Peste, Crisi del '300 e Guerra dei Cent'anni

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

4 LA PESTE
La crescita della popolazione iniziata nel XI secolo finì nel XIII a causa di gravi carestie e pestilenze. Molte popolazioni sono dovute andare a vivere in luoghi poco adeguati alla vita, senza servizi igienici e molte volte non avevano un’alimentazione adeguata. Infatti, la mentre la popolazione cresceva c’erano molte più bocche da sfamare e servivano quindi più cibi, però poiché mancavano i metodi adeguati per concimare e migliorare le tecniche le coltivazioni erano sempre più scarsi. La carestia più grave fu quella accaduta nel 1315-17 in Inghilterra, Francia, Scandinavia, Fiandra Paesi Bassi, Germania e Russia che si diffuse molto velocemente a causa della malsana vita e alimentazione e come se questo non bastasse ci fu un inasprimento del clima. Interi villaggi marginali furono abbandonati mentre dove i terreni erano fertili e le città non subirono gravi cambiamenti. Le tecniche agricole non registrarono più miglioramenti né garantivano la sopravivenza. Tutti i paesi colpiti dalle carestie persero una grandissima percentuale di villaggi.
Nel 1348 insorse un nuovo problema: la PESTE. Questa fu una malattia portata dai ratti che trasportavano nelle loro pellicce le pulci che trasmettevano il batterio, questa malattia era mortale dal 60 al 100% delle volte. Quest’epidemia ebbe origine dall’Himalaya, all’India, al Mar Nero, Cartagine, Genova, Mongola che la portarono in Italia. La peste per parecchi anni non scomparve e ogni tot d’anni ritornava. Aveva un carattere ciclico e colpiva soprattutto i poveri contadini. All’epoca la medicina era molto sottosviluppata e si credeva fosse colpa degli astri. Comunque un medico capì che era una malattia che si trasmetteva in via aerea e si raccomandava una dieta specifica priva di umori e umidità, molto importante era il salasso. Gli uomini, comunque, si affidavano ad amuleti, talismani e altri oggetti ritenuti miracolosi. Questa malattia portò a un isterismo collettivo, gruppi di persone andavano di città in città a uccidere persone ritenute colpevoli della pestilenza, fra questi ci sono i cosiddetti FLAGELLANTI, presenti in Italia, Francia e Germania, che per 33 giorni e mezzo si martoriavano e andavano di città in città intonando salmi e canti e arrivate nelle piazze principali si facevano frustare a sangue credendo che in questo modo si sarebbero salvati eliminando i peccati alla fine della loro esibizione abitualmente uccidevano ebrei. La chiesa non poté tollerarli molto a lungo, infatti, iniziò a perseguitarli; quindi capiamo che c’erano due modi diversi di comportarsi che però erano fortemente legati fra loro: la punizione del corpo e la violenza contro gli altri, insomma tutti avevano bisogno di ricercare un colpevole. Come ho detto prima la peste era una malattia classicista colpiva, infatti, soprattutto i poveri ma le motivazioni sono molto plausibili: alimentazione inadeguata, che indeboliva le resistenze dell’organismo. Oltre alla peste, molto spesso troviamo: vaiolo, lebbra, fuoco sacro, tubercolosi, malaria e tifo. L’età media era di 35 anni e la mortalità infantili era molto alta. Questo a causa dell’alimentazione e gli ambienti poco sani.
