Michelangelo, Raffaello, Correggio (Manierismo)

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Testo

MICHELANGELO

Muore 89enne (tardi rispetto al 66enne Leonardo e al 36enne Raffaello) e lavora fino a 2-3 giorni prima di morire, tipo per fare la Pietà Rondanini, lasciando opere incompiute. Secondo lui l’artista deve prendere spunto dalla natura per migliorarsi: lui ha una formazione classica importante alla scuola fiorentina, ma con la fantasia si creano opere superiori, più idealizzate e perfette (specie per quanto riguarda la scultura). Lo interesserà soprattutto il corpo umano. Lui ha già in sé, in mente, l’immagine della scultura da realizzare, vedeva già l’opera che sarebbe uscita dal blocco di marmo. Non preparava alcun bozzetto. Sceglieva il marmo direttamente a Carrara (nelle cave apuane), ci poteva anche mettere due mesi per cercare la vena giusta, con marmo bianco senza nervature.

Michelangelo è scultore, architetto e pittore, ma si sente soprattutto scultore: per questo per lui è fondamentale il disegno (chi è scultore è abile disegnatore), in modo molto diverso da Leonardo. Il suo concetto di idealizzazione cambierà dopo che assiste alla Riforma, lo stile cambia, si evolve: le prime opere sono proprio idealizzate, nelle ultime prevale il sentimento, la drammaticità dell’esistere; vivere è un problema, collegato al problema dell’aldilà.

Lorenzo il Magnifico, mecenate fiorentino, lo ospita a casa sua – era uno che aveva naso e intuisce la grandezza di Michelangelo quando lo vede –, quindi vive a corte, nel Giardino di San Marco, con Bertoldo come maestro. Prima studia nella bottega del Ghirlandaio. È fondamentale Masaccio, di cui ammira le opere della cappella Brancacci.

• Grande fantasia, più importante di cultura e sapienza (cmq soventi riferimenti all’arte classica)
• Non fa bozzetti, ha già in mente l’opera
• Fondamentale il disegno, la linea incisiva = scultore
• Non-finito michelangiolesco (lascia appositamente alcune parti incomplete per creare maggior pathos) + vedi 459
• Idealizzazione – primo periodo
• Approfondisce volumi e muscolature → chiaroscuro + vedi 459 e 470
• Punto di vista frontale

In quel periodo c’era un certo antagonismo fra Bramante, l’“artista tuttofare” di papa Giulio II, e Michelangelo; il primo voleva sbarazzarsi del secondo e suggerì al papa di incaricargli l’affresco della volta della Cappella Sistina, un campo a lui estraneo (era più scultore che pittore), per poi contrapporgli il suo pupillo Raffaello, che dipinse le Stanze Vaticane. Il papa accetta, Michelangelo anche e riesce senza difficoltà nel suo impegno, realizzando un capolavoro assoluto.

Opere Laurenziane
S. Lorenzo è vicino al mercato, l’interno è di Brunelleschi e i pulpiti sono di Donatello. La sagrestia vecchia è di Brunelleschi e quella nuova di Michelangelo.
Clemente → Prospero Sogari, si ispira a Michelangelo.

503, Atrio della Biblioteca laurenziana
La scala assomiglia ad una scultura moderna, anche gli elementi architettonici sono scultorei.

Giudizio Universale
Michelangelo progetta il Giudizio Universale nel 1534, dopo qualche anno dalla volta della Cappella Sistina (1508-12). Ci mette 5 anni, a differenza dei 4 della volta. Le foto del libro sono state fatte prima del restauro, e appaiono scure, con una patina grigia da fumo di candele, mentre i colori ora sono vivaci e luminosi. Prima i personaggi erano nudi, non vestiti; Daniele da Volterra fu incaricato di coprirli.

In generale si hanno dimensioni esagerate, corpi tozzi, chiaroscuro intenso e forte, la linea che accentua i volumi, e tutto è in max movimento. C’è la max drammaticità anche fra i beati → tipico del tardo Michelangelo, sempre tragico.
A causa della riforma luterana si cerca di mercanteggiare la grazia divina. L’Aretino cerca di ricattarlo. Faranno coprire i nudi da Daniele da Volterra, pare vi si raffigurato l’Aretino.

