Hiroshima

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Testo

HIROSHIMA

TESINA DI: MACARIO DEBORA
ANNO SCOLASTICO 2003/2004
SCUOLA MEDIA DI COSTA VOLPINO
ESAMI DI LICENZA MEDIA

MAPPA D’ESAME:
* ITALIANO: “Quel giorno a Hiroshima” di Karl Brukner e “Ode all’atomo” di Pablo Neruda;
* STORIA: intervento giapponese nella Seconda Guerra Mondiale;
* GEOGRAFIA: il Giappone, territorio, popolazione, economia, città e governo;
* SCIENZE: energia nucleare;
* ED. TECNICA: energia nucleare, centrali
nucleari;
* ED. ARTISTICA: “Guernica” di Picasso;
* ED. MUSICALE: Arnold Schoenberg;
* INGLESE: brano “Time for peace”;
* ED. FISICA: wrestling;

MOTIVAZIONI
Ho scelto questi argomenti per poterli approfondire meglio e per
sapere che cosa è accaduto durante la seconda guerra mondiale; mi
interessa approfondire la mia conoscenza in materia; voglio imparare
cose nuove e apprendere nuovi particolari su fatti accaduti
recentemente, inoltre voglio sapere le cause e le conseguenze delle
azioni dell’uomo per evitare di compiere gli stessi errori in futuro e,
quindi, prevenirli.
L’argomento, su cui si baserà il programma
d’esame, è il lancio della bomba atomica sulla città di Hiroshima, che
ha segnato la fine della guerra.
Inoltre, gli argomenti mi piacciono e mi attirano molto, perché mi
hanno permesso di conoscere come sono andate realmente le cose,
soprattutto riguardo a Hiroshima.
Ho optato per questo argomento anche perché mi ha permesso di
scegliere quali argomenti trattare nelle altre materie; inoltre riguardo
alla Seconda Guerra Mondiale hanno potuto consigliarmi anche i miei
genitori perché è una cosa che tutti conoscono.
METODO DI LAVORO UTILIZZATO
Sono partita dallo studio della Seconda Guerra Mondiale, ponendo particolare attenzione all’intervento giapponese nella guerra, ma soprattutto, all’epilogo di questa, con il lancio delle due bombe atomiche sulle città nipponiche di Hiroshima e Nagasaki.
Ho sviluppato il tema nelle seguenti discipline: italiano, storia, geografia, scienze, tecnica.
Ho collegato l’argomento in:
- ITALIANO: “Quel giorno a Hiroshima” di Karl Brukner e “Ode all’atomo” di Pablo Neruda;
- STORIA: intervento giapponese nella Seconda Guerra Mondiale;
- GEOGRAFIA: il Giappone, territorio, popolazione, economia, città e governo;
- SCIENZE: energia nucleare;
- ED. TECNICA: energia nucleare, centrali nucleari;
- ED. ARTISTICA: “Guernica” di Picasso;
- ED. MUSICALE: Arnold Schoenberg;
- INGLESE: brano “Time for peace”;
- ED. FISICA: wrestling;
FONTI UTILIZZATE:
INTERNET, per ricercare dei dati, relativi allo sgancio delle due bombe atomiche sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
LIBRI DI TESTO IN DOTAZIONE, per ricavare i dati relativi agli argomenti di: scienze, tecnica, musica, artistica, geografia.
BIBLIOTECA ED ENCICLOPEDIE, per cercare informazioni che riguardano un po’ tutti gli argomenti.
STORIA: intervento giapponese nella Seconda Guerra Mondiale
L’entrata in guerra del Giappone nella Seconda guerra Mondiale, fu un avvenimento molto significativo per la conclusine di essa; questo perché l’entrata in guerra dei giapponesi comportò quella degli Stati Uniti, in seguito all’attacco nipponica alla flotta navale statunitense nel porto di Pearl Harbor. Gli USA, avrebbero poi avuto un ruolo decisivo nella risoluzione della guerra, con lo sgancio delle due bombe atomiche sulle città di Nagasaki e Hiroshima.
La Seconda Guerra Mondiale, combattuta in Europa dal 1° settembre 1939 all’8 maggio 1945, fu la più devastante per quanto riguarda le perdite umane e materiali; il conflitto coinvolse sessantuno nazioni e provocò la morte di sessantacinque milioni di persone.
I principali contendenti furono: Gran Bretagna, Francia e U.S.A da una parte e Germania, Italia e Giappone dall’altra.
La guerra iniziò nel 1939, con l’invasione della Polonia da parte della Germania; la sua conclusione segnò l’inizio di un nuovo ordine mondiale, basato sulle due superpotenze vincitrici: gli U.S.A e l’Unione Sovietica.
Nell’agosto del 1941 Winston Churchill, primo ministro inglese, e il presidente americano Roosvelt, avevano sottoscritto un trattato di solidarietà detto carta atlantica, senza che questo, però, comportasse l’entrata in guerra degli Stati uniti. Questa era però molto vicina, infatti il Giappone, alleati della Germania, perseguivano da tempo il progetto di espandere il proprio dominio in Asia e nel Pacifico, mettendosi inevitabilmente contro gli Stati Uniti. Nel luglio del 1941 i giapponesi occuparono l’Indocina francese; alla fine dell’anno, alla guida del governo, andò il generale Tojo, che nascose l’intenzione di procedere a un’ulteriore espansione nel Pacifico. Il conflitto tra i due stati, scoppiò il 7 dicembre del 1941, quando una squadra di bombardieri giapponesi, bombardò la flotta americana nel porto di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. I danni furono ingenti: vennero distrutte 85 navi, 7 corazzate e 250 aeroplani; i morti furono quasi 5000. Questo attacco sconvolse la popolazione, anche perché era la prima volta che il territorio statunitense veniva violato da un esercito straniero.
L’11 dicembre anche la Germania e l’Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti.
I mesi successivi all’attacco di Pearl Harbor, videro uno straordinario successo delle forze giapponesi nella loro opera di espansione in Asia e nel Pacifico.
Nei primi mesi del 1942, gli Stati Uniti, lanciarono una poderosa controffensiva, che permise la riconquista di un’importante base militare in Oceania, dopo quasi due anni di combattimenti.