5 CRISI DEL ’300
In questo periodo l’economia europea aveva perduto il suo grande slancio. Guerre, pestilenze e il clima furono le gravi cause delle crisi. Ci fu un aumento delle piovosità che provocò grandi danni all’economia, in ogni modo, non fu questo il fattore principale. Molto più importanti furono i sistematici saccheggi che prima del ‘300 erano saltuarie. In questo periodo vari villaggi furono distrutti dalle guerre. Il crollo demografico portò a una diminuzione del prezzo dei cereali, il numero dei consumatori di cereali diminuì molto più di quello dei produttori, questo successe in tutta l’Europa a parte che nell’Italia settentrionale e dei Paesi Bassi. In Lombardia l’espansione agricola e pastorale fu aiutata da ceti di imprenditori; nei Paesi Bassi le attività mercantili, recupero di terre strappate al mare, progressi dell’allevamento garantiranno un forte slancio economico. Il contrario fu con i salari rurali, infatti, in precedenza l’espansione demografica aveva garantito un’abbondanza di manodopera nelle campagne, adesso invece molti se ne andavano e quindi c’era carenza di manodopera. I contadini, inoltre, effettuavano prestazioni di manodopera e pagavano affitti ai loro padroni in questo modo accrescevano il loro potere contrattuale, i potenti cercarono di aumentare i canoni però questo era molto raro poiché raramente c’erano rinnovi di contratti a causa del dell’uso di stipulare contratti a lunga scadenza. Questa crisi ebbe effetti negativi anche in campo agricolo, infatti, il crollo dei prezzi, la crescita del costo della manodopera e il blocco dei traffici facevano diminuire gli introiti dei pedaggi e i mulini o andarono in rovina o rimanevano inutilizzati; inoltre le guerre obbligavano i signori a stare per lunghi periodi in combattimento e quindi lontani dalle loro aziende, quindi dovevano affidare ad amministratori i loro possedimenti. L’aumento dei costi e il calo dei profitti provocarono una caduta dei redditi signorili e il crollo del valore della terra, restarono fuori da queste le zone dell’Italia settentrionale che non ebbero comunque il problema della crisi. Al di fuori dell’Italia questo fu meno sentito grazie alla stabilità dei poteri. In questo periodo i nobili attaccarono gli ecclesiastici e occuparono varie funzioni importanti. Inoltre, troviamo nobili che ormai sono andati in rovina che si danno alle rapine i cosiddetti BANDITI NOBILI. In questo momento alcuni nobili capirono l’importanza di trovare una soluzione quindi recintarono le terre e iniziarono ad allevare bestiame questi erano i cosiddetti OPENFIELDS e le ENCLOSURES. La nobiltà medievale era in continuo cambiamento, infatti la maggior parte dei nobili erano poveri e non potevano neanche minimamente pensare di paragonarsi a nobili molto più ricchi, inoltre era in continua trasformazione. La preoccupazione maggiore per un nobile era di mantenere compatto il proprio patrimonio quindi lo dava al primo figlio maschio tutti gli altri erano mandati in convento. In questo periodo iniziarono a svilupparsi nuovi individui molto importanti all’interno della nobiltà: questi erano borghesi e contadini che si arricchivano e diventavano parte integrante di una nuova nobiltà. Iniziarono grandi conflitti sociali causati dalla pressione esercitata dai signori sui contadini, dal clima di violenza, dai mali della guerra e dall’inasprimento delle tasse. Nel 1358, molti contadini dell’Ile-de-France si ribellarono questi erano le cosiddette JACQUERIE dal fondatore Jacques Bonhomme. La rivolta fu furiosa ma molto breve, il 28 maggio la rivolta iniziò e il 9 giugno i nobili la fermarono uccidendo più di 20.000 persone. Nel 1381 in Inghilterra la situazione delle campagne era molto aspra anche a causa delle controversie fra signori. Per far fronte ai gravi problemi in Francia si mise in atto il POLL-TAX che creò gravi malcontenti. I contadini poveri volevano la confisca e la ridistribuzione dei territori del papato e i contadini ricchi richiedevano invece una diminuzione delle imposte. Volevano una nuova età dell’oro. L’episodio