a che fare con gli scavi.
Il mondo della scienza non ha saputo ancora dare una risposta a questi avvenimenti e molte persone credono che essi siano veramente dovuti all’ira dei faraoni per chi li disturba dal loro sonno mortale.

- Le piramidi di el-Giza e la Sfinge:
Quando fu costruita la prima piramide, ai tempi del faraone Zoser e su progetto dell’ architetto Imothep, l’Europa occidentale era ancora avvolta nella preistoria.
Zoser regnò intorno al 2700 a.C.
Tra le circa 100 piramidi costruite in Egitto nel corso delle varie dinastie, sono quelle dell’Antico Regno, quelle sorte a Giza, che hanno catturato per sempre l’immaginazione collettiva.
Tra queste la piramide di Cheope, che richiese trent’anni di lavoro per essere ultimata. La costruzione contiene 2.300.000 blocchi di granito, con un peso variabile tra 2 e 15 tonnellate; il peso totale è di sei milioni e mezzo di tonnellate.
Essa è alta 146 metri e si tratta della più grande piramide del mondo, dopo la muraglia cinese.
Quando il figlio Chefren succedette a Cheope, ordinò immediatamente l’avvio dei lavori per la propria piramide, che venne costruita sull’esatta diagonale della piramide di Cheope, ma che non poteva certo rivaleggiare con quella del padre.
Anche il figlio di Chefren, Micerino, edificò un piramide non appena assunse il trono dell’Egitto. Per quanto fosse di dimensioni contenute, questa piramide è da molti considerata la più raffinata della piana di Giza.
Queste enormi costruzioni venivano edificate per un solo scopo: custodire il corpo del faraone in eterno. La salma del sovrano defunto veniva portata lungo il Nilo fino a raggiungere il luogo di sepoltura a Giza. La nave arrivava fino ai piedi della piramide e veniva fermata con la prua rivolta a occidente , verso il regno di Osiride. Per rendere il faraone immortale, il suo corpo veniva sottoposto a un lungo processo di mummificazione e i suoi organi venivano raccolti all’interno di quattro vasi sigillati sui quali venivano incisi i nomi delle divinità protettrici di ciascun organo.

Oltre le piramidi, un altro imponente monumento sulla piana di Giza attira l’attenzione dei visitatori: è la grande sfinge: secondo alcuni, essa indica in qualche modo il confine dell’area di Giza, è una sorta di monito sulla sacralità dell’area.
La gigantesca scultura è chiamata in lingua araba, “Abu el’Hol”, il “Padre del terrore”.
Rappresentazione di una creatura dal volto umano e dal corpo di leone, ha un’espressione inpassibile che suggerisce un’intelligenza enigmatica, mentre il corpo emana una sensazione di potenza e naturale autorità. C’è chi sostiene che il volto della sfinge sia in realtà il ritratto di Chefren posto a guardia del luogo da dove avrebbe preso il via il suo viaggio verso il mondo dei morti.
Sono state scoperte su di essa tracce di erosione da piogge violentissime, ma che in Egitto non si sono però registrate da millenni.

- Il papiro e i geroglifici:
La primissima scrittura egiziana è chiamata geroglifica (dal greco ieroglyphikos), cioè scultura, incisione sacra; si cominciò ad usarla pressappoco 3200 anni prima della nascita di Cristo, al tempo delle grandi piramidi, ed è una delle più antiche scritture della Terra.
Gli egiziani diedero a ogni figura il valore di un suono, pressappoco come noi diamo un suono alle lettere.

Gli egiziani scrivevano i numeri usando semplici trattini per le unità e segni differenti per le decine e i numeri più alti.
Per formare i numeri ripetevano i segni fino a quando era necessario.

- PREPARAZIONE DEL PAPIRO:
Gli egiziani scrivevano sul papiro. Per prepararlo si servivano di una canna che cresce sulle rive del fiume Nilo.
I lunghi gambi del papiro venivano aperti su un lato e le pellicole che li componevano staccate le une dalle altre in modo da ottenere dei sottili nastri;
questi nastri, essicati, venivano incollati uno attaccato all’altro per formare un primo foglio, sul quale se ne incollava un altro incrociato.
La colla usata era fatta con farina di frumento. Poi il foglio veniva leggermente martellato, essicato al sole e lucidato con l’olio di cedro.

- La morte per gli egizi:
La vita nell’aldilà per gli egizi riproponeva gli stessi schemi di quella terrena ed era governata con la stessa organizzazione gerarchica, a capo della quale era sempre Osiride, che come Re dei morti presiedeva il tribunale ultraterreno di fronte al quale l’anima del defunto doveva giustificarsi prima di accedere all’eternità, accanto agli dei.
Perché quest’anima continuasse a vivere dopo la morte, era necessario che il corpo fosse perfettamente preservato.
Varie tecniche: in quella più elaborata e costosa, il procedimento aveva la durata complessiva di 70 giorni. Il corpo subiva speciali lavaggi e trattamenti con aromi vari, veniva disseccato con un bagno di soda naturale e veniva avvolto infine in numerosi strati di bende di lino.
La mummia veniva poi collocata in uno o più sarcofagi.
Chi ne aveva la possibilità si faceva costruire una tomba e preparava un ricco corredo funerario che era poi posto accanto al sarcofago.
La tomba era considerata la “casa del Ka” (parte immortale di cui gli Egiziani credevano che l’uomo fosse composto) ove esso dimorava dopo la morte del corpo e che era costruita per durare in eterno.
Ma essa era anche il luogo di incontro tra i vivi e i morti, dove l’esecuzione dei rituali assicurava al defunto l’eternità e garantiva ai viventi che egli non sarebbe ritornato a vagare sulla terra. Le tombe si trovavano in necropoli fuori dai centri abitati.

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