Il 7 maggio, dopo lo sbarco degli alleati in Normandia, la Germania si arrese senza condizioni; la guerra in Europa era finita, ma a continuare i combattimenti rimaneva ancora il Giappone, che opponeva una tenacissima resistenza alla controffensiva delle forze aeronavali americane.
Nel frattempo, il 12 aprile 1945, il presidente americano Roosvelt, era morto e gli era succeduto il vicepresidente Harry Truman, che decise di sconfiggere definitivamente il Giappone, utilizzando una nuova arma potentissima: la bomba atomica. Il 6 agosto l’arma più potente e micidiale che l’uomo avesse mai inventato, venne sganciata sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo all’istante circa 100 000 persone; molte altre morirono negli anni seguenti in seguito alle radiazioni.
A sganciare la bomba atomica, fu Thomas Wilson Farebee.
La bomba, si legge nel suo diario, provocò un’esplosione, il cui boato fu possibile sentirlo solamente a quaranta, cinquanta chilometri di distanza; la raffica dell’esplosione si propagò a 1300 chilometri orari, con un calore che andava dai trecento ai novecento mila gradi.
Era nato il 9 novembre 1918 a Mocksville nella Carolina del Nord. Era il secondo di dodici figli, in una famiglia di contadini.
Quando venne mandato a bombardare il Giappone aveva 26 anni, il grado di maggiore e 63 missioni sul territorio nemico all’attivo.
Era stato uno dei cento spericolati che per la prima volta avevano attaccato di giorno le truppe naziste in Francia. Tibbets, il comandante della missione, era il solo dell’equipaggio a sapere che su Hiroshima sarebbe stata lanciata una bomba atomica.
Thomas Farebee è deceduto nel 1999 a 81 anni, senza rimorsi e senza vanterie, in una casetta con giardino in Florida dove viveva da pensionato. Lo chiamavano il bombardiere buono
Tre giorni dopo una seconda bomba atomica venne lanciata su Nagasaki e dopo altri sei giorni, il 15 agosto, il Giappone si arrese.
La bomba atomica che colpì Hiroshima si chiamava “Little boy”.
Ma questa, oltre ad aver causato la morte di migliaia di persone, ha lasciato un segno permanente, causando gravissime malattie dovute alle radiazioni; inoltre molti esseri viventi, persone o vegetali, nati dopo la bomba, sono venuti al mondo o con malformazioni genetiche oppure con gravi malattie che hanno spesso portato alla morte.
Gli scienziati americani, nella base segreta di Los Alamos, avevano lavorato febbrilmente ed in condizioni di vita precarie per precedere i nazisti nella costruzione dell’ordigno. Tuttavia, solo nel novembre 1944, grazie a documenti trovati a Strasburgo, gli alleati scoprirono che i tedeschi erano ben lontani dalla realizzazione della bomba atomica.
Le due motivazioni principali che spinsero il presidente Truman ad utilizzare la bomba atomica furono: per domare la resistenza giapponese uomo per uomo e conquistare il suolo metro per metro poteva esigere la perdita di un milione di vite americane e mezzo milione di vite britanniche e, soprattutto, non avrebbero avuto bisogno dei russi.
Venne istituito un comitato, cui fu affiancata una sottocommissione consultiva, composta dai responsabili scientifici del Progetto.
Il 1 giugno il Comitato approvò alcuni suggerimenti del presidente, in cui si raccomandava di sganciare la bomba atomica sul Giappone al più presto colpendo un obbiettivo, militare circondato da strutture civili di particolare interesse, come abitazioni scuole ed ospedali.
Quando la notizia trapelò anche all’interno della sottocommissione, molti ricercatori si pentirono di aver preso parte al progetto di sviluppo bellico e persino Einstein, che aveva dapprima sollecitato il presidente ad una accelerazione dell’attività di ricerca, affermò che, se avesse saputo che i tedeschi non sarebbero riusciti a costruire la bomba atomica, non avrebbe mai alzato un dito.
Fu redatto un documento, il Rapporto Frank, in cui si evidenziavano le conseguenze politiche e sociali dell’energia atomica, che si concludeva con un invito esplicito ad utilizzare la bomba atomica esclusivamente a scopo dimostrativo, sganciandola in un luogo deserto, semplicemente per intimorire il Giappone. Il rapporto venne però respinto dal Comitato nella convinzione che l’ordigno avrebbe indotto i giapponesi ad una resa incondizionata, evitando in tal modo una sua invasione che sarebbe certamente costata decina di migliaia di morti.
Il 6 agosto la prima bomba a uranio 235 veniva sganciata. Hiroshima era una città di circa 350000 abitanti, uno dei maggiori centri giapponesi di produzione bellica.
La bomba distrusse qualsiasi cosa nel raggio di due chilometri: circa il 98% dei palazzi della città fu raso al suolo o gravemente danneggiato, oltre 70000 persone furono uccise e molte altre morirono poi per effetto delle radiazioni. Di fronte alle titubanze del governo del Giappone ad accettare la resa incondizionata, il 9 agosto venne sganciata su Nagasaki una bomba al plutonio. La città fu distrutta per il 47% e i morti furono 75000. Il Giappone si apprettò ad accettare la resa.
Con la resa del Giappone, finiva la Seconda Guerra Mondiale, un’immane tragedia, durata sei anni.
Se molti scienziati erano stati contrari all’uso della prima bomba, quella su Nagasaki generò sgomento e ira. Di fronte a un nemico ormai piegato, che aveva già sperimentato gli effetti devastanti di quell’arma, la bomba di Nagasaki appariva del tutto inutile. Il presidente Truman, convinto delle sue scelte, ribadì che la seconda bomba era funzionale alla cassazione immediata del conflitto e alla salvezza di milioni di vite umane. Quando gli fu fatto notare che i giapponesi si erano già arresi, rispose che non ne era convinto e che riteneva indispensabile una pronta soluzione del conflitto. Aggiunse che probabilmente quello era stato il più grande avvenimento della storia.