culminante della rivolta arrivò nel 1381 quando migliaia di contadini marciarono su Londra e la occuparono, allora Riccardo II ritenne opportuno accogliere le loro richieste così abolì la servitù, alleggerì le prestazioni. Questo alleggerì le tensioni e i contadini ritornarono ai propri poderi. I soldati riuscirono facilmente a reprimere le fazioni più bellicose. Uno degli aspetti più gravi della crisi del ‘300 fu la riduzione dei traffici commerciali e la crisi delle manifatture urbane. Questo provocò gravi crisi fra i lavoratori e i datori di lavoro. La più grave si ebbe a Firenze città che subì i contraccolpi della crisi economica. Con questa grave crisi la città uscì dai traffici commerciali europei. Nelle città dove l’attività economica era più intensa tutte le varie botteghe erano in mano ai potenti intenditori. Nella parte più bassa della società c’erano i lavoratori, retribuiti miseramente e privi di diritti che molte volte erano imprigionati a causa dei debiti che li opprimevano. I CIOMPI, cioè gli operai dell’Arte della lana, vivono una tragica situazione perché non avevano un’organizzazione ed erano sfruttati dai maestri delle botteghe, cercarono di darsi un’organizzazione autonoma ma il governo era intervenuto per difendere gli interessi padronali. Poco dopo Ciuto Brandini organizzò un’associazione tra i suoi compagni e cominciò a raccogliere fondi per promuoverne l’azione quindi fu impiccato. In questo periodo furono molto frequenti i conflitti per le imposte e le crisi di approvvigionamento. La situazione precipitò nel 1378 con una rivolta causata da una crisi politica. Nel conflitto fra guelfi e ghibellini Salvestro de Medici cercò di far prevalere i ghibellini per questo molti palazzi signorili e monasteri furono mandati in fiamme nacquero così 3 nuove arti del popolo minuto. La gran borghesia le guardò con disprezzo. Così i padroni delle arti della lana proclamarono la serrata lasciando chiuse le loro botteghe. La lotta fu molto aspra ma quando riaprirono le botteghe furono sciolte e i capi imprigionati così fu ristabilito un governo oligarchico. Vari furono le cause: in primo luogo miravano a obbiettivi che riguardavano solo loro. Questo era il contrario di ciò che volevano i grandi borghesi. La popolazione non fu coinvolta in questo, infatti, una causa fu proprio questa. Una novità fu l’invenzione del tempo laico, prima il giorno era scandito dalle campane della chiesa adesso, invece, furono messi in circolazioni gli orologi, anche se poche persone potevano permetterseli.
6 GUERRA DEI CENT’ANNI
Nel ‘200 ci fu un declino delle potenze che aspiravano al potere universale e un rafforzamento delle monarchie, soprattutto in Francia e Inghilterra. Durante il ‘300 e ‘400 questi due paesi si scontarono in una guerra lunga e sanguinosa che durò quasi un secolo (1337- 1453) e fu chiamata GUERRA DEI CENT’ANNI. Le motivazioni furono molte, la questione dei feudi inglesi oltre la Manica, infatti, anche se Edoardo III d’Inghilterra era ancora feudatario di Filippo VI di Valois non gli voleva prestare l’omaggio feudale. Filippo VI vedeva malamente la presenza di stranieri quindi non perdeva mai l’occasione di sostenere il Regno di Scozia contro quello inglese. Poi la Fiandra, che era economicamente legata all’Inghilterra e politicamente alla Francia.
Nel 1337 Edoardo si proclamò re di Francia e accusò Filippo di essere un usurpatore. A questo il re fece seguire un attacco oltre la Manica nel 1339; nei primi vent’aanni gli Inglesi vinsero sempre e occuparono anche Calais, nel 1356 catturarono il successore di Filippo Giovanni II, questo fu infatti un periodo molto difficile per i francesi poiché alla guerra si aggiunsero la confusione creata dalle jaqcuerie e il tentativo dei borghesi di avere più importanza in campo politico. Nel 1360 con la pace di Bretigne gli Inglesi ricevettero varie regioni della Francia, imposero un riscatto per la liberazione del re francese e il re inglese rinunciò alla corona francese e alle Fiandre, facendo in modo che i francesi dichiarassero che non volevano più la Scozia.
