Che male c'e di E. Donaggio

Materie:Appunti
Categoria:Storia

Voto:

1.5 (2)
Download:59
Data:26.05.2006
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
male-donaggio_1.zip (Dimensione: 4.06 Kb)
trucheck.it_che-male-c-e-di-e-donaggio.doc     24 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Eloisa Siclari cl. 5B
Che male c’è
E. Donaggio

Contenuto del capitolo 4:
Donaggio nel capitolo segue gli sviluppi del pensiero di Hannah Arendt,filosofa ebrea rifugiata a Parigi durante la Shoa,nel suo vietarsi la “fuga dalla realtà”fin da primi discorsi con il mentore Karl Jaspers “sulla questione della colpa” alla progressiva presa di coscienza di quale tipo di male avesse diretto la “fabbrica dello sterminio”.Questo non fu un male radicale ma un male semplice in tutta la sua banalità.
Il progetto della soluzione finale fu la produzione di un prototipo ideale e universale di uomo. Hannah mette sotto accusa anche la filosofia,e propone una strategia di resistenza dal male:un costante esercizio del pensiero, un dialogo fra pensiero ed azione in ognuno di noi. Donaggio invece ritiene che la filosofia e la troppa informazione possano addirittura impedire l’azione.

Il male secondo Hannah Arendt: fasi della riflessione.
Donaggio decide di dividere in tre momenti significativi la maturazione del pensiero di Arendt:quello della natura del male penetrato nei lager,quello del suo rapporto con la modernità;e quello delle possibili strategie di resistenza da parte di una cultura che ha riconosciuto il proprio coinvolgimento nelle barbarie.Quello che più sconvolse Hannah fu il fatto che le “rotelle” che avevano garantito il funzionamento della “fabbrica della morte” erano stati “uomini come noi”. L’ “orrore estremo” venne pianificato da menti perverse,ma la sua esecuzione fu opera di onesti padri di famiglia.Questa fabbrica organizzata come una catena di montaggio,era stata progettata secondo i dettami della razionalità moderna. Auschwitz fu il tentativo di estirpare dal mondo il concetto stesso di uomo. Perché questo non si ripetesse,si doveva elaborare un’etica della responsabilità che trasformasse questo male in un fardello di cui l’intera umanità doveva farsi carico. Progredendo nel suo pensiero Hannah giunse ad individuare nei campi di sterminio non soltanto il centro di un universo terrificante,ma anche il luogo di modellamento di un nuovo genere di umanità. I lager realizzavano in modo funesto il sogno moderno di correggere gli uomini,orientandosi su un prototipo ideale e universale di uomo:era stata dunque tentata una maturazione antropologica senza precedenti. Hannah concluse che la filosofia non fu certamente innocente:non si riferiva alla tirrannofilia di alcuni grandi pensatori,ma a coloro che avevano in qualche modo indicato vie che altri avrebbero percorso. Colpa della filosofia era anche stata la distinzione del concetto stesso di umanità, per via della “sua ostinazione sull’astrazione Uomo”. Quando Hannah andò al processo di Adolf Eichmann si trovò al cospetto di uno “stupido”: Eichmann perdeva così qualsiasi connotato diabolico e veniva ritratto come la perfetta realizzazione del totalitarismo in una sola persona. I suoi crimini erano stati una forma di obbedienza automatica ad una collettiva fuga da sé stessi e dalla realtà. “Uomini come lui ce n’erano tanti e questi tanti non erano né perversi né sadici,bensì erano,e sono tuttora, terribilmente normali”. Purtroppo Hannah Arendt è morta prima di portare a compimento il suo pensiero: ci lascia però una strategia di resistenza al male nel quale dimostra la sua grande fede nelle risorse culturali del genere umano;l’esercizio del pensiero. Per Hannah dobbiamo pensare ed agire continuamente: il piano del pensiero,che non deve essere superficiale,e quello dell’azione devono dialogare.

Riflessioni di Donaggio sul male:
Il cercare una soluzione nel dialogo fra pensiero ed azione come strategia di resistenza al male,per Donaggio rappresenta una fede eccessiva di Arendt nelle risorse culturali del genere umano. L’uomo è ormai talmente scissio tra vita privata e pubblica che sembra non esserci possibilità di dialogo tra pensiero e azione,basti guardare l’esempio di Eichmann che ha rivendicato una forma di “scissione consapevole”. L’esercizio del pensiero rimane quindi privo di efficacia. Per Donaggio appare più promettente la lotta contro la fuga dalla realtà come forma di complicità cieca o indiretta con il male:un pericolo che la filosofia può addirittura accrescere. L’opinione di Donaggio ha dunque risvolti inquietanti: la filosofia o la troppa informazione possono impedire l’azione.

Esempio