SCIENZE e TECNICA:
I problemi dell’inquinamento e dell’esaurimento dei combustibili fossili, hanno spinto i paesi consumatori a cercare nuove fonti e forme di energia.
Un’alternativa efficace negli anni Settanta, sembrò essere l’energia nucleare; attualmente sono in funzione 424 centrali in 32 paesi e molte altre sono ancora in costruzione.
La particolarità di queste centrali è che, ad azionare le turbine, è l’energia sprigionata da una reazione nucleare, che avviene nel reattore e che trasforma i materiali radioattivi. Ci sono due processi per produrre energia di questo tipo: fissione nucleare e fusione nucleare.
Il primo consiste nel frammentare i nuclei di elementi radioattivi, come uranio, torio e plutonio, mediante il loro bombardamento, con neutroni.
Il più utilizzato è l’uranio 235 il cui nucleo, quando viene colpito da un neutrone, si dimezza in due nuclei leggermente più piccoli e leggeri, producendo energia e liberando un altro neutrone; i due neutroni colpiscono altri due nuclei di uranio 235 e così via, provocando una reazione e catena che produce energia .
La fusine nucleare, invece, non è utilizzata perché è più complessa e serve una temperatura molto elevata; inoltre, è ancora in via di sperimentazione. In questa si utilizzano nuclei più leggeri di atomi non radioattivi, nuclei di deuterio, che si scontrano ad altissima velocità, fondendosi e formando un nucleo più pesante di elio, liberando, durante la fusione, moltissima energia.
Rispetto alla fissione nucleare, la fusione, è più pulita e sicura, perché utilizza materie prime poco pericolose, che sono molto diffuse e, soprattutto, non radioattive; inoltre produce molta più energia.
La fissione, infatti, provoca l’immissione nell’atmosfera di piccole quantità di materiale radioattivo, molto pericoloso per l’organismo; le radiazioni, possono determinare gravi alterazioni nella materia vivente e la distruzione di sostanze necessarie al normale funzionamento delle cellule. Esse sono anche responsabili delle mutazioni del DNA e delle conseguenti malformazioni congenite nei neonati.
Gli effetti sull’organismo dipendono dall’intensità delle radiazioni e dalla durata dell’esposizione. Basti pensare che molte delle persone esposte alle radiazioni prodotte dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, sono morte 10 giorni dopo lo scoppio delle bombe atomiche, in seguito ad emorragie interne e per infezioni dovute alla distruzione dei sistemi di difesa dell’organismo.
Bisogna inoltre ricordare che piccole dosi di radiazioni frazionate nel tempo, anche se al momento non danneggino l’organismo, sommate nel tempo, manifestano i loro effetti.
Oltre a tutti questi problemi, c’è anche quello dello smaltimento delle scorie radioattive. Questo perché non è ancora stato trovato un modo di distruggerle e vengono perciò conservate in contenitori sigillati, seppelliti sotto terra; può capitare che questi contenitori, si aprano, lasciando fuoriuscire le scorie che inquinano così l’ambiente.
I problemi non sono finiti qui, infatti, i reattori devono essere distrutti e ricostruiti ogni 30 anni, perché altrimenti non sono più sicuri.
La radioattività è un fenomeno che caratterizza gli elementi chimici che trasformandosi in altri elementi, emettono energia sotto forma di radiazioni.
Le radiazioni emesse dagli elementi radioattivi, vengono indicate con le lettere greche α, β, γ. I raggi α sono costituiti da particelle formate da due protoni e due neutroni e risultano poco penetranti, infatti, vengono facilmente fermate da un foglio di carta. I raggi β sono costituiti da elettroni e sono più penetranti dei raggi α e possono attraversare fogli di metallo sottili. I raggi γ Sono simili ai raggi X e ai raggi emanati dal Sole, sono così penetranti da riuscire ad attraversare anche una lastra di piombo di notevole spessore.
Un elemento radioattivo molto utilizzato e conosciuto è l’uranio. Un atomo di uranio (Z = 92), quando emette raggi α, perde due protoni e due neutroni, trasformandosi in un altro elemento radioattivo, il torio (Z = 90); questo elemento, a sua volta, emette raggi α, perdendo due protoni e trasformandosi in radio (Z = 88). Il radio emette ancora raggi α, trasformandosi in radon (Z = 86) che emette ancora raggi α e diventa polonio (Z = 84). Quest’ultimo, si trasforma in piombo (Z = 82) che non è radioattivo.