505, Giudizio Universale
Michelangelo copre tutta la parete, distribuisce con abilità e tecnica le figure nella parete senza cornici architettoniche – a differenza della volta –, con un andamento ascensionale: in basso le figure hanno proporzioni reali, in alto sono di dimensioni maggiori (lavora al contrario) → impressione che le figure in alto cadono = correzione ottica voluta, non ha usato le classiche correzioni ottiche.
In alto, al centro, c’è Cristo che giudica, nella posizione del personaggio centrale della Battaglia dei Centauri, la Madonna (giovane, coetanea; non è presente in tutti i giudizi universali, a differenza del figlio), il Paradiso. A sx ci sono i beati, a dx i dannati = inferno; quelli a metà affresco non sanno ancora da che parte andranno.

507, Particolare
Caronte traghetta la anime dei dannati traghetta i dannati al di là dell’Acheronte come descriveva Dante, quasi tutti scendono. Il particolare è di proposito scuro; la confusione è voluta → è equilibrata. In basso a dx c’è un dannato con un serpente, simbolo del peccato. È molto bella, la si vede subito, c’è max drammaticità anche fra i beati.

508, Particolare
San Bartolomeo, che si crede raffigurare Pietro Aretino (scrittore satirico, specie contro il governo pontificio), tiene in mano una pelle umana, quella forse di Michelangelo, che sembra finire ripescato per il Paradiso.

509, Particolare
È verso il centro-dx dell’affresco, fra i più conosciuti particolari di Michelangelo con la Sibilla Delfica. Il dannato si copre l’occhio sx con la rispettiva mano, mentre l’altro è sbarrato = molta paura.

510,Copia del Giudizio Universale di Venusti
Questa copia è utile perché ci permette di capire com’era il Giudizio Universale prima dell’inter-vento di Daniele da Volterra; però è piccola, particolare, kitsch, bruttina.

Il Campidoglio è stato progettato da lui, la statua di Marco Aurelio è in uno dei due palazzi nuovi, fuori hanno messo una brutta copia.

San Pietro
Il 30/09/99 l’ hanno inaugurato dopo 2,5 anni di lavori. Alla morte del Bramante c’è poco, poi Raffaello ne progetta un’altra, poi Antonio da Sangallo il giovane lo sostituisce, Peruzzi, morto Sangallo Michelangelo completa tutto il Maderno (facciata). Egli riprende il Bramante, riparte. Per il cupolone si ispira a Brunelleschi.

Le ultime pietà (+ confronto con la prima)

526, Pietà
Il viso di Nicodemo assomiglia a lui → è ambizioso, la tenne Tiberio Calcagni che finì la Maddalena a sx (si vedeva la differenza per l’esagerata levigatezza) e la gamba dx del Cristo (tolta perché non autografa), che era saltata via a causa di un difetto del marmo, nonostante fosse stato scelto personalmente da Michelangelo. Qui Cristo è più maturo, non finito, sofferente, naturale, umano; la Maria che sostiene Cristo è in non finito si possono notare i motivi dello scalpello. Max drammaticità.

527, Pietà di Palestrina
È nella galleria dell’Accademia col David; si trova con altre sculture, per arrivarci bisogna passare per il corridoio con in fondo il David e ai lati dei non finiti voluti.
Ancora più drammatica della precedente, mano possente della Madonna non più così giovane ed ora sofferente → adesso sostiene il vero peso. È più tragica, il non finito è portato all’eccesso, finito solo l’addome. Il Cristo ha un bel braccio morto che pende.

528, Pietà Rondanini
Sembra un’opera moderna, tipo quelle di Marino Marini → giovani con le gambe quasi femminee o di Martini; non la completa perché muore. Il Cristo ha le gambe esageratamente lunghe, affusolate, femminee, magre, stilizzate. I corpi sono giovani, il viso della madre sofferente, il non finito estremo.