Le Vittorie Inglesi furono molte ma causarono gravi perdite, infatti il numero dei soldati inglesi era minore a quello dei francesi, però gli inglesi avevano degli arceri molto preparati e disciplinati, infatti Edoardo vietò lo svolgimento di altre tecniche sportive, infatti, anche se le sue file erano formate da contadini, erano molto bravi, poiché seguivano addestramenti molto rigidi. I francesi erano in numero maggiore ma non possedevano tecniche e non seguivano tattiche precise. Alla morte di Giovanni prese il potere Carlo V che, capendo che la Francia aveva bisogno di qualche tattica chiese a Bertrand du Guaslin che organizzò una tattica secondo la quale attaccava con rapidi attacchi nei quali distruggeva tutti rifornimenti che gli inglesi avevano in modo che dovevano tornare indietro. In questo modo nel 1380 gli inglesi avevano perso molte regioni e mantenevano solo 4 città. Per mantenere la guerra servivano molti interventi economici che fecero crescere il malcontento popolare, tanto che sembrò che l’Inghilterra volesse ritirarsi dalla guerra, però in un certo periodo la Francia rientrò in crisi dando la forza agli inglesi di riattaccare, in questo periodo andò al trono Carlo VI che scartò subito la tattica di Guaslin. In questo modo la Francia entrò nel baratro, soprattutto perché due fazioni nobiliari ricercavano il potere, FILIPO L’ARDITO e LUIGI DUCA DI ORLEANS. Quando il duca venne assassinato da GIOVANNI SENZA PAURA in tutta la Francia nacquero sanguinosi scontri che la portarono all’anarchia. Intanto gli inglesi aggredirono di nuovo la Francia e durante la BATTAGLIA DI AZINCOURT Enrico VI diseredò il figlio e riconobbe come suo successore il re d’Inghilterra nel TRATTATO DI TROYES. Il destino dei francesi sembrava segnato ma trovarono la forza di reagire e andare avanti, la causa di questo prende il nome di GIOVANNA D’ARCO, questa disse di essere stata chiamata per volontà divina. Grazie a lei i francesi riuscirono a liberare Orleans, subito dopo Carlo VII fu consacrato re di Francia. Anche se Giovanna d’Arco venne mandata al rogo poiché accusata di stregoneria, però questo non fermò la voglia di formare un'unica nazione, anzi questo assassinio diede la spinta decisiva ai francesi. Carlo VII riorganizzò l’esercito creò compagnie d’arcieri e potenziò l’artiglieria. Già nel 1453 il re Inglese dichiarò la ritirata senza riuscire ad unire le due corone; questo segnò la fine della lunga guerra. Alla fine della guerra dei cent’anni la Francia dovette fare i conti con il ducato e la contea di Borgogna. Anche se era legata alla Francia da vincoli feudali la Borgogna era una potenza autonoma a tutti gli effetti. Nel XV secolo il Ducato crebbe considerevolmente espandendosi dal massiccio del Giura al Mar del nord. Grazie a Giovanni senza Paura, Filippo il Buono e Carlo il Temerario diventò un vero e proprio stato molto potente; in questo periodo la capitale Digione, soppiantò Parigi e divenne molto importante in campo artistico e culturale. La politica della Borgogna raggiunse il suo massimo splendore sotto Carlo il Temerario in questo modo diede vita all’Impero tedesco, poi creò i Paesi Bassi che andavano dall’attuale Belgio all’Olanda. Potenziò gli organismi politici e finanziari creando il PARLAMENTO DI MALINES e la CAMERA DEI CONTI. Questo allarmò subito tutta l’Europa Settentrionale e Luigi XI e Federico III lo lasciarono e si allearono, così Carlo si ritrovò solo. Nel 1476 il suo potere iniziò a barcollare con le due sconfitte causategli agli svizzeri e morì durante la guerra di NANCY. In seguito la distribuzione delle terre mise in confronto Francia e Germania.