Queste trasformazioni, prendono il nome di decadimento radioattivo e avvengono in tempi più o meno lunghi, a seconda dell’elemento. La velocità del decadimento si misura con il tempo di dimezzamento, cioè il tempo necessario affinché metà degli atomi di un elemento radioattivo, si trasformino in un altro elemento. L’uranio, ad esempio, ha un tempo di dimezzamento di circa 4,5 miliardi di anni, il torio di soli 24 giorni.
Dalla fine del secolo in poi le radiazioni sono aumentate notevolmente per la scoperta di elementi radioattivi artificiali e per il loro uso nelle centrali nucleari, nel laboratori scientifici, nell’industria, negli ospedali e nella costruzione degli armamenti nucleari.
Il 26 aprile 1986 a Černobyl, in Ucraina, è avvenuto il più disastroso incidente della storia nucleare. La centrale ucraina ha quattro reattori, viene deciso di effettuare un pericoloso esperimento con il reattore dell’unità 4, il più recente; per eseguirlo occorre il consenso degli organi centrali competenti che però non rispondono alla richiesta, così il 26 aprile 1986, la direzione decide di effettuare l’esperimento.
Il più grave errore che venne fatto fu quello di disattivare l’impianto di raffreddamento d’emergenza; il reattore viene portato a un livello instabile, come dice il programma; improvvisamente la temperatura del reattore sale mettendo i tecnici di fronte a una scelta: o riportare il reattore a uno stato stabile, oppure ridurre il margine di sicurezza per poter proseguire con l’esperimento. Purtroppo, spinti anche dalle sbagliate indicazioni dei controlli, viene scelta la seconda possibilità: l’intervento non ottiene l’effetto sperato e la temperatura aumenta, provocando l’evaporazione dell’acqua dell’impianto di raffreddamento principale; quando la temperatura del reattore raggiunge gli 800 gradi centigradi, il vapore acqueo reagisce con lo zirconio delle barre di combustibile liberando una bolla idrogeno che venendo a contatto con l’ossigeno, provoca una serie di devastanti esplosioni; infine la grafite carica di sostanze radioattive, a 1100 gradi centigradi, inizia a bruciare e i suoi fumi si diffondono rapidamente nell’atmosfera, trasportati dai venti.
Solo grazie al sacrificio e al coraggio dei pompieri e degli operai della centrale, l’incendio è stato spento prima che potesse raggiungere gli altri reattori.
Questa tragedia ha provocato direttamente 31 morti, 299 persone gravemente contaminate, circa 1000 gravidanze interrotte, 135000 persone costrette a controlli per tutta la vita e 500000 persone evacuate dalla zona attorno a Černobyl. Le conseguenze ambientali provocate dalla nuvola radioattiva che ha poi investito le popolazioni europee, non saranno mai stimate; la bomba di Hiroshima rilasciò nell’atmosfera 4,5 tonnellate di sostanze radioattive, mentre l’esplosione del reattore di Černobyl circa 50 tonnellate
TECNICA:
L’edificio dove viene prodotta energia nucleare è la centrale elettronucleare. Il suo funzionamento è simile a quello di una centrale termoelettrica convenzionale, solo che qui l’acqua viene fatta bollire in un reattore dove avviene la fissione di uranio.
Questo è lo schema della centrale nucleare di Caorso (Piacenza) che è stata fermata dopo il referendum del 1987.
L’edificio è un cilindro di cemento armato alto 70 metri; al centro è collocato il reattore in acciaio inossidabile, alto 22 metri, con una schermatura di cemento armato spessa 1,2 metri e con un coperchio che può essere rimosso da una gru. All’interno del reattore c’è il nocciolo, dove sono contenute le barre di uranio e quelle di controllo per la reazione a catena.
Nella sala macchine si trova una turbina a vapore accoppiata a un alternatore con potenza massima di 840 MW ala tensione di 17000 V. Il condensatore viene raffreddato mediante un circuito indipendente di acqua che viene prelevata direttamente dal Po, dove viene poi rigettata.
Vi sono anche degli edifici ausiliari che occorrono anche a contenere le barre
di combustibili esaurite, altamente radioattive.
Il funzionamento è abbastanza semplice, nel reattore viene pompata l’acqua che assorbe il calore emesso dalla fissione dell’uranio e si trasforma in vapore; questo mette in moto la turbina che trasferisce la propria forza meccanica all’alternatore che genere corrente.
Le centrali nucleari sono state costruite per lo più negli anni 1970-1980, dando vita a movimenti ambientali contro queste centrali.
ITALIANO:
La sciagura di quanto avvenuto a Hiroshima nel 1945 con il lancio della bomba atomica sulla città, viene raccontata nel libro “Il grande sole di Hiroshima”, di Karl Bruckner.
Il libro racconta della vita di una famiglia giapponese e di alcuni soldati angloamericani, prima durante e dopo il lancio della bomba.
I protagonisti, intorno al quale si sviluppa tutta la storia, sono due bambini, fratello e sorella: Shigheo 10 anni e Sadako 4; la madre è stata assunta nell’industria militare della città, mentre il padre è un soldato.
Durante il racconto, entrano nuovi personaggi, un vecchio costruttore di barche, un’anziana signora, un gruppo di ragazzini che si occupano di distruggere i quartieri popolari della città, perché considerati pericolosi e altri personaggi secondari.
Le giornate dei due fratelli, durante la guerra, venivano trascorse passeggiando per la città, osservando i soldati delle caserme e i ragazzi occupati a distruggere le baracche.
Contemporaneamente, nei giorni precedenti allo sgancio della bomba, i soldati della base statunitense di Tinian, stavano assistendo a strani avvenimenti: arrivo di persone sconosciute, obbligo di rimanere nelle proprie cabine e di non uscire senza permesso. Questi ultimi obblighi furono imposti il giorno in cui arrivò alla base la bomba atomica; uno dei soldati, non riuscendo a trattenersi, guardò fuori dalla cabina, seguito a ruota dei suoi compagni: videro un enorme sarcofago nero. I militari formularono varie ipotesi, non riuscendo a trovarne una attendibile.
Così mentre la popolazione giapponese soffre, gli angloamericani stavano ultimando i preparativi per quella missione di cui nessuno sapeva qualcosa, se non chi l’aveva preparata.
Per guidare l’aereo che avrebbe sganciato la bomba, vennero scelti tre ufficiali aviatori: il colonnello Tibbets, pilota, il maggiore Farebee, armiere, e il capitano Parson, secondo pilota.
Il nome del B-29, venne fatto scegliere a l pilota, che lo chiamò come sua madre: Enola Gay.
Il 6 agosto 1945, alle 8.15, il bombardiere Enola Gay, sganciò la bomba esattamente sopra il centro della città di Hiroshima; “Un novo sole si accese nel cielo, una palla di fuoco irradiò la città; in un secondo 86000 persone morirono; in un secondo 72000 subirono gravi ferite; in un secondo 6820 case furono distrutte; in un secondo 3750 edifici crollarono e presero fuoco; in un secondo raggi mortali bombardarono la città.
IN QUESTO SECONDO, L’UOMO CHE DIO AVEVA CREATO A PROPRIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, AVEVA COMPIUTO, CON L’AIUTO DELLA SCIENZA, IL PRIMO TENTATIVO PER ANNIENTARSI E C’ERA RIUSCITO. “ questa è una frase tratta dal libro, ed è anche quella che mi ha colpito di più, perché con semplici parole, l’autore, spiega quanto avvenuto a Hiroshima: inoltre, con queste semplici espressioni, vuole far capire alla gente cosa è capace di fare l’uomo per arrivare a vincere la guerra. Secondo me sono parole che spiegano in modo chiaro le conseguenze di alcune azioni degli uomini e che dovrebbero sempre essere ricordate, per evitare nuove stragi.
Dopo lo sgancio della bomba, i tre militari a bordo del B-29, non volevano credere di aver contribuito ad una simile strage e continuavano a ripetere: “Noi non sapevamo nulla, non è colpa nostra, abbiamo solo eseguito gli ordini”.
Nel frattempo la gente di Hiroshima cominciava a rendersi conto di quanto accaduto.
Trascorsi un po’ di anni, la vita nella città era ripresa, ma dopo la distruzione della bomba, non c’era niente da comprare e nemmeno i soldi per farlo; per questo, i bambini, mentre i genitori lavoravano o ricostruivano le case, andavano in cerca di qualsiasi oggetto utile per ricostruire le abitazioni o da scambiare al mercato nero, essendo l’unico posto dove si poteva trovare ciò che occorreva. Contemporaneamente a questa ripresa, le persone, però, continuano a morire o ad ammalarsi, a causa delle radiazioni. Passati altri anni, la famiglia dei due ragazzini, ha ritrovato al serenità e il padre ha di nuovo un lavoro. Questa serenità viene però oscurata della morte della bambina, Sadako, che si ammala a causa delle radiazioni.
Questo libro mi è piaciuto perché racconta la guerra, ma soprattutto racconta lo scoppio della bomba su Hiroshima, non solo dal punto di vista di chi ha subito o di chi ha lanciato l’ordigno, ma scrive le impressioni di entrambi; questo per fare capire alla gente che chi ha eseguito l’operazione materiale di sganciare la bomba, non era a conoscenza di quello che faceva, perché se l’avesse saputo, l’avrebbe sicuramente evitato.