RAFFAELLO

Muore giovane a 37 anni. Se fosse vissuto di più, sarebbe diventato più grande? Ha ricevuto i primi insegnamenti dl padre, ma il vero maestro fu il Perugino (fondamentale; le sue opere sono accostate a quelle di Raffaello negli Uffizi), R. ne acquisisce la bellezza, l’eleganza, la sobrietà, la delicatezza, la volumetria ma → opere non pesanti. Vede le opere degli altri artisti (Michelangelo e Leonardo, Piero), le studia, le ridisegna ma non le copia mai → ha una sua forma di pittoricismo. Per lui la luce è un elemento fondamentale = impressione metafisica.
Bellezza idealizzata → come nell’arte classica, egli spoglia le figure dalle imperfezioni (i ritratti sono un discorso a parte). Aveva un ottimo carattere, a differenza di Michelangelo e Leonardo, piaceva a tutti, era carismatico e veniva spesso invitato a corte; i signori gli chiedevano poi il proprio ritratto. Diventa famoso subito ma vive poco; la sua vita è stata serena e fortunata.
Era buono ma accettava di fare un ritratto solo a chi stimava poiché attraverso questo ne faceva trasparire l’anima, che in ogni ritratto traspare: dallo sguardo, dal colore, dalle forme, dall’eleganza degli atteggiamenti. I suoi ritratti sono al 60% realistici e al 40% idealizzati.

“Ha la felicità innata della facilità” = è talmente perfetto e bello che sembra realizzato facilmente → spontaneo.

535-536, Lo sposalizio della Vergine

RAFFAELLO
PERUGINO
Raffaello qui si ispira al maestro. Il soggetto è lo stesso: in primo piano i personaggi, in secondo il tempio a pianta circolare.
Il tempio
Ha 16 lati; non ha visto il tempietto di San Pietro in Montorio del Bramante, bensì solo i disegni preparatori.
Ha 8 lati.
È più piccolo e sembra più lontano, anche grazie alla pavimentazione con una prospettiva geometrico-lineare perfetta → max profondità; è più leggero. La profondità è suggerita dalle persone sotto, distribuite meglio, su più piani, davanti al porticato.
Taglia in due parti orizzontali il dipinto ed appare incombente, massiccio. Tutto è sullo stesso piano (?).
I personaggi
San Giuseppe è a dx, la Vergine è a sx, e in mezzo c’è un sacerdote che li sposa.
A dx un giovane fanciullo rompe il bastone → movimento; significa che non c’è più nulla da fare per i pretendenti di Maria: adesso non possono più aspirare a lei così lo gettano. I personaggi sono a semicerchio e anch’essi danno movimento, gradualità, proporzionalità.
Il fanciullo è a sx; i personaggi sono disposti lungo una linea orizzontale
I colori
Raffaello aggiunge una linea di contorno molto sottile nel tempio e nei personaggi + prosp. aerea con sfumato = accenno leonardesco.
I colori sono utilizzati anche dall’allievo: rossi caldi, gialli ocra intensi.
538, Madonna del Granduca
Capolavoro! Sembra fuoriuscire dalla tavola, è notevole. Prevale la bellezza idealizzata, delicata, naturale, spontanea, dolcissima. Il manto è in realtà di un bel blu, prevale la bellezza idealizzata, è dolcissima ed usa lo sfumato per rendere l’immagine delicata. Manca la linea di contorno così la figura fuoriesce. La composizione è piramidale e ricorda Leonardo.

539, Madonna del cardellino
Materna e dolce, gravida (?), idealizzata, abbraccia S. Giovanni a sx che mostra il cardellino a Gesù = bimbi che giocano. Composizione piramidale, c’è anche il gioco del triangolo nei piedi in basso. sfondo in parte leonardesco (non per i pioppi, ripresi dai manieristi). Paesaggi realistici al 50% perché per il resto li idealizza, amando la perfezione e l’equilibrio (toglie i particolari che non gli vanno).

540, Il trasporto di Cristo
Restaurato da poco, è nella Galleria Borghese. Olio su tavola, il legno gli creò problemi perché sensibile alla temperatura (secco, freddo, umido…) → imbarcato. È stato tenuto nei Gabinetti degli Uffizi, nello studio di un restauratore per anni per controllare il “movimento” del legno, determinando la posizione corretta del supporto con uno strumento che misura gli scricchiolii.
Colori molto caldi e luminosi, è notevole, da qui si capisce che Michelangelo lo colpì molto → il Cristo è idealizzato come nella Pietà, è nella stessa posizione, morente ma col corpo idealizzato (anatomie perfette nelle loro proporzioni); il ragazzo che lo sostiene ha un braccio muscoloso, la torsione del busto della fanciulla riprende il Tondo Doni, la terza testa si ispira al Laoconte ritrovato nel 1506. Max movimento, alberelli sullo sfondo.
542, Agnolo Doni
Agnolo Doni è un mercante, un mecenate, che Raffaello stimava; è il tizio del Tondo Doni di Michelangelo. Il taglio prospettico è quello di Leonardo, di ¾, così come lo sfondo, tipico paesaggio geologico con sfumato leonardesco. Qui l’idealizzazione sta nell’eleganza e nell’espressione.

