Tecniche d'assedio romane

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Testo

Le tecniche d’assedio

L’arte di attaccare le cittа fortificate era stata messa a punto dai Greci in etа ellenistica ; nei secoli

successivi i Romani adottarono e perfezionarono i metodi greci conducendoli ad un livello ritenuto

insuperabile. Dalla tarda antichitа in poi il numero delle localitа fortificate non cessт di aumentare sicchй

l’attacco e la difesa di piazzeforti divennero e rimasero per tutta l’etа medievale la forma di guerra piщ

diffusa. Ci si serviva di mezzi tecnologicamente elementari : il metodo piщ semplice e piщ diffuso per

vincere la resistenza degli assediati era il blocco della fortezza in modo da indurre i difensori alla resa per

fame, oppure si tentava di penetrarvi mediante l’inganno.

La frequenza delle guerre impedм che si perdesse completamente e definitivamente il ricordo delle
macchine e dei procedimenti d’assedio, mantenuti in uso dalla circolazione di “ingegneri” che ne conoscevano la pratica. Arricchite dalla sperimentazione in Terra Santa, le tecniche d’assedio tornarono di rimbalzo nell’Europa occidentale e d’allora non cessarono di progredire non solo riscoprendo tutti gli accorgimenti usati nell’antichitа ma mettendo appunto macchine da lancio basate su principi che erano prima ignorati. I procedimenti di attacco e di difesa che si sono affermati tra i secoli XII e XIII rimasero in uso sino a che le artiglierie a polvere pirica, efficienti fin dall’inizio del ‘400, vennero ulteriormente perfezionate : la loro potenza fece si che, dagli ultimi decenni di quel secolo in poi le millenarie tecniche di assedio cadessero in completa e definitiva dimenticanza.
Per attaccare una fortificazione ci si doveva innanzitutto avvicinare insicurezza e a tale scopo i mezzi piщ semplici e correnti erano i mantelletti, cioи scudi mobili montati su ruote per la protezione dei tiratori destinati a fornire la copertura e per gli zappatori, che, sotto i colpi degli assediati, dovevano spianare il terreno e colmare il fossato difensivo aprendo cosм la strada ai mezzi pesanti.
Il primo ad entrare in azione era la testuggine ( detta anche “Gatto” nel medioevo), una robusta capanna mobile fornita di un tetto molto inclinato per favorire lo scivolamento dei proiettili che il nemico lanciava dall’alto ; sotto di essa si riparavano gli uomini per avvicinarsi indenni alle mura e quindi scalzarne le fondamenta con appositi attrezzi o aprirvi brecce a colpi di ariete. Sia “il gatto” che la torre mobile a piщ piani ( chiamata anche “castello di legno” )erano protette contro il fuoco da pelli di buoi appena scuoiati, da strati di fango e da materiali spugnosi imbevuti d’aceto, destinati a limitare gli effetti del fuoco “liquido”, il cui segreto di fabbricazione fu a lungo custodito dall’impero bizantino.
Montate su ruote venivano utilizzate le scale d’assalto perchй potessero piщ facilmente essere avvicinate piщ difficilmente rovesciate dai difensori ; spesso si doveva operare con semplici e fragili scale a pioli o a corda alle quali si chiedeva soltanto l’indispensabile requisito di essere alte quanto le mura da scalare.
Veniva utilizzato spesso l’ariete, macchina bellica che serviva per abbattere le mura o per aprirvi una breccia ; era formata da una trave enorme che ad una estremitа era armata di testa metallica, per lo piщ foggiata a testa d’ariete ; era spinta a forza di braccia. Era una delle macchine d’assedio piщ comuni e particolarmente ampio il suo uso in Italia. Venivano allestite macchine adatte a lanciare grandi frecce oppure proiettili di pietra : queste ultime erano dette litobole o balliste.
Dal settimo secolo vennero adottate artiglierie di concezione del tutto nuova basate sul principio del bilanciere. Una di queste macchine da getto era il mangano : serviva per lanciare grosse pietre o recipienti contenenti materiale incendiario oltre le mura delle fortificazioni nemiche. Consisteva in una robusta piattaforma di legno alla quale mediante argani e arpioni era unita una trave centrale terminante nel lato superiore a cucchiaia cosм da contenere i proiettili ; liberata dagli arpioni la trave si elevava di scatto e lanciava pietre o recipienti a distanza proporzionale al grado di tensione delle corde di manovra degli argani.
Simile al “mangano” era la catapulta. Nel corso del secolo XII alle corde di trazione si venne a poco a poco sostituendo un contrappeso fisso capace di imprimere il movimento alla pertica senza che fosse piщ necessaria la trazione manuale. Era nato il trabucco menzionato per la prima volta in documenti nel 1189.
La macchina cosм perfezionata risultava piщ potente rispetto al mangano e alla catapulta ed era capace di lanciare massi che raggiungevano il peso di 5q il trabucco aveva un tiro assai preciso e fu usato fino a l’introduzione delle artiglieri.
Le macchine d’assedio, al di lа della loro reale efficacia, avevano un importante ruolo psicologico, provocato innanzitutto dalla loro spaventevole complessitа. Nel secolo XI vi furono cittа dell’Italia meridionale che si arresero non appena videro i Normanni preparare davanti alle loro mura misteriosi macchinari ; e piщ tardi poteva essere sufficiente allestire un trabucco perchй le guarnigioni di certi castelli, terrorizzate dalla sua presenza, cedessero senz’altro le armi.
Un assedio era certamente un’azione molto costosa, in termini economici, e vi si ricorreva solo dopo matura riflessione. In ogni caso, colui che si difendeva dietro un solido muro, con buone scorte di viveri e giovandosi delle risorse disponibili, rimaneva un vantaggio sull’assediante sino a che il perfezionamento della polvere da sparo venne a capovolgere la situazione a favore di quest’ultimo. Si tratta di una delle “rivoluzioni” tecnologiche che segnarono la fine del medioevo e l’inizio dell’etа moderna

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