Riguardo alla sciagura di Hiroshima, il poeta cileno premio Nobel per la letteratura nel 1971 Pablo Neruda, ha scritto una poesia intitolata “Ode all’atomo”. Questa racconta la storia dell’atomo dalla sua scoperta fino allo scoppio della bomba atomica sulla città giapponese.
Piccolissima
stella,
sembravi
per sempre
sepolta,
e, nel metallo, nascosto,
il tuo diabolico
fuoco.
Un giorno
bussarono
alla tua minuscola
porta:
era l’uomo.
Con una
scarica
ti liberarono,
vedesti il mondo,
uscisti
nel giorno,
percorresti
città,
il tuo gran fulgore arrivava
a illuminare le esistenze,
eri
un frutto terribile.
Venivi
ad affrettare le fiamme
dell’estate,
e allora
giunse
armato
d’occhiali di tigre
e armatura,
con camicia quadrata,
con sulfurei baffi
e coda di porcospino,
giunse il guerriero
e ti sedusse:
dormi,
ti mormorò,
avvvolgiti tutto,
atomo, ché sembri
un dio greco,
una primaverile
modista parigina,
adagiati
sulla mia unghia,
entra in questa cassettina,
e allora
il guerriero
ti mise nel suo gilè
come se fossi soltanto
nordamericana,
e se ne andò per il mondo
e ti lasciò cadere
a Hiroshima.
Ci svegliammo.
L’aurora
s’era consumata.
Tutti gli uccelli
caddero calcinati.
Un odore
di feretro,
di gas delle tombe,
tuonò per gli spazi.
Ascese orrende
la forma del castigo
sovrumano,
fungo cruento, cupola,
gran fumata,
spada
dell’inferno.
Ascese bruciante l’aria
e si sparse la morte
a onde parallele,
e raggiunse
la madre addormentata
col suo bambino,
il pescatore del fiume.
Il poeta, all’inizio della poesia, parla dell’atomo come di una cosa piccola, insignificante; questo perché l’uomo, appena scoperta l’energia nucleare, non sapeva realmente a cosa sarebbe arrivato. Poi, verso la fine del “racconto”, parla dell’atomo facendolo sembrare un mostro, perché, dopo molti esperimenti, l’uomo ha capito cosa può provocare quella microscopica parte di materia; questa descrizione ci fa capire, in modo semplice ed elementare, come si è arrivati alla strage di Hiroshima.
Tutto ciò, è scritto con uno stile e in un modo che trasmette calme, tranquillità.
ED.FISICA:
Il wrestling è uno sport-spettacolo, che consiste in combattimenti tra atleti-personaggi, che si allenano duramente per otto ore al giorno, studiando ed esercitandosi su come cadere, attutire i colpi, subire, senza farsi seriamente male e su come colpire e dove colpire l’avversario, senza fargli troppo male.
Gli atleti fingono speso, soprattutto per rendere l’incontro più spettacolare, ma allo stesso tempo, per rendere la vittoria più importante.
Questo sport-spettacolo non è solo combattimento e spettacolo, ma è anche tecnica e forza.
Il wrestling ha un’organizzazione piuttosto complessa; gli atleti si iscrivono a una delle federazioni. Al loro interno, le federazioni, hanno diverse competizioni ed ogni atleta combatte in una o più di queste e può “passare” da una all’altra, se il general menager lo ritiene opportuno.
La federazione più importante del mondo è la WWE, World Wrestling Enternainment, che perfino quotata alla borsa di New York.
Questa fu fondata nel 1963 con il nome di World Wrestling Federation, WWF. Venti anni dopo, interruppe la sue collaborazione con le altre federazioni, diventando la più importante e la prima a portare questo sport-spettacolo nel mondo, con i suoi protagonisti.
La WWF, ha dovuto cambiare il suo nome in WWE, dopo aver perso una causa con il WWF.
La WWE, propone quattro show: Smackdown e Raw, che sono i più importanti e Heat e Velocity, che possono essere considerati show per atleti emergenti.
Lo spettacolo più conosciuto in Italia è Smackdown. Al suo interno, oltre agli incontri tradizionali, ci sono varie competizioni e diversi titoli.
Si possono vincere i titoli di: campione del mondo, campione degli USA, campione intercontinentale, campioni del mondo di coppia.
Non ci sono dei tornei particolari per vincere questi titoli, ma è chi lo detiene che decide se contro chi e quando metterlo in pallio.
Una competizione particolare è la Royal Rumble, durante la quale ci sono sul ring venti atleti contemporaneamente che devono combattere l’uno contro l’altro, tentando di fare cadere dal ring gli avversari; vince l’ultimo che rimane sul ring.
L’organizzatore degli incontri è il general menager che, però, è quasi sempre dalla parte di alcuni atleti, solitamente dalla parte di quelli più odiati dal pubblico.
Questo decide anche che ingaggiare dagli altri show al proprio e chi mandare via.