543, Maddalena Strozzi
Moglie di Agnolo Doni, è brutta ma elegante: nelle mani, nei colori, nei gioielli, è dolcissima.

Stanza della Segnatura
Non sono stanze tanto grandi, ma sono capolavori.

546, Scuola di Atene
Ci sono dei personaggi dell’epoca:
-Raffaello: secondo in basso a dx (autoritratto nell’uomo col baschetto nero);
-Bramante: chinato e pelato;
-Michelangelo; in basso al centro, pensieroso;
-Leonardo: in mezzo, rappresenta Platone.
Abilità tecnica e disegnativa, c’è una prospettiva illusoria infinita, ci sono volte a botte e nicchie con sculture classiche, il gioco delle arcate a tutto sesto, gli archi di trionfo con un fornice, i pilastri con lesene e paraste → prospettiva infinita, esagerata e perfetta, giocata sui colori del monocromo. Tutto è in movimento, tutti parlano di arte, scienza, filosofia.

549, Il Parnaso
Le porte c’erano già e venivano usate.

Stanza di Eliodoro
Quando si entra si è colpiti emotivamente poiché prevale una luce esagerata che deve catturare occhi e cervello. Sotto ci sono le Cariatidi tutte dipinte ad affresco → trompe l’oeil. Qui usa anche gli aiuti, predilige Giulio Romano (che realizza anche il Palazzo del Tè a MN, con altri aiuti; diversi come modo di dipingere).

552, La liberazione di S. Pietro
Prevale la luce, a differenza del 550 (l’affresco col cavallo = movimento esasperato → Leonardo, con panneggi svolazzanti e colori vivaci), è il secondo paesaggio lunare dell’arte, il primo era di Piero in una chiesa di Arezzo, rappresentando un sogno di Costantino.
Racconto biblico: al centro c’è l’angelo che sveglia S. Pietro che dorme, dopo aver fatto addormen-tare le due guardie ai lati; a dx scende le scale e sui gradini ci sono altri soldati che dormono; a xx il racconto continua: arriva una guardia che sveglia le due e indica la cella vuota.
Le fonti di luce sono l’angelo e la fiaccola, la luna, le armature (sennò le guardie sarebbero piatte perché in controluce, così dà volumetria). Forte impatto visivo perché la grata sembra vera, di ferro, notevole contrasto di colori e luci/ombre per ottenere la max drammaticità (di solito è più pacata = prevale idealizzazione).

553, L’incendio di Borgo
Eseguito dagli aiuti, ci sono già caratteristiche manieristiche in cui si esasperavano colori, movimenti e altezze (corpi allungati, proporzioni esagerate); + luce = muscolature marcate.

555, Logge vaticane
Tutte affrescate con particolari e progettate da lui stesso.

--- inizio cose che non sono sul libro (e non chiederà) ---
Cardinale: è a Palazzo Pitti in cui si diverte a giocare con i rossi e i bianchi, contrasto luci, bellezza data dall’ironia.
Loggetta → fiorellini
Madonna dell’impannata: finestra coperta da un panno
Madonna della seggiola: colori accesissimi, non tanto grande, diametro di 71 cm. Contrasto tra cornice (35 cm dal bordo) dorata, progettata da lui = autentica del 1500, e colori, posizione inusuale, scialle di verde oliva quasi zingaresco, acconciatura ripresa da Ingre (?). Tavola su legno; giocata sui toni dei bianchi, acceca per la luminosità. Idealizzata, tornita.
--- fine cose che non sono sul libro (e non chiederà) ---

558, La Trasfigurazone
Il Correggio si ispira a questa per cupola di San Giovanni Evangelista.
Gesù si presenta agli apostoli (discepoli) a fianco ci sono Mosè ed Elia = profeti. Si può dividere in due fasce orizzontali: sotto il gruppo è in movimento, concitato (drammaticità!) perché c’è un indemoniato che guarisce = miracolo a dx; sopra è tutto tranquillo, con Gesù avvolto da un alone luminoso. Da Michelangelo prende i colori e la posizione della donna = torsione, il bimbo è muscoloso, le espressioni. Il tramonto in fondo a dx è leonardesco. La luce è fondamentale.