In Inghilterra la fine della guerra creò gravi problemi. Ci fu una contesa fra LANCASTER e YORK che nel 1455 diventò una guerra chiamata GUERRA DELLE DUE ROSE. Questa durò trent’anni e si concluse nel 1485 con la vittoria dei Lancaster; assunse il potere Enrico VII che fondò la dinastia dei TUDOR. Il re sposò Elisabetta della casata dei York. Questo capì che l’Inghilterra aveva bisogno di tranquillità e di leggi da seguire. Così decise di ripristinare l’autonomia della corona imperiale sugli aristocratici, per riuscire nel suo intento Enrico creola CAMERA STELLATA che impose agli aristocratici il rispetto della legge, questo migliorò molto l’apparato della giustizia e il peso dello stato cominciò a farsi sentire. Enrico convocò pochissime volte il Parlamento e fece risaltare l’importanza del CONSIGLIO REGIO. Grazie a questi cambiamenti l’aristocrazia iniziò un periodo di declino.
Nella penisola iberica la nascita e i primi passi delle monarchie portarono a una progressiva liberazione che iniziò nel 1212 con la sconfitta degli arabi. La Pastiglia si aggiunse a Francia e Inghilterra quando, nel 1469, Isabella di Pastiglia sposò Ferdinando d’Aragona, nel 1492 la conquista di Granata e nel 1512 ammisero anche Navarra. Questi territori uniti crearono un’imponente compagine che si estendeva dalle Baleari, alla Sardegna, alla Sicilia a Napoli.
La Confederazione Svizzera nacque per difendersi dal dominio degli Asburgo, però anche per formare una compagine con stessi interessi economici nello sfruttamento dei pascoli e nel controllo dei passi alpini. Dopo alcuni successi militari la Confederazione crebbe e ottenne il riconoscimento dagli Asburgo. In campo militare usavano la fanteria, poi i montanari combattevano come fanti e formavano le falangi che muovevano compattamente e in modo sincronizzato. La loro fama li rese molto richiesti dai vari sovrani come MERCENARI.
Quando ritornò il pontefice a Roma si credeva che per l’Italia sarebbe stato un momento di tranquillità. Alla morte di Gregorio XI fu eletto un papa napoletano Urbano VI però la popolazione protestò perché voleva l’elezione di un papa italiano, così dal secondo conclave uscì papa Clemente VII francese. La chiesa in questo modo si ritrovò con due papi e i vari stati scelsero con quale dei due stare: Germania, Inghilterra, Fiandre, Polonia, Ungheria e gli stati italiani decisero per Urbano VI dando inizio al GRANDE SCISMA. Di fronte a questo venne necessario trovare una soluzione così convocarono un nuovo conclave che elesse un nuovo papa, in questo modo erano in tre. Solo con il concilio di Costanza furono abdicati i tre papi ed eletto Martino V. In questo modo il concilio affermò la propria superiorità e il papa diventò solo un ministro che eseguiva compiti particolari, uno dei quali fu quello dei DOGMI. Il concilio fallì molto presto anche perché i papi successori non ebbero difficoltà nel imporre di nuovo il loro potere. John Wycliff predicava che la vera chiesa era invisibile perché quella visibile era corrotta e falsa e dovevano essergli confiscati tutti i beni materiali. Queste idee diedero inizio a un nuovo gruppo i LOLLARI. Questi vagavano e spiegavano l religione con Bibbie scritte in Inglese; in un primo momento furono guardati in modo simpatico da parte del potere politico, però in un secondo momento furono perseguitati, furono dimezzati ma i lollari non scomparvero completamente. In modo analogo in Boemia Jan Hus diffuse un nuovo pensiero simile a quello dei lollari che però aveva uno stile nazionalista. Infatti, dalla dinastia dei Tudor in Inghilterra iniziò un grande afflusso di tedeschi che occupavano posizioni politiche di primo piano. Quando Hus andò dal concilio venne catturato e bruciato. La morte di questo sacerdote diede inizio alla formazione di un gruppo di 500 nobili che iniziarono una vera e propria guerra. La frangia più estremista di questi tenne testa al potere imperiale fino al 1433.
