Promessi Sposi-Riassunto Capitoli 1-2-3-4-5

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano
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Data:19.01.2006
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Testo

I CAPITOLO

Il romanzo inizia descrivendo il paesaggio, lungo le rive del lago Como che proseguono fino a restringersi formando il fiume Adda. Attorno al lago circondato dai monti, c’erano i campi dei contadini, le case, i boschi che arrivavano fin su ai monti. Lecco era una di quelle terre, a quel tempo un grosso borgo incamminato a diventare una grossa cittа. Lungo una delle stradicciole che percorrevano i monti veniva percorsa da don Abbondio che pronunciava il suo ufizio e tra un salmo e l’altro chiudeva il libro, a testa china e la mano che destra fungeva da segna libro mentre l’altra era piegata dietro la schiena. Lungo la strada c’era un bivio la strada di destra portava su al monte l’altra andava fino giщ al torrente. Come era solito fare don Abbondio alzт la testa arrivato al bivio, e vide due uomini uno dirimpetto all’altro, i loro vestiti facevano capire da dove venivano: portavano una reticella verde al capo, due lunghi mustacchi arricciati in punta, una cintura di cuoio lucido, da essa spuntavano due pistole, un coltellaccio inserito in un taschino degli ampi calzoni, un corno pieno di polvere da sparo, penzolante sul petto e infine uno spadone, si facevano conoscere come i bravi. Si notava benissimo che aspettavano qualcuno e quel qualcuno era proprio don Abbondio non ne fu contento. Lesse un altro dei versi nel suo libro affrettт il passo e quando fu tra i due uomini si fermт un di loro salutт don Abbondio, esso chiese se i signori avevano bisogno. L’altro bravo rispose che non si doveva fare, perplesso don Abbondio rispose che cosa non si doveva fare, il bravo completт la frase dicendo che domani il matrimonio tra Lorenzo e Lucia non si doveva celebrare. Don Abbondio tornт a casa e difficilmente ne parlт con la sua serva Perpetua, poi andт a letto.

II CAPITOLO

Don Abbondio andт a letto cercando di trovare una soluzione per la mattina seguente che lo mettesse al riparo dalle minacce dei Bravi non celebrando il matrimonio stabilito tra Renzo e Lucia. Alla fine pensт che l’unica soluzione fosse quella di rinviare la cerimonia con una scusa. La mattina seguente Don Abbondio si alzт ed aspettт l’arrivo di Renzo il quale non si fece attendere, essendo quello il giorno del suo matrimonio. Il curato lo accolse con trepidazione e gli disse che per quel giorno non avrebbe potuto celebrare il suo matrimonio. Renzo protestт dicendo che egli aveva tutto preparato per la celebrazione del rito, ma Don Abbondio gli replicт che non gli era possibile in quanto la celebrazione del matrimonio prevede un sacco di difficoltа che bisognava prima superare. Renzo non si rassegnт e pregт il curato, mettendo il suo latinorum da parte, di dirgli qual era quell’impedimento che c’era ancora, desideroso di superarlo nel piщ breve tempo possibile. Don Abbondio disse tante chiacchiere per concludere che alla fine egli chiedeva a Renzo di rinviare almeno di una settimana la cerimonia. Renzo a malincuore alla fine accettт e lasciт la casa del curato avviandosi verso quella di Lucia per comunicarle la notizia del rinvio chiesto da Don Abbondio. Cammin facendo, perт, ripensт a tutte quelle parole dette dal curato e si convinse che sotto sotto doveva esserci qualche cosa che egli non riusciva a capire. Incontrando per tanto Perpetua egli l’avvicinт e le chiese il perchй del rifiuto del curato a celebrare le nozze. Perpetua gli rispose di non sapere niente sul perchй del comportamento del curato, lasciandogli perт capire che doveva essere sorta improvvisamente qualche difficoltа. Tale difficoltа consisteva nel fatto che qualcuno era intervenuto per impedirgli che egli celebrasse il matrimonio. Renzo allora tornт da Don Abbondio, che dal vederlo, cosм stralunato, provт un senso di terrore. Il giovane gli chiese che fosse il prepotente che gli aveva imposto di non sposarlo e il curato, tutto impaurito dal volto minaccioso del giovane e alla visione di un coltello, gli svelт il nome di quel prepotente: Don Rodrigo. E cosм dicendo gli raccontт dell’incontro avuto con i Bravi. Renzo andт via dalla casa del curato il quale licenziandolo lo pregт di non svelare mai a chicchessia alcunchй di quello che egli gli aveva detto. Don Abbondio, rimasto solo, chiamт Perpetua, alla quale rimproverт di aver parlato con Renzo. Quindi affebbrato andт a letto ingiungendo Perpetua di sbarrare l’ingresso e di far sapere alla gente che egli era ammalato. Renzo, incamminandosi verso la casa di Lucia, pensando alla cattiveria di Don Rodrigo, gli venne in mente di assassinarlo mettendosi dopo in salvo uscendo fuori dei confini spagnoli. Ma intanto alla mente gli venne la persona di Lucia. Tanti ricordi si affollarono alla sua mente. Si ricordт di Dio, della Madonna, dei Santi e gli venne anche da pensare alla passione da cui era stato preso per Lucia quel prepotente di Don Rodrigo. Quando giunse alla casa di Lucia, Renzo chiamт Bettina, perchй avvertisse Lucia, dicendole di non dar tanto schiamazzo, dovendole egli parlare. La sposa lasciт le amiche e scese a piano terra dove Renzo le comunicт che quella mattina con ci sarebbe stato piщ il matrimonio e gliene disse il perchй. Lucia quando sentм il nome di Don Rodrigo trasalм creando nell’animo di Renzo qualche sospetto di tradimento. Lei perт lo calmт riservandosi di parlargli dell’argomento successivamente. Cosм il matrimonio andт a monte nella convinzione generale che esso non era stato celebrato perchй il curato era ammalato.