I Ritratti

556, Baldassarre Castiglione
Il ritratto ha il taglio della Gioconda, il Castiglione è girato di ¾ = più disinvolto, naturale, per l’affetto e la stima di Raffaello. Lo sguardo è sereno, calmo, intelligente → traspaiono gli ideali. È quasi un dipinto tonale, giocato su seppia, ocra, terra di Siena naturale, in contrasto col bianco del fazzoletto.

557, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi
Giulio è Clemente VII. Non è molto grande, è giocato su tonalità di rossi e bianchi, linea di forza in diagonale (braccio Luigi – braccio Leone X – libro e tavolo) per dare profondità. È elegante, intelligente; sottolinea la stima: è goffo e grasso ma le mani sono sottili, femminee e giovani, nella mano sx tiene stretta una lente d’oro per leggere testi miniati (cultura e prestigio). La campanella è molto raffinata, incisa, sbalzata; la manica dell’abito è pelosa. Non c’è lo sfumato leonardesco, bensì una linea sottile, incisiva e continua. Notevoli il mantello con cappuccio molto realistico e l’abito.

Raffaello morì il 6 aprile 1520, e fu sepolto nel Pantheon a Roma.

CORREGGIO

Nasce nel 1489 e muore a soli 45 anni. Ricordato dai contemporanei come un personaggio ombroso, schivo, introverso, malinconico, che parlava poco e aveva pochi amici. Ottimo, dolce ed equilibrato, ebbe una felice vita familiare: sposa Gerolama Merlini ed ebbe tre figli di cui uno, Pomponio, segue le sue orme – anche se è indegno… – e ha le sue opere alla Pilotta.
Le sue opere sono il contrario e lui sembra diverso, perché infondono gioia e serenità per l’eleganza, la dolcezza, la raffinatezza!
Ebbe i primi rudimenti a Mantova dal Mantegna (grande ispirazione = Camera degli sposi), di cui realizza il busto in bronzo nella Cappella S. Andrea a MN → intervengono poi i figli per correggerlo. Da lui acquisisce l’amore per il mito e la classicità; ma trasforma il mito in favole (pur introverso ha visione positiva, serena, gioiosa della vita). Si sposta a Bologna e a Firenze dove conosce il Francia e il Costa → dolcezza e armonia forma.
Si reca a Roma, vede la Cappella Sistina e usa gli accorgimenti di Michelangelo = scorci arditi in corpi, fisionomie, visi, assieme allo sfumato leonardesco ⇒ il tutto si fonde nel linguaggio correggesco che verrà ripreso nel 1600 dalla pittura barocca (max profondità in cupole con scorci arditi), Meng dice che per realizzare opere compiute e belle c’è da rifarsi al Correggio e a Raffaello (lo riprese per le sue sculture neoclassiche).

Tutte le sue opere più importanti sono a Parma e “La notte” è a Dresda (era a S. Prospero, con gli estensi andò prima a Modena poi in Germania); ora c’è una copia del Boulanger, che è un pittore manierista del 1650.

La Camera della Badessa (585-589)
È un capolavoro. È quasi cubica, misura 6,45x6,97 ma sembra molto più piccola perché completa-mente affrescata. Quando si entra colpisce molto per i colori prendono e sono molto caldi, accesi, luminosi (anche i verdi, ricchi di giallo in contrasto coi putti dorati, bronzei), i costoloncini sono verdi accesissimi in contrasto con i putti.
La Badessa era Giovanna Piacenza, tolse la clausura perché è stanca (quando muore verrà ripristinata) e decise di adibire la stanza ad incontri mondani (letture, concerti…) e discussioni e invitò il Correggio ad affrescarla. Ci stavano poche persone.
Correggio prende spunto da ciò che richiede: inserisce sulla cappa del camino Diana con una mezzaluna. Negli spicchi inserisce ovoli coi putti che escono ed entrano con simboli inerenti a Diana (cane, freccia), dea della caccia.
Tecnica = quella dei restauratori: piccole virgole accostate tra loro (non le velature della pittura ad olio), sotto c’è la velatura e sopra accosta le virgole, quasi stesse disegnando con un pastello; si vedono anche a occhio nudo.
Diana è quasi monocroma tra terra di siena naturale e seppia, in movimento, elegante, aggraziata, dolce, bella, leggera; il monocromo è ripreso anche nelle lunette con rappresentazioni mitologiche come le scul-ture in altorilievo.
Sotto ci sono le teste dei caproni con occhi quasi umani che sembrano seguire l’osservatore, sono dolcissimi e luminosi = non ha tralasciato alcun particolare.