8 L’ITALIA DELLE SIGNORIE
Quando morì Federico II la possibilità di creare uno stato unito tramontò. I principali nemici che impedirono l’unificazione furono il papato e i comuni, che, nel XIII e XIV secolo subirono un grave declino. Il papato era andato ad Avignone dove era protetto dal re di Francia. Il problema principale dei comuni fu che non riuscivano ad allargare la partecipazione del popolo alla vita politica, per esempio a Firenze su 80.000 persone solo 3.500 potevano essere elette questo soprattutto perché il contado era considerato quasi inferiore alle altre persone e quindi non era considerato, questo fatto fu accentuato ulteriormente dopo la crisi del ‘300. La mancata evoluzione del comune fu causata dalla presenza della reciproca rivalità che si trovava fra famiglie, corporazioni, confraternite che costituivano tanti centri di potere. Questi centri di potere configuravano varie FAZIONI, le quali non erano gruppi politici e si dividevano a causa di tradizioni familiari, simpatie, clientele, per appartenenza a una determinata contrada o Arte.
Per risolvere questo problema in un primo momento si istituirono le figure dei PODESTà le quali, però, erano sottoposte a vari vincoli e quindi molto presto vennero sostituite dalle SIGNORIE, le quali potevano nascere per vari motivi: poteva essere un potestà che riusciva a impadronirsi del potere imponendo la propria autorità, oppure il più importante esponente di una famiglia, oppure un signore che andava al potere con un colpo di mano. Questi signori erano poi investiti di una delega data loro dagli organi comunali, la cosiddetta INVESITURA DAL BASSO, che serviva per preservare la libertà, anche se questa in realtà era eliminata, però almeno si riusciva ad avere un po’ di pace. Poi per concludere ricevevano un RICONOSCIMENTO DALL’ALTO, che veniva emesso dall’imperatore o dal papa, così diventavano PRINCIPI, però questo non significava che questi fossero sotto il controllo di imperatore o papa, anzi avevano un potere assoluto e godevano di completa autonomia. Comunque il principe era il mediatore fra la popolazione e doveva garantire un equa giustizia. I primi signori furono gli ESTENSI che si impossessarono di Ferrara, Modena e Treviso, poi i DA ROMANO che si impadronirono di Vicenza, Treviso e Feltre poi arrivò EZZELINO IV che possedeva Vicenza, Padova e Verona. Altre signoria dell’Italia furono: MARCHESI DI MONFERRATO, SAVOIA, MALATESTA, MONTEFELTRO e i DA POLENTA.
DUCATO DI MILANO
Nel XIII secolo Milano era una città molto importante dal punto di vista dei commerci, dell’agricoltura e dei canali navigabili. Questo anche dal punto di vista militare, poiché si espandeva a macchia d’olio. Importanti furono i Visconti, famiglia ghibellina, i quali si imposero dopo un’aspra battaglia con i Torrioni. Il primo importante esponente della famiglia fu MATTEO VISCONT, vicario del re Enrico VII di Lussemburgo. I vicari erano personaggi che prestavano un’ingente somma all’imperatore e venivano deposti solo nel momento in cui l’imperatore restituiva tutto il denaro. Con i successori di Matteo AZZONE e LUCHINO il ducato di Milano si espanse in Lombardia, Piemonte, Emilia, Svizzera e Liguria. Il momento di massima espansione di Malanno fu con GIAN GALEAZZO che occupò alcune province del Veneto, altre dell’Umbria, altre della Toscana, inoltre sposò la figlia del re di Francia Giovanni II e dal re Venceslao ricevette il titolo di duca di Milano. Quando il ducato sembrava in procinto di espandersi verso sud e unificare l’Italia Gian Galeazzo morì e tutto iniziò di nuovo a cadere nell’incertezza. Sotto il successore Giovanni Maria Milano continuò a rimanere potente però iniziò a perdere molte delle terre conquistate. Il rapido declino di Milano è l’esempio di come le signorie, in realtà, fossero un insieme di territori che però non si consideravano un unico paese.

