La comunicazione ieri ed oggi

Materie:Tema
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Testo

Zambon Elisa Classe IV DL 29-ago-07

SAGGIO BREVE IN AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO

LA COMUNICAZIONE COMPROMESSA DALLA PIGRIZIA

Argomento: da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione
Destinazione: giornale scolastico

L'uomo, l'homo sapiens, si è sempre distinto dal resto degli esseri viventi per la sua capacità di raccogliere le informazioni da lui acquisite e di elaborarle per trarne un qualche tipo di vantaggio contribuendo così ad accrescere la propria cultura personale utile per la sopravvivenza. Alla fine della preistoria, con la comparsa della scrittura, ha cominciato a registrare e a trascrivere questo suo bagaglio, all'inizio per un'utilità personale e quindi per la memorizzazione, ma poi anche per poter trasmettere il tutto ai discendenti.
Con Gutenberg, che tra il 1452 e il 1455 stampa la Bibbia in 200 copie ristampabili, si ha un primo vero esempio di trasmissione della cultura, in questo caso religiosa, non più solo all'interno di una stretta cerchia di persone, ma anche verso un pubblico più vasto, sempre con le limitazioni proprie del periodo storico, fatto da considerare come nascita della trasmissione della cultura accessibile potenzialmente a tutti. Il culmine di questo lento processo di progresso si può individuare a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento con la comparsa del quotidiano, un giornale stampato ogni giorno che permette finalmente di essere aggiornati sulle principali notizie che circondano l'uomo della sua epoca, disponibile se non per tutti almeno per la maggior parte del pubblico.
Dalla metà dell'Ottocento contribuiscono alla diffusione della cultura anche le nuove tecnologie quali il telegrafo ed il telefono (di Alexander Graham Bell), strumenti di comunicazione immediata che eliminano per quanto possibile le distanze fra due o più interlocutori; subito dopo entra in questo scenario di novità la radio che, con una voce trasmessa e diffusa in tutte le case, permette ancora una volta di ottenere informazioni atte ad accrescere la cultura dell'essere umano ma che, come scrive G.Sartori in “Homo videns”, “non intacca la natura simbolica dell'uomo”.
Verso la metà del 1900 tuttavia compare la televisione che ha come punto di forza quello di poter far vedere agli spettatori di qualsiasi luogo e a qualsiasi distanza qualunque cosa, ma che non privilegia la comunicazione vocale bensì quella visiva dovuta alla presenza dell'immagine che può essere interpretata anche in assenza di una voce come invece succedeva per tutti gli altri mezzi di comunicazione. All'inizio, nei primi anni, la situazione era ancora diversa e la presenza delle poche televisioni nei bar favoriva addirittura l'aggregazione dei gruppi che vi si riunivano attorno, ma oggi la voce perde i suoi privilegi e lascia il posto all'immagine sconvolgendo così tutto il sistema di acquisizione ed elaborazione di informazioni dell'uomo, sistema così a lungo meditato e realizzato.
Perché tanta preoccupazione per questo scambio di ruoli? In poche parole la televisione è causa di rottura nel processo di diffusione della comunicazione oltre che della cultura.
Con il prevalere dell'immagine lo spettatore si concentra inevitabilmente su di essa dando di conseguenza minor importanza alla voce che in questo caso ha l'unica funzione di commentare ciò che è già espresso dalla grafica: le immagini contano più delle parole. Sembra una cosa banale ma in realtà con questo cambiamento l'homo sapiens perde la sua posizione di prestigio e, invece di evolvere, comincia a perdere livelli di crescita intellettuale importanti, torna ai primordi quando ancora non si adoperava tanto per distinguersi dal resto degli esseri viventi: torna alla preistoria e vanifica il lavoro di secoli e secoli. Inoltre con la televisione il mondo ha a disposizione un mezzo che può impiegare a suo piacimento e nel corso degli anni, viste le sue capacità, l'ha colonizzato con programmi di gran lunga lontani da quelli che erano inizialmente previsti per tale tecnologia: pubblicità, intrattenimento, ormai più dei tre quarti dei programmi esulano dal loro scopo iniziale; la TV è oggi più che mai lontana dalla sua reale funzione di informazione, che fra l'altro, quando presente, risulta il più delle volte non attendibile.
Ecco che allora interviene internet ad integrare questa mancanza, questo incidente di percorso che nonostante tutto è tanto lodato dai telespettatori: ricco di informazioni e parte integrante alla televisione, predilige l'immagine al suono ma ha un'organizzazione tale da permettere una più alta diffusione del sapere grazie alle numerose enciclopedie in esso presenti e ai numerosi siti culturali accessibili a tutti, senza obblighi nei confronti dei vari sponsor.
Tuttavia con tutte queste nuove e potentissime tecnologie si comincia a dimenticare lo strumento di comunicazione per eccellenza: la comunicazione orale, la voce, mezzo estremamente importante eppure così poco considerato; attraverso la multimedialità, nata dal primo avvento della televisione, ha sconvolto tutti i canoni, ha reso inutile tutto il lavoro ad essa precedente ed ha reso imbarazzante qualsiasi discorso fra due persone al di fuori della semplice chiacchierata passatempo. Il dialogo è oggi rimasto a livello visivo, sulle pagine effimere della rete, si è perso fra le righe di un messaggio in un cellulare, intrappolato fra migliaia di informazioni inutili che passivamente vengono recepite. Ecco allora la negatività della televisione, prima fra tutte le nuove tecnologie a creare tanto dibattito.
C'è tuttavia chi può dire che l'avvento di queste novità in ambito tecnologico è da lodare per aver permesso all'uomo “di catturare, riprodurre, trasmettere a distanza i suoni delle voci e delle cose”, come fra l'altro afferma R.Maragliano nel “Nuovo manuale di didattica multimediale”.
A mio avviso, però, non serve più parlare di comunicazioni rovinate ma piuttosto di pigrizia, e forse anche di un briciolo di vigliaccheria; all'uomo odierno non importa aver perso la cultura cartacea delle “biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto” (L.Simonelli, “Tuttoscienze”): egli non se ne cura e preferisce di gran lunga una comunicazione immediata e disponibile ad ampio raggio che di sicuro non affascina come delle pagine ingiallite per il passare del tempo, ma che riesce a soddisfare il destinatario in tutti le sue esigenze quotidiane.
In conclusione si può quindi dire che soprattutto la gioventù attuale non si cura più della trasmissione cartacea tipica della tradizione passata, ma preferisce addirittura ad uno scaffale di libri una mensola colma di cd; la cosa essenziale a quanto pare non è la paura della perdita della comunicazione vocale a causa della televisione o di internet, ma il poter aver tutto senza fatica, aver una scienza sottomano che rende più facile e comoda l'esistenza anche se, come dice L.Pirandello in “Il fu Mattia Pascal”, “anche ammettendo che la renda veramente più facile, con tutte le sue macchine così difficili e complicate, domando io: E qual peggior servizio a chi sia condannato a una briga vana, che rendergliela facile e quasi meccanica?”

Esempio



  


  1. silvia

    sto cercando un tema x la comunicazione ieri e oggi