La cupola di San Giovanni Evangelista
Si ispira a Raffaello, la chiesa ha un annesso convento con monaci (si accede tramite lo shop vicino con gadget vari, c’è un cortile con quattro chiostri tipicamente rinascimentale, una biblioteca ha motivi affrescati a grottesco – tipo logge vaticane – ed un refettorio con l’Ultima cena del Bello di Mazzola del 1500, che si ispira a Leonardo)

590-591, Visione di San Giovanni Evangelista
Per vederla illuminata servono 500 lire; quando le luci si accendono, visione notevole!
Cristo è al centro, nel giallo = +, sta salendo con la max luminosità. Inserisce molti piccoli putti tutti curati e molto dolci → max profondità. Intorno ci sono altri personaggi.
San Giovanni deve essere visto solo dai monaci e non dai fedeli, infatti lo si vede solo dall’abside, dal coro; simboli = gomiti, libro, acquila.
Scorci molto arditi e muscolature perfette ma esagerate acquisiti da Michelangelo, però positivi; max luminosità in contrasto con gli scuri della vita terrena che però sono gradevoli. I visi sono in max profondità e molto particolareggiati = max scenografia → utilissimi per i prossimi artisti di ‘600 e ‘700.

La Cupola del Duomo di Parma (592-593)
Anche questa, per vederla illuminata servono 500 lire.
Prevale la luce, opera pittorica molto musicale, canto corale che s’innalza verso Dio degli angeli. Nei pennacchi si staccano i cortei (?). Ci sono i quattro santi protettori di Parma. Subito, all’inaugurazione, non è piaciuta, per i critici del tempo c’erano troppe figure → effetto ammasso. La volevano cancellare, ma per fortuna è intervenuto Tiziano che grazie alla sua autorità la salva dicendo “Dovreste capovolgerla e riempirla di monete d’oro e darle al Correggio”.
Composizione spiraliforme, max profondità → ‘600.

594, Madonna di San Gerolamo
Sposa Gerolama, amore perfetto; vita serena, felice, ma muore prima di lui. Il Correggio utilizza tutti i suoi familiari come modelli perché li ama. Di fronte all’opera c’è la Madonna della scodella (ultimo ritratto di Gerolama ancora viva).
Il santo che sfoglia è il figlio, anche il bimbo è famigliare. Gerolama = donna con occhi teneri, grandi e luminosi; la ritrae sempre. È una sposa giovane e bella = Madonna (si vede poi l’evolversi delle fisionomie) gigante in primo piano, taglio diagonale → scenografico quasi barocco. Drappo rosso sottolinea scenografia (“quinta” all’estrema dx). Maddalena è instabile, sembra cadere verso il bimbo = ginocchio dx sollevato; movimento dato da bimbo, da S. Gerolamo all’estrema sx, gigante, deforme, in primo piano, dal vento che muove le fronde sullo sfondo.
Sfumato sullo sfondo e nei volti (Madonna: inclinato, dolce, assorto) → velature sfumate e tenui. L’angelo che sfoglia sarà ripreso di Gian Lorenzo Bernini nell’Estasi di Santa Teresa. Il leone simboleggia l’icongografia di San Gerolamo (leone a sx, teschio -pensiero e morte-, libro –letture-).

595, La Notte
A piacere; per informazioni, visitare il sito del liceo http://www.geocities.com/liceocorso, poi andare su “Agenda”.

596-597
Notevoli, mitologici; Galleria Borghese.

MANIERISMO

È uno stile, un movimento, una corrente positiva; solo a partire dal 1940 è stato rivalutato, prima era poco apprezzato, non era considerato perché pareva imitativo e non creativo: il termine infatti viene da “maniera” = copiavano i grandi maestri (avevano anche avuto la sfortuna di nascere dopo i grandi e non avevano niente da scoprire), ma avevano uno stile proprio molto originale. Nasce durante la Riforma [Lutero = no intermediario x Bibbia e dialogo con Dio] + Controriforma e ne risentono molto. Il Manierismo rappresenta il passaggio tra Rinascimento e Barocco. Allungano esageratamente i corpi umani→ eleganza ed armonia.
PONTORMO

Era ipocondriaco (ossessionato dalle malattie, si ritirava in soffitta che raggiungeva tramite una botola e tirava su la scala isolandosi → lunatico asociale = scritti noiosi in cui parla di sé, dei suoi mali, delle sue angosce). Il giudizio negativo del Vasari peserà sulla sua fama. Trasmette l’angoscia ai suoi dipinti: occhioni sempre sbarrati, terrorizzanti, angosciati → ogni viso esprime ciò che ha dentro.

