storia dell'arte

Materie:Tesina
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

L’espressionismo fu un movimento artistico che si sviluppò in Germania all’inizio XX secolo con l’intento di contrapporre alla visione impressionista, che ancora riproduceva la realtà naturale, un’arte pura espressione: secondo questo movimento nell’arte bisognava esprimere i propri sentimenti e le proprie profonde emozioni.
Il carattere comune degli artisti aderenti a questa corrente fu la violenta deformazione dei corpi e l’esasperazione dei colori, spesso non corrispondenti alla realtà. I temi dominanti furono il nudo femminile, il paesaggio e le scene della vita quotidiana.
Si riscoprirono tecniche antiche come la xilografia con la quale si poteva ottenere immagini dal segno netto e molto espressivo.
“ Mai vi fu epoca più sconvolta dalla disperazione: l’uomo chiede urlando la sua anima, un solo grido d’angoscia sale dal nostro tempo. Anche l’arte urla nelle tenebre, invoca lo spirito: è l’Espressionismo” (H. Bahr).
Così lo scrittore austriaco indicava le caratteristiche fondamentali del movimento: la volontà di esprimere uno stato di inquietudine interiore e denunciare i brutti valori della civiltà. I temi sono: amore, morte, disperazione, solitudine. I colori sono: dissociati, acidi, accesi e cupi. La linea: spezzata, spigolosa, tagliente.
Al contrario dell’impressionismo l’arte è impressione visiva, l’espressionismo è arte come espressione di anime inquiete. L’arte è del tutto antinaturalistica: abolizione della prospettiva, del chiaroscuro, della bellezza, ma emozioni, interiorità, brucianti verità. Pittura drammatica, quasi “brutta”.
L’Espressionismo fu fondato a Dresda da un gruppo di artisti che si associarono nel Die Brücke (Il ponte).
Antecedente all’Espressionismo è la pittura della fine dell’800 di Edvard Munch: “L’Urlo”.
EDVARD MUNCH (1863-1944)
L’infanzia del pittore norvegese Edvard Munch è segnata da tragici avvenimenti familiari quali la morte della madre e della sorella, che lasciano un’impronta tragica nella sua coscienza e si riflettono nella sua arte.
La pittura di Munch già dall’inizio evidenziava la sua personale tensione esistenziale. Alla linea ondulata, fluttuante della sua pittura attribuisce un’intensità ed una forza espressiva ed è già quasi un’anticipazione dell’espressionismo. Gli artisti di questo movimento usano colori e forme per esprimere paure, angoscia, sensazioni dolorose che l’uomo prova durante la sua vita. E’ una pittura che usa le immagini per esprimere il complesso mondo interiore dell’uomo.Questo movimento riflette la situazione sociale nel periodo della prima guerra mondiale.
Munch dipinge con un linguaggio espressionista: i colori hanno un significato simbolico, sono usati puri, netti e contrapposti tra di loro; hanno tonalità accese anche quando la presenza della morte è incombente. Mentre la sua opera trova subito dei sinceri estimatori negli ambienti parigini, ad Oslo, le sue esposizioni destano profondo scalpore suscitando furiose proteste. Per questo motivo egli si stabilisce in Germania e durante questo periodo Munch ottiene i più alti esiti della sua pittura.
Le sue tele compongono, una specie di allegoria figurativa con al centro tematiche fondamentali quali l’amore e la morte.In termini stilistici, l’artista norvegese introduce sorprendenti novità: da una parte un colore acido e violento, dall’altra una sinuosità lineare che conferisce al segno una valenza allucinata.
Munch sfaldò i contorni del disegno e usò colori irreali per esprimere una condizione esistenziale di desolata malinconia e un atteggiamento pessimistico della vita; infatti l’artista dipingeva non quello che vedeva, ma quello che sentiva dentro. Nel 1908 Munch morì.
1893 Il grido, Oslo Munch-Museet
Nel “Il grido” l’uomo in primo piano rappresenta nella solitudine della sua individualità il dramma collettivo dell’umanità. Il pittore cammina con due suoi amici mentre il sole tramonta. Il ponte richiama i mille ostacoli che ognuno di noi deve superare nella propria esistenza; gli amici che continuano a camminare e lo lasciano solo, incuranti, rappresentano la falsità dei rapporti umani. Al di sotto del ponte scorre un fiume inquietante, le nuvole sono tinte di rosso sangue. Nel dipinto la forma perde qualsiasi residuo naturalistico diventando preda delle angosce più profonde dell’artista. L’uomo in primo piano è un essere serpentinato, quasi senza scheletro, fatto della stessa materia filamentosa di cui è realizzato il cielo infuocato o il mare oleoso. Al posto della testa c’è un cranio, senza capelli, come di un sopravvissuto ad una catastrofe atomica ed ha occhi sbarrati. L’urlo disperato si propaga nelle convulse pieghe del cielo: è l’urlo di chi si è perso dentro e si sente solo, inutile e disperato anche in mezzo agli altri. Nel taglio prospettico obliquo, nelle striature ondeggianti dello sfondo Munch rappresentò sinteticamente il dolore del cosmo intero anche attraverso le nuvole rosso sangue che riflettono le nevrosi dell’artista.

Kirchner Ernst Ludwig
Kirchner, Ernst Ludwig (Aschaffenburg 1880 - Davos 1938), pittore tedesco. Esponente di primo piano dell'espressionismo, cercò di rendere le forme naturali attraverso semplificazioni radicali e talvolta brutali. Fu il principale promotore, nel 1905 del gruppo espressionista “Die Brücke” a Dresda. Nel 1911 si trasferì a Berlino, dove realizzò alcune delle opere più significative dell'espressionismo tedesco, soprattutto scene a soggetto femminile, come Cinque donne nella strada, (1913, Wallraf-Richartz-Museum, Colonia), nelle quali la deformazione grottesca ridicolizza la manierata artificiosità della società berlinese. La sua produzione si fece sempre più astratta. I nazisti lo Brücke considerarono un artista degenerato e gli confiscarono un gran numero di dipinti. Un anno dopo Kirchner morì suicida. Kirchner, uno dei fondatori del gruppo “Die Brücke” (Il ponte), ricercò una tecnica con la quale poter fissare sulla tela gli oggetti e le figure in movimento. A queste aggiunse poi il colore puro, senza uso di tonalità intermedie. Le figure di Kirchner sono figure dai tratti marcati e spigolosi come se fossero xilografie, elementi assai stilizzati e non realistici, colori violenti. Egli prediligeva dipingere la società urbana, mettendone in luce la complessa psicologia e la disperazione.
Cinque donne nella strada 1913 Wallraf-Richartz-Museum
In quest’opera inquietanti figure femminili si situano su uno sfondo dai colori drammatici. Come si può facilmente vedere, le donne del quadro non hanno nulla di realistico, anzi hanno sembianze astratte. Tuttavia esse appaiono fortemente espressive. Hanno un trucco pesante, i vestiti ricchi, ma non appaiono molto i volti perché queste donne non comunicano, sono ricche ma vuote nell’anima. I colori sono acidi, scuri, sono messi in modo sommario. Le figure sono tagliente e spigolose. Le cinque donne rappresentano la solitudine della vita metropolitana.

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