Gli atleti di Smackdown si dividono in tre “categorie”: quelli amati, quelli odiati e quelli né amati né odiati.
Quello che differenzia il wrestling dagli sport veri e propri, sono la spettacolarità e l’imprevedibilità di quello che accade; gli atleti, quando si scontrano, danno vita a incontri che possono essere spettacolari e divertenti, perché hanno la possibilità di stendere l’avversario con mosse fantastiche inventate al momento, o che appartengono al personaggio.
Inoltre ogni atleta è diverso dagli altri, ha una sua storia, un suo modo di combattere e un suo modo di fare diverso dagli altri.
Questo sport- spettacolo, mi piace perché è divertente e diverso dai veri sport, ogni personaggio ha una sua personalità e quando combatte diverte; oltre ai soliti combattimenti, inoltre, vi sono alleanze e complotti, contro degli atleti e, puntata dopo puntata, la situazione si evolve, complicandosi quasi come una telenovela.
ED.MUSICALE:
Arnold Schoenberg, nato a Vienna nel 1874, inizia gli studi musicali con la madre, che gli impartisce le prime lezioni di pianoforte. La morte del padre lo costrinse ad interrompere gli studi, che potrà riprendere solo più tardi come autodidatta.
Nel 1895, grazie all’aiuto di un amico, riesce a dedicarsi a tempo pieno all’attività di musicista. Il suo interesse per la sperimentazione e la ricerca di nuove forme musicali lo spingono, nel 1903, a fondare a Vienna una scuola denominata in seguito “Scuola musicale di Vienna”, che avrà molta importanza per l’affermazione delle sue idee.
Le sue opere sono espressione della profonda crisi dell’Europa di inizio secolo: Schoenberg frequenta i movimenti artistici d’avanguardia, legati all’espressionismo, dedicandosi anche alla pittura ed entrando a far parte del movimento Il cavaliere azzurro fondato dal pittore Vassillij Kandiskij.
Con l’avvento del nazismo, si trasferisce prima in Francia e poi negli Stati Uniti, dove morirà a Los Angeles nel 1951.
Egli dedica tutta la sua vita alla sperimentazione di nuove forma musicali, elaborando un nuovo metodo compositivo: la dodecafonia. Essa utilizza i 12 suoni della nostra scala cromatica svincolandoli da ogni relazione tonale.
Totalmente innovativa, esercita grandissima influenza sui compositori contemporanei. Nella sue opere il ritmo non è più regolare e il canto si trasforma in una specie di parlato.
Uno dei suoi capolavori è “Un sopravvissuto di Varsavia”. Ispirato alla tragedia dei lager nazisti, “A survivor from Warsaw”, fu composto in soli tredici giorni; con questo brano, l’autore, vuole rievocare le persecuzioni contro gli ebrei da parte della Germania di Hitler. Per questo decide di comporre un brano ispirato al racconto di un ebreo fuggito miracolosamente allo sterminio degli ebrei da parte delle truppe naziste.
Il testo, scritto dallo stesso Schoenberg, è una testimonianza letteraria molto intensa e significativa. La prima esecuzione si tenne nel novembre 1948 negli Stati Uniti; il brano fu eseguito due volte: dopo la prima il pubblico rimase in religioso silenzio, mentre terminata la seconda esecuzione dimostrò il proprio consenso con un’autentica ovazione.
L’esecuzione viene affidata a un organico molto originale: al coro maschile e all’orchestra si unisce una voce recitante che, invece di cantare il testo, lo declama con una lieve intonazione musicale.
L’orchestra è ricca di strumenti a percussione che contribuiscono a caricare di drammaticità il brano.
Al termine il coro eleva un canto a Dio: è il canto dei condannati che, anche nella tragedia, non hanno perso la fede e intonano il loro credo: “Shemà Yisröel”, ascolta Israele.
ED.ARTISTICA:
Pablo Picasso, nasce a Malaga in Spagna nel 1881. Figlio di un professore di disegno, dopo aver brillantemente compiuto gli studi all’Accademia di Barcellona e di Madrid, frequenta gli ambienti artistici e culturali di Barcellona e Parigi, finché non si trasferisce definitivamente in Francia. Qui diventa in poco tempo uno dei maggiori animatori della cultura parigina.
Picasso da tutto sé stesso all’arte; egli cerca la verità, cioè un rapporto con le cose e con la realtà. Proprio per questo non ha uno stile fisso, ma completamente disponibile di fronte alle sollecitazioni della realtà che incontra, a volte ritorna anche sulle sue scelte espressive precedenti, per esprimere, con i suoi disegni, tutta la forza che ha dentro.
