De Bello Gallico VI, 25: La foresta Ercinia

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Testo

De Bello Gallico VI, 25: La foresta Ercinia

La descrizione della foresta Ercinia chiude la digressione etnografica, fatta da Cesare sui Galli e sui Germani del libro VI.

Testo latino

[1] Huius Hercyniae silvae, quae supra demonstrata est, latitudo novem dierum iter expedito patet: non enim aliter finiri potest, neque mensuras itinerum noverunt. [2] Oritur ab Helvetiorum et Nemetum et Rauracorum finibus rectaque fluminis Danubi regione pertinet ad fines Dacorum et Anartium. [3] Hinc se flectit sinistrorsus diversis ab flumine regionibus multarumque gentium fines propter magnitudinem adtingit. [4] Neque quisquam est huius Germaniae, qui se aut adisse ad initium eius silvae dicat, cum dierum iter LX processerit, aut, quo ex loco oriatur, acceperit. [5] Multaque in ea genera ferarum nasci constat, quae reliquis in locis visa non sint; ex quibus quae maxime differant ab ceteris et memoriae prodenda videantur haec sunt.

Testo tradotto

[1] Di questa selva Ercinia, che è stata mostrata prima, la larghezza si estende per uno spazio che una persona senza bagaglio percorre in nove giorni: infatti non si può definire diversamente e [i Germani] non conoscono le misure dei percorsi. [2] Nasce (prende origine, inizia, prende inizio) dai confini degli Elvezi, dei nemesi e dei Rauraci e prosegue dritta (parallela) per la regione dal fiume Danubio fino al territorio dei Daci e degli Anarti. [3] Da qui si piega dal fiume verso sinistra in diverse regioni e tocca per la sua grandezza i confini di molte popolazioni. [4] E non c’è nessun tale di questa parte della Germania che afferma (dice, sia in grado) di aver raggiunto dall’inizio il confine di questa selva, sebbene abbia percorso un viaggio di sessanta giorni, o che abbia potuto aver capito da quale punto avesse origine. [5] In quella regione si sa che si nascondono molte specie di animali che non sono state mai viste in altri luoghi; tra questi quelli che si differenziano maggiormente dagli altri e che sembrano dover essere ricordate a memoria (meritano di essere ricordate), sono i seguenti (questi).

Analisi del testo

Hercinya è la selva che forse corrisponde oggi all’attuale foresta nera a nord del Danubio, anche se a detta di Cesare sembra molto più estesa di quanto noi possiamo notare, infatti separa la Germania, da ovest a est, in due parti. Gli uomini antichi erano soliti dividerla in saltus minores e famosa è la sconfitta che al saltus di Teutoburgo subì l’esercito romano guidato da Quintilio Varo nel 9 d.c., attaccato a tradimento dal capo germanico Arminio. Augusto non perdonò a Varo la perdita delle legioni e così per paura di una pena o forse solo per non infangare il suo onore decise di togliersi la vita suicidandosi. Famoso è il rammarico che l’imperatore fece a Varo che disse: varo, Varo rendimi le mie legioni! Di questa selva ne parla anche Tacito nell’opera Annales II, 45, quando richiama la sua natura così intricata: Hercynia latebris (dai nascondigli della selva Ercinia).
Quae supra demonstrata: Cesare ha già citato questa selva nel capitolo precedente.
latitudo: “larghezza”, è il soggetto che, staccato per creare l’iperbato dal suo genitivo Huius silvae, diventa una sorta di icona della smisurata dimensione;
patet: da pateo, “si estende”, regge il dativo expedito, ”persona senza bagaglio”; expeditus era il soldato romano armato alla leggera, questo è il linguaggio tecnico, puramente militare usato da Cesare.
Novem dierum: novem lo fa concordare con iter che è accusativo più il genitivo partitivo dierum.
Noverunt: da novi –isse ha la forma al passato ma significato presente come i verbi odi e memini: il soggetto sottinteso è “I Germani”;
mensuras itinerum: cesare giustifica i termini vaghi e misteriosi per delimitare la selva motivando la scelta con il dirci che i germani stessi non conoscono le unità di misura. Cesare però altrove ci dà sempre delle precisazioni geografiche.
Oritur: da orior, aver origine, è un verbo deponente.
Helvetiorum: sono i galli che abitavano l’odierna Svizzera.
Nemetum: sono i Galli dell’attuale zona del Belgio.
Rauricorum: i Rauraci si trovavano nella zona sul Reno, da Basilea al lago di Costanza.
Dacorum: I daci abitavano nella zona dell’Ungheria e della Romania.
Anartium: sono un’altra popolazione della zona dei Daci.
Sinistrorsus: avverbio, “a sinistra”.
Finis: sta per fines.
Magnitudinem: il termine sottolinea la vastità.
Da quisquam est dipendono sia qui aut… dicat che regge l’oggettiva se adisse (infinito perfetto da adeo) sia aut acceperit che regge a sua volta quo… oriatur, con una struttura così ordinata:

neque quisquam est… qui
aut dicat aut acceperit
se adisse quo ex loco oriatur

Ad initium: moto a luogo, perché adisse implica movimento (ad+eo)
Iter LX: accusativo di tempo continuato
Quo ex loco oriatur: interrogativa indiretta
Quo ex loro: complemento di origine
Constat: “ si sa”, formula frequente per indicare una certezza
Quae non sint: consecutiva
Quae differant: si riferisce a genera ferarum
Quae differant e videantur: dichiarative dipendenti da haec sunt
Prodenda: gerundivo di prodo-is, concordato con genera “da trasmettere”, si è tradotto “meritano di essere ricordate”
Memoriae: dativo

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