I Templari

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

VITA E MORTE DELL’ORDINE DEI TEMPLARI
Quando nascono?
L’ordine religioso-militare nasce da alcuni cavalieri delle crociate, tra cui Ugo di Payns e Goffredo di Saint-Omer, ma l’anno non è preciso: le proposte sono 1118, 1119 e 1120 perché i documenti non riportano molti riferimenti cronologici.
La regola dice che il Concilio di Troyes si è riunito nel 1128, al nono anno dalla nascita dell’ordine: quindi si pensa che l’ordine sia nato nel 1119.
In un articolo del 1988 c’è una nuova data del Concilio e quindi un’altra datazione per la nascita.
È importante sapere che l’anno non inizia il 1° gennaio, ma il 25 marzo: quindi un altro documento fa pensare che l’ordine sia stato creato nel 1120.
Perché?
Sono nati con lo scopo di difendere il Santo Sepolcro a Gerusalemme, di proteggere i pellegrini che vi si recavano e di condurre i cavalieri peccatori verso la salvezza.
In Terra Santa esisteva anche un’istituzione che si dedicava ad assistere i pellegrini: l’Ospedale, la cui costituzione risale all’Antico Testamento.
Come entrare nel Tempio
Entrando nell’ordine si facevano donazioni e si pronunciavano voti di povertà, castità ed obbedienza. Durante la cerimonia c’era la dichiarazione della propria volontà, le mani giunte, l’inginocchiarsi, il maestro che rialzava il frate, il bacio sulla bocca simbolo di pace e la consegna del mantello. Con l’entrata, di solito, c’era anche il dono delle armi e del cavallo, la parte più importante per un cavaliere, che in tempo di pace non venivano nutriti come quelli del maestro, mentre durante le operazioni militari venivano sfamati in ugual modo.
Gli esordi
Nel 1127 Ugo di Payns si imbarcò per l’Occidente con altri 5 cavalieri per:
• dare una regola approvata dalle autorità ecclesiastiche d’Occidente;
• far conoscere l’ordine e mobilitare maggiormente la cristianità;
• reclutare nuovi membri.
Prima di arrivare in Francia, Ugo passò per Roma dove incontrò il papa Onorio II a cui mostrò il progetto della regola. Dal 1127 al 1130, quando Ugo era lontano dall’Oriente, i Templari erano costretti ad impugnare le armi, a battersi e a uccidere. Solo nel 1129 arrivarono rinforzi.
Il Concilio di Troyes
Si è tenuto il 13 gennaio 1129 a cui parteciparono prelati (dignitari ecclesiastici cattolici) e San Bernardo, che ha incontrato e apprezzato i Templari. Si dice che sia stato proprio lui l’autore della regola dei Templari, ma queste testimonianze non documentano la realtà storica.
A Troyes c’è stata la codificazione della regola, l’introduzione di alcune innovazioni e il divieto di affidare un bambino giovane ad una istituzione religiosa, perché il Tempio aveva bisogno di combattenti, non di bocche da sfamare: i Templari accettavano solo uomini adulti che avevano l’età necessaria per portare le armi.
Sia all’interno che all’esterno del Tempio la regola era diffusa tanto che erano stati costretti ad inventare una regola segreta, nascosta nei sotterranei del Vaticano dal papato.
I Templari
I Templari dovevano il loro nome alla loro casa capitana di Gerusalemme, il Tempio di Salomone. Se questo Tempio era la loro casa-madre, la Vergine era la loro protettrice.
Il governo centrale aveva sede a Gerusalemme, ma quando nel 1187 cadde nelle mani dei musulmani, la casa capitana fu insediata ad Acri che cadde nel 1291; la direzione così fu ripiegata su Cipro: la sede era quindi sempre rimasta in Oriente.
Incrociavano l’idea del monaco e del cavaliere: la santità e la cavalleria erano due etiche opposte e la Chiesa ha dovuto accettare la cavalleria e darle uno spazio nella società cristiana.
Gli uomini avevano i capelli corti e portavano la barba, avevano diritto a portare abiti adatti alla temperatura, a materassi e a coperte morbide, ma obbligati a portare l’abito bianco, riservato solo ai cavalieri perché gli altri indossavano un saio di saio scuro. L’abito bianco significava essersi riconciliato con il Creatore, quindi purezza, santità del corpo, castità e povertà. Il drappiere forniva abiti, materiale da cambio, biancheria da letto, tende, …
Nel 1147 comparve la croce, portata sulla spalla sinistra al di sopra del cuore, la cui esaltazione avveniva il 14 settembre.
Il gonfalone (bandiera) doveva sempre ergersi alto verso il cielo, altrimenti ci sarebbe stata la perdita dell’abito per un anno e un giorno: così sull’uniforme fu disposto un attaccamento per la bandiera.
Il Templare e il maestro pranzavano due volte al giorno, tranne nei periodi di digiuno, durante i quali ne prendevano solo uno. Il precettore, invece, poteva avere tre pasti. Mangiavano tre volte a settimana carne e i pasti dovevano essere consumati in silenzio.
Non dovevano mai restare in ozio e il servizio divino occupava gran parte del tempo.
Erano obbligati a fare l’elemosina, a praticare la carità, l’ospitalità e a sfamare i poveri, anche se non era il loro primo fine. L’accusa più diffusa ai Templari era quella di essere avari nelle elemosine.
Inizialmente non si preoccupavano di darsi un ordine gerarchico: Ugo era il maestro e gli altri i frati. In seguito si instaurarono schemi gerarchici: quelli che combattevano (cavalieri e sergenti), quelli che pregavano (cappellani) e quelli che lavoravano (frati lavoratori).
I sigilli, che rappresentavano l’unione e la devozione, avevano due facce: su una era raffigurato il Santo Sepolcro che i Templari avevano scelto per raffigurare il loro ordine e per ricordare la loro funzione e sull’altra c’era la rappresentazione di due cavalieri che montano lo stesso cavallo. Un sigillo esprimeva l’autorità dell’ordine e l’altro del maestro.
Nell’ordine non c’erano specialisti riguardanti la gestione amministrativa: la persona incaricata veniva periodicamente cambiata.
La fama maggiore dei Templari era legata alla funzione da banchieri. Fungevano innanzitutto da cassaforte: ogni deposito era posto in una cassa in cui il tesoriere custodiva la chiave e che non veniva mai aperta senza il consenso di colui che aveva depositato. Poi amministrarono i depositi e i clienti vennero a disporre di un conto corrente. Infine iniziarono anche a fare prestiti. Si cautelavano con pegni, interessi e ammende. Custodirono il tesoro francese per tutto il XIII secolo e in Inghilterra riscuotevano le decime per conto del re.
Tutti i frati obbedivano al maestro, che doveva chiedere consiglio e consultare loro prima di prendere una decisione. Per consentire al maestro di prendere rapidamente e in ogni occasioni le decisioni per le quali era necessario il consiglio altrui, almeno due cavalieri lo accompagnavano sempre. Il secondo dignitario dell’ordine era il siniscalco che sostituiva in tutte le sue funzioni il maestro in caso di assenza, ma la sua figura veniva oscurata da quella del maresciallo, molto importante nelle campagne militari.
Nel 1306-1307 i rapporti del Tempio con la monarchia francese non erano dei migliori, già a partire dal regno di Luigi IX.
I Templari, nonostante le questioni interne e a difendere i propri beni, diritti, e privilegi, tanto da essere considerati avidi, non avevano mai perso di vista il loro scopo.
Militarmente…
Era imposto lori di astenersi dalla violenza la domenica e durante la Pasqua e il periodo della quaresima.
I Templari non sembravano disposti alla riconquista spagnola: difesa della cristianità ma in Terra Santa. Il maestro dell’Ospedale nel 1143 decise la partecipazione degli ordini del Tempio e dell’Ospedale alla riconquista e così accettarono di portare il combattimento anche su un altro fronte.
Nel 1189 ci fu la predicazione della terza crociata, però una voce diceva che Dio non voleva, così iniziarono dubbi sulla partecipazione o no alla crociata, ma l’Occidente si mobilitò illudendosi di rivivere la prima crociata.
Le donazioni
Le donazioni si dividevano in tre categorie, ma le più diffuse erano quelle comportanti un contraccambio di natura economica, le caritas.
Non avevano un andamento lineare: c’erano periodi in cui erano molte e altri in cui erano pochissime, come nel XIII secolo.
Le donazioni, però, non erano sempre per iniziativa spontanea dei loro autori: talvolta i Templari forzavano qualche signorotto o erede. Viceversa, c’erano istituzioni religiose che esercitavano pressioni per impedire donazioni agli ordini militari.
Il conte Folco V d’Angiò era stato uno dei primi principi dell’Oriente ad interessarsi del nuovo ordine cavalleresco e a fare una prima donazione.