Nelle opere iniziali, l’artista, in precarie condizioni economiche, si rivolge al mondo dei poveri e degli emarginati, disegnando personaggi senza alcun rapporto con l’ambiente circostante, esaltate nella loro nobiltà morale attraverso un filtro vivido, freddo, monocromatico, senza Sole.
Gradualmente avviene il passaggio al periodo successivo; dapprima mutano i colori, che si fanno più caldi, poi le figure divengono più mobili.
A soli 24 anni, con la sua opera “Les Demoiselle d’Avignon”, mette in crisi tutta al tradizione figurativa precedente e con il cubismo apre il nuovo corso all’arte moderna. Spirito libero, fortemente creativo, svolge la sua attività anche come scenografo, scultore, illustratore, incisore, ceramista. Nel 1917 Picasso viene in Italia, conosce l’arte antica e il mondo della commedia dell’arte; le sue opere risento pertanto della classicità.
Picasso ritiene l’unica sua opera simbolica, il Guernica, e con essa la testimonia il suo non essere indifferente, come artista, a un conflitto in cui sono in gioco i valori dell’umanità e della civiltà.
Il suo impegno politico si manifesta anche con la partecipazione a tre congressi mondiali per la pace.
In un’atmosfera di paura e di indecisione, nel 1937, si apre a Parigi la “Esposizione Universale”, alla quale la Spagna partecipa con il grande lavoro di Picasso Guernica.
Quest’opera è stata dipinta alla notizia che i bombardamenti tedeschi avevano attaccato l’antica città di Guernica in un giorno di mercato, seminando il terrore nella popolazione civile.
Il Guernica è considerato un quadro storico non perché rappresenta un avvenimento storico così come è accaduto, ma per le modalità con cui è realizzato. Altre particolarità dell’opera è la mancanza di colore e di volume, che vengono eliminati perché la morte sia nel quadro, diventando così un grido contro tutte le guerre.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Picasso continua il suo lavoro ed anche il suo impegno culturale e politico partecipando a tre congressi mondiali per la pace.
Nel 1947 incomincia la sua attività di ceramista che sarà intensa e ricca di opere come quella grafica.
Picasso muore a Mougins nel 1973, all’età di 92 anni, e per la genialità delle sue opere dobbiamo considerarlo il più importante artista del primo Novecento.
INGLESE:
In 1945 after the Second World War, the Allied Countries who had fought aganist and won the Nazi and Fascist Forces met at Yalta and subscribed a Treaty that divided the world in two large areas of influence.
Two blocks arose: the West, formes by the nation that in 1949 adhered to the North Atlantic Treaty Organization and whose leader country were the USA, and the East, formed by the nation that in 1955 adhered to Warsaw Pact and whose leader country was the USSR.
The West-East division was based more on political and ideological reason than an economic contrast.
During the Fifties there was a periods of acute tension, the cold war. The USA and the USSR began to accumulate more and more conventional and nuclear weapons.
Fear of nuclear, total war that would have made the Great Powers both losers, dissuaded them from a direct conflict.
Many non aligned countries contrasted the blocks division and, at the end of the 80’s, the two Great Powers, signed agreements for mutual nuclear disarmament.
In 1989 the Berlin Wall was demolished, it was the symbol of the block partition.
Nowaday many problems are still to be resolved: too great social and economic inequalities persist between developed countries.
Neverless, it will certainly be easier to cope with these problems in a peaceful international atmosphere.

Esempio



  


  1. Beatrice C.

    informazioni vita e opere della scrittrice giapponese Maya Morioka Todeshini

  2. matilde

    sto cercando informazioni sulla biografia di Maya Morioka Todeschini per il testo ''La bomba di Hiroshima'' grazie mille

  3. Sara plett

    Tesina di terza media sulla bomba di hiroshima Pero vorrei che per quantp riguarda scienze e tecnologia si parlasse di argomenti diversi. Cerco collegamenti

  4. millebolleblu

    un piccolo riassunto su hiroshima

  5. Elena Manilescu

    Un collegamento seconda guerra mondiale, Giappone ,apritemi sono io. Aparato circolatorio. ,energia nucleare, kandinski alcuni. Cerchi.... musica? Ed.fisica? .......a.. sono una privatista per di piu straniera

  6. Patrizia

    Maya morioka todeschini...la bomba di Hiroshima tratto da linea d ombra