619, Autoritratto
Lo inserirà nella Deposizione, a dx.

620, La Visitazione
Lo ha fatto a 20 anni, si nota che conosceva Michelangelo, Leonardo e Raffaello, ma ha già un suo stile (nudo allungato esageratamente [come Enea che fugge da Ascanio nell’affresco delle stanze vaticane], caratteristica manieristi = Parmigianino > eleganza, armonia). Da Michelangelo acquisisce le torsioni, i colori caldi, i visi ovali perfetti, la struttura architettonica dietro. Da Raffaello il panneggio a sx, ciò che ha in testa.

623, La Deposizione
Pure questa, per vederla illuminata servono 500 lire.
Restaurata qualche anno fa. Il colore è più importante → usa i tipici colori manieristi: rossi accesi, fucsia, azzurro, celeste + gialli, arancioni e verdi → colori pastellati ma accesissimi. L’Angelo che sostiene Cristo ha la calzamaglia rosa accesissimo, quello a sx di un azzurro forte. Fortissimo impatto visivo → atmosfera surreale, metafisica; angeli in contrasto con la Madonna (viso esageratamente espressivo, drammatico, panneggi rigonfi, vesti con gradazione celesti e blu di prussia + arancioni. Maddalena di spalle a dx. Sfondo senza erba → metafisico; c’è solo una nuvola = no paesaggio, gli interessavano le figure. Composizione piramidale, quasi a rombo = losanga. Notevole con colori allegri ma molto drammatico per gli sguardi dei personaggi, angosciati.

624, La Visitazione
Maria a sx incontra la cugina Elisabetta. C’è Maria + Maria di Cleofa (sx) + Maria di Salomè (dx), figure gigantesche rispetto al paesaggio e alle figurine sulla sx → imperiose volutamente per l’atmosfera surreale/metafisica, teste piccole rispetto ai corpi esageratamente allungati, panneggi abbondanti ma le pieghe della Madonna sono diverse = tormentate, accartocciate, panneggio duro, non morbido. Colori accesi, in contrasto, giustapposti.

ROSSO

È contemporaneo a lui ma è l’opposto del Pontormo: di animo sanguigno, estroverso al max, socializza con tutti. Realizza figure particolari, anticipa i cubisti: sfaccetta ogni forma (no volume plastico, morbido, con leggeri passaggi chiaroscurali, bensì contrasti).

625, Deposizione
Stanno togliendo Cristo dalla croce. In alto c’è un personaggio con la barba dal viso grottesco.
Deformazione dei corpi e dei volti. Disposizione asimmetrica, furor espressionistico. Sfaccetta ogni forma e volume, li riduce a figure geometriche. Atmosfera metafisica, tutto spoglio = no erba per evidenziare le figure. Maddalena è bionda e ha abito rosso, e abbraccia Maria. Le due scale sono in posizione instabile come i personaggi che scendono, il corpo del Cristo è verdognolo dal vero e contrasta con l’azzurro del cielo. Usa gli arancioni, colori intensi e non pastellati → + drammaticità. Sia il Rosso che il Pontormo erano allievi del Sarto, ma hanno stili molto diversi = deformano i corpi in modo differente. Movimento, drammaticità esasperata.

VASARI

Tipico pittore manierista. Noto come scrittore, senza di lui non conosceremmo molte cose; spesso interpreta ciò che trova → simpatie/antipatie. Aveva affrescato in bianco Santa Croce in Firenze credendo che nei muri vi fosse la peste ☹

661, Palazzo degli Uffizi (+662)
Troppi particolari con un corpo massiccio e allungato al centro. Cavallo a dx.
C’è il Corridoio Vasariano che matte in contatto Palazzo Vecchio, Uffizi e Palazzo Pitti e passa anche attraverso case private.

Esempio