III CAPITOLO

Lucia, dopo aver licenziato le amiche, scese a pian terreno dove incontrт sua madre e Renzo ed a loro svelт che qualche giorno prima, tornando dalla filanda, aveva incontrato Don Rodrigo che era in compagnia di un altro signore. Egli cercт di trattenere la ragazza ma lei lo evitт e la stessa cosa accadde il giorno dopo, per cui lei si preoccupт convincendosi che don Rodrigo aveva posto gli occhi su di lei. La ragazza senza dir niente nй alla mamma e nй allo sposo, preferм confidandosi con Padre Cristofaro il quale le consigliт di affrettare la celebrazione delle nozze nella speranza di spegnere sul nascere quell’attenzione che Don Rodrigo aveva mostrato di avere per lei. A sentire queste cose Renzo fu preso da una furia assassina nei riguardi della prepotenza di Don Rodrigo, ma Agnese riuscм a calmarlo facendoli capire che era opportuno prima consultare il Dottor Azzegarbugli, perchй costui suggerisse a loro un consiglio, onde superare quella brutta vicenda. Agnese per tanto consegnт a Renzo, come compenso da portare all’avvocato, quattro capponi, che erano stati destinati per il loro pranzo nuziale. Renzo, sfuggendo dalle curiositа della gente, andт a Lecco, pensando fra sй quello che avrebbe detto all’avvocato. E poichй il suo animo era molto agitato, ragionando tra sй scuoteva ripetutamente i quattro poveri capponi. Giunto alla casa dell’avvocato consegnт i polli alla sua domestica, dopo di che, egli, a richiesta, spiegт il perchй di quella sua venuta. Ma quando apprese che il giovane non aveva potuto celebrare il suo matrimonio con Lucia per il fatto che era intervenuto ad impedirglielo Don Rodrigo, minacciando Don Abbondio, l’avvocato, al solo sentire il nome di quel prepotente rifece consegnare i capponi al giovane e lo mise fuori la porta. Intanto Agnese e Lucia tra di loro stavano parlando quando bussт alla porta Fra Galdino che era in giro per la questua delle noci. Le donne diedero una certa quantitа di noci al fraticello, il quale ringraziт ma nello stesso tempo raccontт il famoso “Miracolo delle noci”. Alla fine Lucia pregт Fra Galdino di riferire, tornando al convento, al Padre Cristofaro, di aver bisogno del suo aiuto. Partito Fra Galdino, arrivт Renzo di ritorno dall’incontro avuto con Azzegarbugli. Egli si dimostrт sfiduciato, ma Agnese lo assicurт, dicendogli di non disperarsi, nel senso che in loro aiuto sarebbe certamente venuto Padre Cristofaro.