Prima delle accuse
Nel giugno del 1307 Giacomo di Molay presiedeva un capitolo dell’ordine a Parigi nel quale si discusse delle voci sgradevoli riguardo l’ordine a partire dal 1305: si trattavano di eresia e idolatria, cose più preoccupanti rispetto alla superbia, l’avarizia, …
Il papa era a conoscenza di queste voci, ma rifiutava di prestarvi fede.
Giacomo, ultimo maestro dell’ordine, chiese a Clemente V l’apertura di un’inchiesta per dimostrare l’infondatezza delle accuse rivolte contro i Templari.
Le accuse, gli arresti e le torture
Filippo il Bello re di Francia incaricò commissari di procedere all’arresto il 14 settembre 1307. Gli arresti furono molti, ma alcuni riuscirono a scappare e a salvarsi. Alla fine di ottobre 1307 cominciarono le prime confessioni.
I Templari furono accusati di:
• rinnegare Cristo, sputare e calpestare la croce;
• adorare degli idoli, come gatti e teste a tre facce;
• non credere ai sacramenti;
• esercitare pratiche oscene;
• riunirsi segretamente la notte.
I sospetti di Filippo erano supportati da numerose confessioni: il re aveva vinto e i Templari rinunciarono a difendere l’ordine.
I Templari sottoposti a giudizio si dividevano in tre gruppi: coloro che erano riconosciuti innocenti, coloro che riconoscevano le loro colpe e si riconciliarono con la Chiesa e coloro che erano condannati. I primi e i secondi si presentavano davanti al vescovo a discolparsi delle accuse rivolte verso di loro, gli altri furono condannati alla prigione fino alla morte. In alcuni casi venivano applicate anche le torture, soprattutto agli individui di carattere forte, a coloro che esitavano o ponevano resistenza.
Le udienze si conclusero il 26 maggio 1311.
La fine del Tempio
I beni del Tempio, quindi, passarono nelle mani dell’Ospedale, che era rimasto tranquillo durante tutta la vicenda, perché non volevano che si pensasse che si rallegravano per le disavventure dei Templari.
L’ordine del Tempio morì all’inizio del XIV secolo, abbandonato dal papa che, dopo aver opposto resistenza, si arrese senza condizioni alla volontà di Filippo.
L’ordine è ancora vivo?
Pare che ci siano molte sette che si ispirano a quest’ordine.

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