REPUBBLICA FIORENTINA
A Firenze la potenza signorile durò più di quanto fosse durata a Milano; dalla seconda metà del ‘300, la provincia toscani iniziò un’impresa di conquista in tutta la regione. Dopo la fallita dei Ciompi, fra tutte le potenti famiglie che aspiravano al potere vinsero gli ALBIZZI. Però questi lottavano contro una fazione nemica capitanata da COSIMO DE MEDICI, uomo di umili origini, che però possedeva un impero, infatti la sua banca faceva prestiti a re, papi, principi, aziende commerciali e nel 1434 sconfisse i nemici e si impadronì del potere. Poiché capì che i suoi concittadini erano ancora troppo legati alla vita repubblicana, non si fece mai chiamare imperatore e in superficie non cambiò niente nelle istituzione e mai prese cariche eccezionali, però, di fatto, controllò tutta la città e pose in posti tattici persone di fiducia e agì spregiudicatamente nei meccanismi elettorali. Politicamente il governo di Cosimo fu abbastanza continuo poiché, sebbene famiglie prendessero il sopravvento su altre, tutto rimaneva strettamente legato a una stretta oligarchia.
REPUBBLICA DI VENEZIA
Facendo il punto della situazione: Milano era diventata una signoria, Firenze lo era mascheratamene, Venezia rimase saldamente fissata alle sue origini repubblicane grazie alla direzione di mercanti e armatori navali. Inoltre, con la SERRATA DEL MAGGIOR CONSIGLIO, nel 1297, le famiglie che non ne facevano parte da almeno quattro anni erano escluse dal massimo organo consiliare della Repubblica. Il Maggior consiglio aveva un ruolo fondamentale nella vita politica del paese e perché eleggevano il DOGE. La Repubblica da secoli si era impegnata in un’espansione verso oriente: dalla costa dalmata in decine di isole, in tutto l’arcipelago greco e nel Mar Nero, poi, durante il ‘300, si concentrò per le conquiste marittime. La principale nemica Veneziana era Genova che, sebbene in rapido declino, continuava ad essere una delle potenze maggiori grazie alla fortissima flotta navale e ai commerci. Dopo che, nel 1284, la flotta veneziana aveva sconfitto quella Pisana, Venezia fu attaccata e sconfitta dai genovesi e da quel momento nacque fra le due potenze una grande rivalità. La prima battaglia fra queste due grandi potenze durò dal 1351 al 1355 e si concluse con un nulla di fatto, poi ci fu la GUERRA DI CHIOGGIA, dal 1378 al 1381, dove vinsero i genovesi, le motivazioni della guerra erano la volontà dei veneziani di conquistare CIPRO e TENEDO. La politica espansionistica allarmò tutta l’Europa, e Genova fu abile a scagliare contro tutte queste forze. Approfittando della debolezza di Venezia, Genova si impadronì dell’isola di Chioggia. Questi anni per Venezia furono molto drammatici, però, nel 1380, riuscì a riprendere il dominio su Chioggia e nel 1381 firmò la PACE di TORINO la quale sancì che Venezia doveva rinunciare alle sue pretese e a riconoscere i diritti dei nemici. All’inizio del ‘400 ricominciarono la loro espansione verso la terraferma per due motivi: la nascita dell’impero Ottomano e l’aggressività dei Visconti a Milano. Venezia occupò Padova, Verona, Brescia e Bergamo. I ricchi veneziani impiegarono le loro risorse nel campo agricolo e divennero importanti anche in questo.

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