IV CAPITOLO

Lodovico и figlio di un mercante ed ha ricevuto un’educazione signorile, ma pur essendo borghese e vivendo difendendo i piщ deboli per amor della giustizia и costretto ad essere circondato da suoi bravi.
Un giorno, mentre cammina per la strada della sua cittа accompagnato da due bravi e da un vecchio e fedele servitore di nome Cristoforo, Lodovico ha una lite con un nobile per una questione di precedenza sulla strada. Dal diverbio si passa ai fatti: nella zuffa Cristoforo, che ha fatto scudo al padrone col proprio corpo, cade colpito a morte dal prepotente; e Lodovico fa subito vendetta del feritore ma, ferito a sua volta, viene trasportato dalla folla dentro un convento di cappuccini col diritto di asilo, e si trova cosм in salvo, riguardo alla giustizia terrena; purtroppo sapere che un uomo era morto per difenderlo e un altro uomo per mano sua, gli rivelano dolore, sgomento e rimorso, fa maturare un proposito: prendere il saio dei cappuccini, e per l’occasione prende anche il nome di Cristoforo.
La decisione di Lodovico di farsi frate и accolta con sollievo dai cappuccini, che erano per causa sua in un bel pasticcio. La famiglia dell’ucciso risente infatti verso il convento che aveva custodito l’uccisore dalla giustizia, e macchinava la vendetta verso Lodovico, per motivi di orgoglio e onore piщ che per amore verso il defunto parente. Il rettore del convento decide di parlare col fratello e spiegargli la faccenda del pentimento di Lodovico, e perviene di far lasciare la cittа al novizio frate. In un secondo colloquio gli chiede che Lodovico possa andare nel suo palazzo a chiedere perdono e addirittura, contrariamente alla parentela che si aspettava l’umiliazione al frate, il fratello dell’ucciso dа il bacio del perdono a fra Cristoforo, essendo stato turbato e commosso dall’autentica umiltа nella richiesta di perdono del frate, e dandogli un pane richiestogli come pegno del perdono.
Da quel momento fra Cristoforo si dedica unicamente alla sua innata vocazione: “accomodar differenze, e proteggere oppressi”.

V CAPITOLO

Giunto a casa di Lucia, fra Cristoforo apprende con sdegno dalle due donne l’accaduto (“Mentre la buona donna [Agnese] faceva alla meglio la sua dolorosa relazione, il frate diventava di mille colori...”). Esaminata la situazione, e spinto dal suo carattere impulsivo, decide di andare a parlare con don Rodrigo per distoglierlo dal suo proposito. Arriva intanto anche Renzo, il quale rivela di aver tentato invano di organizzare un agguato contro il signorotto. Per questo viene rimproverato dal frate.
Congedatosi, Fra Cristoforo si incammina dunque verso il palazzotto di don Rodrigo. Nel palazzotto stesso e nel villaggio sottostante tutto appare segnato da un clima di violenza e di malvagitа: ovunque si vedono armi e neppure sui volti dei bambini e dei vecchi si riesce a scorgere l'innocenza.
Dopo aver parlato con due bravi e con un servitore, molto sorpreso di vederlo lм, fra Cristoforo viene introdotto nella stanza da pranzo. Attorno al tavolo, alcuni personaggi (don Rodrigo, il Podestа, il conte Attilio, Azzecca-garbugli e altri) discutono animatamente su una questione di cavalleria. Il frate и chiamato ad esprimere un giudizio, ma la sua sentenza, che invita alla pace e alla caritа, viene scambiata per una battuta di spirito; il frate stesso и schernito da don Rodrigo che gli ricorda il suo passato “mondano”. La disputa cambia tema e volge poi sulla guerra per il ducato di Mantova e sulle relative manovre politiche di Spagna, Francia, Germania e Papato (il Manzoni da qui prova di grande coerenza e documentazione storica). In questa circostanza il Podestа si spaccia per un fine conoscitore dei maneggi politici. Il narratore informa poi il lettore circa quella guerra, nata per la successione al ducato di Mantova, che vede opporsi il duca di Nevers, sostenuto dalla Francia e dal papato, e Ferrante Gonzaga principe di Guastalla, appoggiato dalla Spagna e dal duca di Savoia. Le discussioni vengono abbandonate per un attimo per lasciare posto a un brindisi, ma subito riprendono sul tema della carestia, evocato da Azzecca-garbugli in un suo elogio al vino. La colpa della penuria di cibo viene attribuita ai fornai che farebbero incetta di grano per alzarne il prezzo. И don Rodrigo a porre fine al dibattito congedando i commensali e conducendo infine fra Cristoforo in un altra stanza. Su questo momento di grande suspence, a un passo dallo scontro finale, si conclude il capitolo, invitando il lettore (o dovrei piuttosto dire “lo spettatore” ?) a continuare a seguire le vicende del romanzo.

Esempio



  


  1. Antonio

    Sto cercando il riassunto dei primi otto capitoli dei promessi sposi

  2. valeria

    sto cercando il riassunto del 5 capitolo dei promessi sposi

  3. federica

    Sto cercando il riassunto del primo e del secondo capitolo dei promessi sposi descrivendo in modo esatto le descrizioni dei personaggi